L’Unione Sarda, 30/10/2006
La Mostra di Macomer
Se la scuola adotta un libro sardo
Parliamo di libri: per dare buone notizie, finalmente. Il bilancio della sesta Mostra del libro che si è chiusa ieri a Macomer può essere considerato in larga misura soddisfacente. Per il numero dei visitatori, in primo luogo; e poi perché, tra i banchi dell'esposizione e nelle sale dei dibattiti, non erano presenti soltanto i "lettori forti" ma moltissime persone che si accostavano ai libri con il gusto della scoperta, con il piacere di essere presenti, forse per la prima volta, a un evento di questo tipo. Intere famiglie, anziani, giovani, bambini. E studenti. Quattrocento quelli che hanno partecipato all'iniziativa "La scuola adotta un libro sardo". Un successo che fa bene sperare per il futuro, se si vorrà continuare su questa strada, comprendendo che l'investimento nel campo dell'istruzione è quello che produce il rendimento più alto. Anche nella prospettiva economica. È stato detto con molta chiarezza nei dibattiti che hanno fatto il punto sullo stato di salute del libro: le regioni il cui reddito è più elevato sono quelle nelle quali il livello culturale è alto. Così come è stato detto che il mondo del libro, gli autori, gli editori, i distributori, i librai devono fare la loro parte più e meglio di quanto non abbiano fatto in passato, affrontando sfide che divengono ogni giorno più ardue e complesse. Difficilmente potranno uscirne vittoriosi se non sapranno "fare sistema", il che significa non solo e non tanto trovare un coordinamento all'interno del comparto librario quanto stabilire un rapporto sinergico con l'intera società.
Ad esempio offrendo il proprio contributo per un progetto formativo di generale interesse. In questa prospettiva verrebbero meno anche le polemiche sui finanziamenti pubblici che hanno segnato una recente stagione di contrapposizione fra gli editori e l'amministrazione regionale e si ragionerebbe piuttosto degli investimenti necessari per raggiungere comuni obiettivi. A dispetto di quel che si possa pensare ascoltando i quotidiani e catastrofici bollettini sullo stato di salute della scuola e sulle capacità delle giovani generazioni, disponiamo ancora di potenzialità importanti che possono essere messe a frutto in un periodo relativamente breve. Questo è apparso evidente a quanti hanno seguito con attenzione la Mostra di Macomer, accorgendosi, fra l'altro, che scrittori e studiosi sono disposti a mettere a disposizione le loro competenze, in quella circostanza offerte al pubblico degli ascoltatori. Basterebbe superare le inerzie, le diffidenze e le contrapposizioni che ci impediscono di tenere il passo dei tempi.
Giuseppe Marci
|