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Diretore: -       Coord.Editoriale: Micheli Ladu
CHISTIONES

25/07/2008 
Chie sunt sos barones universitàrios?


Chie sunt sos barones universitàrios in Itàlia? Amus collidu in Internet unu pagu de documentazione sende chi tocat de ischire dae cale ambiente provenit sa gente chi nos connoschimus. <Procurade de moderare, barones sa tirannia, ca si no, pro vida mia, torrades a p� in terra. Declarada est giai sa gherra contra de sa prepotèntzia e cumintzat sa passi�nztia in su pòpulu a mancare. Mirade chi est atzendende contra de bois su fogu, mirade chi no est giogu chi sa cosa andat de veras, mirade chi sas aeras minetant temporale, gente cussigiada male iscurtade sa boghe mia>.



www.tgcom.it

I docenti universitari? Lavorano 3 ore al giorno per 10mila euro al mese.


Lavorano tre ore al giorno e arrivano a guadagnare 10mila euro al
mese; vengono assunti in numero doppio rispetto alle necessit�; per far
carriera spesso vige il nepotismo pi� assoluto: non si tratta dei
politici ma dei professori universitari. Un�inchiesta condotta da Il
Giornale mette in luce i bubboni delle nostre universit� scatenando,
ovviamente, numerose polemiche.

Secondo quanto scrive il quotidiano diretto da Mario Giordano le 77
universit� italiane sono in gran parte coi conti in rosso. Spesso si
trovano al limite del commissariamento. E anzich� tagliare sulla spesa
corrente, preferiscono diminuire i fondi della ricerca. Ma � proprio
sui conti ordinare che Il Giornale accende un faro: negli ultimi sette
anni c�� stata una moltiplicazione delle cattedre. In pratica, sono
stati banditi 13.232 posti da associato o da ordinario e poi creati
26.004 idonei. Nel 99,3% dei casi i concorsi hanno promosso candidati
senza che l�ateneo avesse il posto per loro. E i costi per il personale
sono lievitati a dismisura: quasi 300 milioni di euro per coprire le
nuove qualifiche. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che
gi� insegnavano nello stesso ateneo che per�, avendo avuto l�idoneit�
per concorso, hanno diritto all�aumento di stipendio.

Tutto questo succede grazie a una legge del �99 nata per superare un�
emergenza e per abbattere i costi dei concorsi. Un�emergenza che � poi
diventata normalit�. Uno stratagemma, secondo il quotidiano, che serve
per per assumere l�assistente �figlio di� oppure chi � stato al devoto
servizio del prof ordinario per anni. Il meccanismo � semplice: l�
universit� A non ha risorse per bandire un posto, ma un suo
ricercatore, o un professore associato, fa in modo di essere dichiarato
idoneo a un concorso nell�Universit� B: poi torna a �casa�, l�ateneo
crea la nuova cattedra e il gioco � fatto.

I privilegi dei baroni

Secondo quanto denuncia Il Giornale, analizzando i dati della
Ragioneria di Stato si scopre che il carico quotidiano per chi insegna
nelle universit� � in media di 3 ore e 39 minuti per cinque giorni alla
settimana. Un conteggio che tiene conto dell�insegnamento, delle
sessioni d�esame, delle commissioni d laurea e del ricevimento degli
studenti.

Nelle tabelle di retribuzioni per i professori ordinari nel 2008 si
scopre che un docente appena assunto percepisce 4.373 euro lordi al
mese. A fine carriera, dopo 28 anni, arrivano ad essere 8221,39 euro.
Rapido calcolo matematico: 283,49 euro l�ora.

Lo sdegno dei professori

E� ovvio che trattandosi di medie ci sono molti casi in cui la realt�
e diversa. In una lettera 240 docenti ordinari appartenenti a 15 atenei
nazionali hanno espresso il loro disappunto: �Se ovunque, specie all�
universit�, la qualit� dovrebbe prevalere sulla quantit�, in realt� non
basterebbero neppure le 24 ore giornaliere a tenere testa a quello che
la coscienza del docente e l�immaginazione e curiosit� del ricercatore
che � in ognuno di noi ci spingono a fare, per l�evoluzione scientifica
dei nostri studenti e l�aggiornamento e approfondimento delle
conoscenze nei nostri settori disciplinari�. Ma come abbiamo scritto,
si tratta di medie e quindi ci saranno anche dei casi peggiori di
quelli appena descritti.

