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CHISTIONES

06/03/2007 
Québéc: su federalismu identitàriu binchet su separatismu
[de Matteo Ionta]

Può accadere che la lotta per una più equa distribuzione fiscale nei rapporti centro-periferia facciano perno su una azione della classe politica che avrà il compito di co-costruire e recuperare le rappresentazioni sociali più adatte a presentare il gruppo come omogeneo e oppresso. Spesso la minaccia incombente è la separazione totale.

Tra separazione e devolution vi sono molte differenze e i leader tendono a utilizzare differenti linguaggi per generare convergenze differenti giocando molto sulle attribuzioni causali di colpe presentate come storiche e contemporanee. Per esempio nel caso delle recenti lezioni in Quebec i “Liberals” e “Action Democratique” non desiderano una indipendenza dal resto del Canada sebbene Action Democratique attraverso il suo leader più importante, Dumont, ha cercato di influenzare le opinioni della maggioranza focalizzando sugli aspetti di identità e valori propri dei Quebecois e sulla necessità di avere una carta costituzionale senza però chiedere contemporaneamente la separazione dal resto del Canada.

Il “Parti Québécois”, durante la campagna 2006, sempre attraverso un singolo leader più importante come per esempio Boisclair utilizza un linguaggio teso ad accentuare non solo le differenze tra il governo federale dipinto come centralista e oppressore e il governo provinciale del Québéc come un governo oppresso sia storicamente che fiscalmente e generando attraverso questo processo delle rappresentazioni sociali diverse ma costruite su basi del tutto simili a quelle che si sono potuto registrare a proposito della quota IVA e IRPEF da restituire alla Regione Sardegna. 

L’atteggiamento del partito separatista del Québéc non ha pagato in termini di seggi mostrando che non vi è domanda sociale per una futura uscita del Québéc dal governo federale. Gli indipendentisti infatti, il 26 marzo 2007 perderanno 9 seggi riducendosi a 36 su 125 mentre il partito che tende a mantenere una forte “devolution” e un atteggiamento identitario forte e un desiderio di negoziare una costituzione che tenga presente gli aspetti identitari senza uscire dalla federazione ha pagato con un guadagno di ben 36 seggi. I liberali di certo hanno perso trovandosi in minoranza per la prima volta in 128 anni.

Il regionalismo trionfa ma in Québéc il separatismo non attrae più neanche gli elettori francofoni.


Matteo Ionta 










  




 

 
 
 

 

 
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