LUBIANA. C'è il disco verde di Romano Prodi alla legge nazionale di tutela della minoranza italiana in Slovenia. Una svolta nei rapporti diplomatici fra i due paesi e una novità «storica» per i circa 4 mila italiani che formano la comunità tricolore in terra slovena. Significa che la contrattazione triennale col governo è finita. Significa che la minoranza italiana avrà una dignità costituzionale. L'annuncio di Prodi è giunto ieri mattina, dopo il colloquio coi rappresentanti degli italiani in Slovenia nella residenza dell'ambasciatore Daniele Verga. La legge di tutela. Eppure Prodi ha voluto partire, anche simbolicamente, incontrando gli italiani di Slovenia e Croazia, per promettere loro quella svolta che da anni attendevano. Lo ha fatto a poche centinaia di metri dalla Tromostovje, i tre ponti sulla Ljubijanica nel cuore della città, quasi a simboleggiare il rinnovato legame fra Italia, Slovenia e Croazia che il premier intende sugellare con un voto del Parlamento di Roma. «Un passo avanti è necessario e urgente», ha detto riferendosi all'approvazione che darà tutela «in modo indefinito» alle minoranze linguistiche della Slovenia. «Mentre provvediamo sempre con leggi triennali che vanno di volta in volta rinnovate - ha aggiunto Prodi - penso sia necessario un passo in avanti: quello di provvedere in materia con disposizioni che durino in modo indefinito e non provvisorio». Garanzie alla minoranza anche sui fondi per il bilinguismo scolastico e per il sostegno dei programmi e delle iniziative editoriali in lingua italiana. Soddisfatti sia il sottosegretario agli esteri Milos Budin, che ha accompagnato Prodi durante l'incontro, sia i rappresentanti della comunità italiana che, alla vigilia, non avrebbero scommesso su un'apertura del premier così chiara e urgente, conferma Budin, visto che «Prodi sembra intenzionato a sbloccare subito la questione».
I rapporti con Lubiana. Un passo avanti che, ha aggiunto Prodi, «è oggi possibile visto che parecchi problemi sono stati risolti rispetto al passato. Finalmente è stato approvato il regolamento sul bilinguismo che fino a ora ci veniva richiesto, registro ancora i problemi di una comunità che è vivace, che dona una ricchezza alla Slovenia, ma che è anche di numero molto ridotto e concentrata territorialmente con tutti i problemi che da questo derivano».
La comunità italiana. Più compatta anche la nostra comunità, che ieri ha visto ospiti del premier e dell'ambasciatore Verga sia i rappresentanti dell'Unione italiana, capeggiati da Furio Radin, sia quelli della comunità costiera di Isola, Capodistria e Pirano guidati da Flavio Forlani. Con loro il parlamentare sloveno della minoranza Roberto Battelli. Con una sola voce e una sola richiesta: la tutela e le garanzie di finanziamento delle iniziative editoriali in lingua italiana, a partire da Capodistria. Una unità, anche questa non scontata alla vigilia, che Prodi ha gradito: «Oggi c'è stata una completa unità di vendute su quello che il governo italiano deve fare in Italia per le minoranze - ha detto -. Poi, naturalmente, c'è un rapporto con il governo sloveno perché tutti i problemi che ruotano attorno all'applicazione del bilinguismo vengano affrontato con costanza, serietà e responsabilità».
Le reazioni. «E' la prima volta che un politico italiano - commenta Battelli, pochi minuti dopo avere salutato Prodi - afferma così chiaramente che c'è la necessità di una legge di tutela per la minoranza italiana. In questo caso il fatto che sia stato il premier è ancora più importante. Prodi è un amico della comunità italiana». In ballo non c'è, infatti, solo la questione strettamente finanziaria, quella che vede oggi la comunità italiana ricontrattare a cadenza triennale i fondi per la tutela linguistica e scolastica, ma c'è «anche l'aspetto morale - ha aggiunto il parlamentare - perché una legge di tutela approvata dal Parlamento affermerebbe l'esistenza e la permanenza della comunità italiana».
L'Unione italiana. Per il presidente dell'Unione italiana Radin, «le parole del premier nei confronti della nostra comunità sono state confortanti - dice -. L'impegno di Prodi va di pari passo all'impegno del premier di porre la massima attenzione alla comunità slovena in Italia, oltre alle questioni più pratiche come la minaccia di tagli che metterebbe a rischio la programmazione in lingua italiana». Così anche il presidente del comitato esecutivo dell'Ut, Maurizio Tremul: «C'è stata una apertura e una affermazione di volontà da parte dell'Italia - ha spiegato dopo avere salutato il premier Prodi, in partenza per le grotte di Postumia e per la visita privata al museo della guerra di Caporetto - che ha capito la necessità di una legge di tutela permanente per toglierci dal calvario di una contrattazione triennale. Non è solo un fatto economico, è una battaglia civile. E Prodi ha capito proprio questo». Sui tempi dell'iter della nuova legge, Prodi non ha dato riferimenti precisi, ma nel colloquio privato con i rappresentanti della comunità ha lasciato intendere che sarà cura del governo premere sull'acceleratore, conferma il sottosegretario Budin, «visto anche gli iter parlamentari che la norma richiede - spiega -. Si tratta di un impegno anche finanziario non di enorme entità e comunque non superiore a quello già in essere. Non vedo, quindi, difficoltà di questo tipo». Il vertice con Jansa. Ma sul tavolo della trattativa fra Roma e Lubiana ci sono, come si diceva, Corridoio 5, rigassificatori e alleanza fra i porti di Trieste, Capodistria e Fiume. Sono questi i tré temi caldi che oggi il premier italiano Romano Prodi discuterà con il suo omologo sloveno Janez Jansa, durante l'incontro bilaterale al castello di Brdo che conluderà la visita di due giorni del primo ministro italiano in Slovenia.
Tommaso Cerno (Messaggero Veneto )
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