(fonte tgcom)



http://www.paolomazzocchini.splinder.com/post/15715498

marted�, 29 gennaio 2008

ANCORA SULLE BARONIE UNIVERSITARIE



A proposito di universit� e di carriera universitaria, mi capita coi
miei studenti non di rado una cosa assai triste. Quando qualcuno tra
loro (specialmente tra i pi� bravi e motivati) mi viene ogni tanto a
chiedere come si fa - per esempio - a diventare archeologo, o
scienziato o ricercatore in qualsiasi disciplina, mi trovo nella
desolante condizione di rispondere: non si fa! Non si fa se non si �
raccomandati, cio� scelti e cooptati da un barone universitario. Loro
si aspetterebbero che io dicessi: basta essere bravi, avere passione,
studiare e poi vincere concorsi. No, niente di tutto questo, in
Italia.

Da noi si procede verso la ricerca e la carriera universitaria solo
per nepotismo e cooptazione. E sono costretto ad aggiungere che (specie
nel campo umanistico) questa professione � bellissima - che � la
ricerca universitaria � accessibile solo ai figli, nipoti, amanti e
indecorosi portaborse dei baroni universitari. Mi sento molto male
quando sono costretto a spegnere cos� gli entusiasmi di giovani
intraprendenti, talentuosi e moralmente sani. Ma tant��: illuderli
sarebbe ancora peggio. Devo scoraggiarli per non creare in loro
pericolose aspettative! Cos� va purtroppo ancora l�universit� italiana:
una cittadella mafiosa in piena regola. Ma ora forse (come dicevo nel
precedente post) qualcosa, almeno nell�opinione pubblica, si sta
muovendo, e la casta baronale non riesce pi� a tenere nascoste le
proprie vergogne. Si comincia a intravedere l�inizio di una auspicabile
universitopoli.



http://www.ilsole24ore.com/

L'Universit� La Sapienza (pi� volte finita sul rogo in questi mesi -e
quasi mai a torto), � al centro di una nuova polemica: la guerra dei
"baroni", i professori universitari, contro un segnale di inversione di
rotta nei confronti della loro corporazione, una delle pi� protette al
mondo, da parte del governo.

Riporto un articolo de Il Giornale (Matthias Pfaeder). Il Giornale
non cita alcuni vantaggi concessi alla corporazione, quale ad esempio
il cos� detto anno di "riposo sabatico". Dio si concesse un giorno,
dopo aver creato l'universo. Il prof. di diritto del Belucistan invece
ha diritto a un anno intero, da utilizzare "per ricerche". Giusto: solo
che nel frattempo prende cifre notevolissime, e infine il livello dei
docenti italiani � quasi ovunque degradato.
Io, che studio pi� di un prof e di uno studente, leggendo almeno un
paio di romanzi e un paio di saggi al mese (otre a un numero infinito
di articoli in 4 lingue), faccio tutto ci� a spese mie...

.�Toccate i nostri soldi e noi blocchiamo tutto�. Parla il Senato
accademico de �La Sapienza� di Roma. i professori ordinari a tempo
determinato devono assicurare �la loro presenza per non meno di 250 ore
annuali�, e che, se a tempo pieno, sono tenuti anche �a garantire la
loro presenza per non meno di altre 100 ore annuali (...) per
l'assolvimento di compiti organizzativi interni�. Calcolatrice alla
mano, sarebbero la bellezza di ventinove ore al mese, meno di un'ora al
giorno. Questo se i professori lavorassero, irrealmente, tutti i santi
giorni dell'anno.

Nelle tabelle delle retribuzioni dei professori ordinari del 2008, si
pu� toccare con mano cosa vuol dire l'avanzamento dell'anzianit� di
servizio all'interno delle facolt�: appena entrato nell'alma mater, un
professore ordinario percepisce 4.373 euro lordi al mese. Dopo 28 anni
di lavoro, gli euro sono diventati 8221,39. Prendiamo di nuovo in mano
la calcolatrice e scopriamo che un'ora di lavoro di professore
ordinario a tempo pieno al quattordicesimo scatto d'anzianit� vale
283,49 euro. Roba da competere con i top manager delle multinazionali
pi� grandi dal mondo. Senza per� sobbarcarsi lo stress di un manager [e
col posto garantito a vita, indipendentemente dal rendimento, ndr].

Nelle universit� italiane, come nel resto della pubblica
amministrazione, basta aspettare, e il tempo far� da solo: l'incedere
delle lancette dell'orologio equivale sempre a un aumento di soldi. A
prescindere dal lavoro prodotto. Non stupisce quindi il fatto di avere
in Italia uno dei corpi docenti pi� vecchio del mondo: solo il 15 per
cento dei dirigenti, l'otto per cento dei professori associati e l'uno
per cento dei professori ordinari ha meno di quarant'anni.

Sono i baroni, parte della nuova aristocrazia, sempre pronti a
scagliarsi contro i plutocrati...

