Le
truppe carrellate (ovvero all'inferno, ma col carrello) ha i
riferimenti stilistici e i ritmi tipici dello humour britannico, dal
Jerome K. Jerome di Tre uomini in barca all’Alan Bennett di Nudi e
crudi. I contenuti, invece, rimandano alla realtà italiana, andando
a costituire uno specchio impietoso che restituisce l’immagine –
portata all’eccesso, certo, ma a suo modo fedele – delle
frustrazioni, delle debolezze e dell’intima assurdità del vivere
moderno. Protagonisti un lui e una lei, marito e moglie non più
giovanissimi, alle prese con un’infelice spedizione presso il
grande centro commerciale. In una straniante successione di equivoci
e incidenti paradossali, il luogo-simbolo del consumismo più fatuo
diviene un’autentica discesa in un ridicolo inferno, nel quale la
barca di Caronte è un carrello (difettoso, per di più) e i gironi
sono interminabili corsie colme di prodotti in illusoria quanto
perenne “offerta speciale”. Così, quella che dovrebbe essere
una banale uscita per fare acquisti si rivela essere una parabola
ironica, volutamente assurda e un po’ crudele, dell’intimo
fallimento esistenziale della coppia.
Tutto comincia dall’arrivo nella cassetta delle lettere di un
volantino pubblicitario in apparenza innocuo. Sennonché, dal
momento in cui i due coniugi si trovano stranamente d’accordo nel
recarsi al centro commerciale, scatta una girandola di contrattempi
e imprevisti che li porterà a concludere la giornata nel medesimo,
improbabile luogo nel quale tutto era iniziato: un’ingloriosa
stanza da bagno.
Pagina dopo pagina si ride e si sorride delle disavventure dei due,
con lieve cattiveria e soprattutto con la sulfurea percezione che
per questi personaggi non c’è alcuna speranza di redenzione.
Salvo poi accorgersi, magari con un leggero disagio, che molti dei
tic e dei comportamenti dei quali si è appena riso malignamente
sono esattamente tali e quali ai nostri.
Recapiti.
Giovanni Follesa: 328 3262870. follesa@gmail.com
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