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08/11/2006 - L'Altravoce.net
Sos sondàgios subra sa limba non contant nudda

www.l'altravoce.net 

Il sondaggio è strumento di conoscenza,non un canale di comunicazione tra la politica ed il cittadino-elettore

di Aide Esu
docente di Sociologia politica presso l'Università di Cagliari


L'uso del sondaggio è diventato una prassi sempre più comune nel mondo dell'informazione e della politica. L'informazione italiana ha scoperto i sondaggi e chiede ai suoi lettori di esprimere una opinione sugli argomenti più diversi, i generi variano dall'attualità semantica "vota la parola della settimana" (Repubblica, 7/11), alla politica giustizialista "dovevano ucciderlo subito", in riferimento alla condanna a morte di Saddam Hussein (Libero, 7/11). Il giornalismo italiano ha bisogno di verificare la sua audience? Di misurare le sue capacità a formare una opinione pubblica? Forse.

Chi risponde al sondaggio flash - si tratta spesso di una o due domande finalizzate ad esprimere semplicemente un orientamento - è un pubblico attivo, è un lettore elettronico e selettivo dell'informazione che sceglie volontariamente di cliccare una risposta al quesito. Il pubblico dei sondaggi strutturati su base campionaria è certamente meno attivo, in questi casi i tassi di non risposta sono abbastanza elevati con oscillazioni che in genere variano tra il 20% ed il 35%.

I recenti sondaggi sull'operato della Giunta regionale presentano tassi di non risposta piuttosto elevati, il 58% per il sondaggio effettuato dalla Freni per la Nuova Sardegna ed il 487% per quello dell'Unione Sarda rilevato dalla Coesis. Sono risultati, soprattutto l'ultimo, che fanno pensare.

Sull'insuccesso nel contattare gli interlocutori i sondaggisti statunitensi si interrogano da tempo: chi sono coloro che non rispondono, perché rifiutano? È un problema di motivazione, è una mancanza di adeguata formazione del personale addetto all'intervista? Le domande che si aprono sono davvero tante e varrebbe la pena di soffermarsi a riflettere anche su questa informazione apparentemente secondaria. 

In tempi di crisi, secondo alcuni politologi ormai irreversibile, dei partiti di massa, il sondaggio è diventato uno strumento importante di misurazione dell'umore dell'elettore. L'affidabilità, in termini di comprovata esperienza e serietà nell'uso degli strumenti di indagine dell'istituto di ricerca, una esplicitazione chiara degli obiettivi e la valutazione attenta della elaborazione delle risposte da parte del committente sono fondamentali per ottenere un risultato attendibile.

Il sondaggio è uno strumento di conoscenza, attenzione a non considerarlo un mezzo privilegiato di comunicazione tra politica ed elettori. I professionisti dell'informazione sanno molto bene quanto in tempi di crisi di partecipazione politica i media ricoprano un ruolo cruciale nella formazione dell'opinione pubblica. È in virtù di questa consapevolezza che la stampa locale si è mostrata, in occasione delle elezioni regionali del 2004, un buon watch dog, fornendo un'informazione attenta e misurata.

Chiedendo agli elettori di esprimere un giudizio sull'operato del governo regionale, i committenti dei sondaggi sanno bene che la fonte primaria d'informazione, in molti casi unica, è per molti lettori la cronaca politica della propria testata. È lecito chiedersi quindi quale peso essa eserciti nella formazione del loro giudizio, soprattutto in tempi in cui gli spazi pubblici di confronto tra elettori si circoscrive ai circoli per pensionati o alle pause caffè nei luoghi di lavoro.

L'esercizio della critica nei confronti dell'operato dei governi è un principio fondante del funzionamento di una buona democrazia. Di questo gli elettori sardi sono ben consapevoli. Infatti gli elettori del centrodestra e del centrosinistra, intervistati nel corso della campagna elettorale regionale del 2004, hanno attribuito una grande importanza alla valutazione sull'esercizio di governo.

La ricchezza delle questioni sollevate dai due sondaggi meriterebbe una discussione più ampia, che esca dai commenti degli addetti ai lavori e ritorni in forme più argomentative verso chi ha espresso i giudizi. Del resto la campagna elettorale del 2004 ha avuto il grande merito di riportare nelle piazze gli elettori stanchi e demotivati. Facciamoli tornare, avranno sicuramente molto da dire.


  




 

 
 
 

 

 
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