Non vorrei fare il "giustizialista" -sia chiaro-. Ho alcuni amici
docenti, bravi e grandi lavoratori. Certo il commento di un
responsabile de La voce, sentito a Tg1 Econonomia oggi alle 14 non era
affatto incoraggiante: il problema secondo costui consiste nelle "sedi
distaccate" (e pi� o meno "autonome"). Basta chiudere quelle e voil�...
la corporazione � salva. Pessimo modo... Certo la assemblea convocata
alla Sapienza oggi era stracolma pi� di un'assemblea del '68. Pessimo
segnale.





http://www.sfida.org/documenti/documen.doc

29 giugno 2005 � Corriere della Sera

�Concorsi pilotati�: otto docenti indagati
�Favoriti parenti e amici di baroni universitari�
�Sotto inchiesta Prestamburgo, ex sottosegretario dell'Ulivo�


�� Concorsi pilotati attraverso commissioni compiacenti per promuovere
figli, parenti o amici di �baroni� universitari: un'inchiesta della
Procura di Firenze scuote il mondo accademico italiano. Otto i docenti
indagati e perquisiti dalla Guardia di Finanza in varie citt� con
l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'abuso d'ufficio
per le selezioni � che avverrebbero con metodi clientelari e non
meritocratici � dei componenti delle commissioni d'esame per le
selezioni di professori e di ricercatori di Politica e Economia agraria
in una decina di facolt���
Tra gli otto indagati c'� Mario Prestamburgo, ordinario di Economia
agraria a Trieste, ex deputato dell'Ulivo, ex sottosegretario al
ministero per le Risorse agricole nel governo Dini e presidente della
Societ� italiana di Economia agraria ( Sidea)�


17 settembre 2005 - Repubblica
"Troppo bravo, bocciamolo"

"Era il migliore, l'abbiamo fregato". Quando i baroni universitari si
applicano sono quasi pi� abili di quei meccanici che taroccano i motori
delle auto, quelli che ripuliscono le candelette e i carburatori.
"Abbiamo fatto una battaglia terribile. proprio mafia e contromafia.
Fare giudizi in modo da fregarne tutti tranne uno o due non � facile,
per� sto uscendo fuori con una bella lingua italiana, mi sto
divertendo".
I finanzieri intercettano i colloqui che Paolo Rizzon, ordinario di
cardiologia di Bari, sta avendo con alcuni colleghi tra cui Mario
Mariani, luminare di vastissima e acclarata fama, docente di
cardiologia all'universit� di Pisa.�

08 ottobre 2003 - Corriere della sera

�Posti ereditari, concorsi truccati�

�� L�ultima viene del Tar della Sardegna, la sentenza depositata il 9
settembre ha annullato il decreto di nomina a professore associato di
Roberto Puxeddu�� �I giudici � parlano di �illegittimit� conseguente a
difetto di imparzialit��. Il fatto � che nella commissione c�erano due
professori, Antonino Roberto Antonelli (ordinario a Brescia) e Alberto
Rinaldi Ceroni (Bologna), che il pap� di Puxeddu, Paolo, oggi ordinario
nella stessa universit� di Cagliari, aveva promosso in un concorso
bandito il 4 agosto �88, un concorso truccato. I casi della vita:
allora Paolo Puxeddu era presidente della commissione e nel frattempo �
stato condannato in via definitiva a un anno per falso e abuso d�
ufficio. La sentenza d�appello del Tribunale di Roma, citata dal Tar,
parlava di �delirio di potere�, �interessi sfacciatamente nepotistici e
di rafforzamento del potere personale o della fazione di appartenenza�,
�feudi baronali di famiglia� e �Repubblica delle banane� ma condannati
e beneficiati sono al loro posto, stanno nelle commissioni giudicatrici
e si presentano pure ai concorsi di altre cattedre perch� non si sa
mai, con la sentenza definitiva potrebbero perdere la loro.��

24 giugno 2004 - Repubblica

Universit�, concorsi truccati.
"Riuscivano a controllare le commissioni esaminatrici"

�Cinque cardiologi sono stati arrestati oggi dalla guardia di finanza
nell'ambito dell'inchiesta sui presunti concorsi universitari
truccati.� ��I magistrati avrebbero accertato che i concorsi erano solo
una formalit� per procedere all'assunzione dei docenti universitari
(ordinari e associati, in forma pi� attenuata anche quella di
ricercatori) perch� l'indicazione del nominativo della persona che
doveva risultare idonea al concorso era gi� stato definito in
precedenza.�
17 settembre 2005- Repubblica
�All'universit� ci sono infatti uomini d'onore: ogni parola � debito.
E ogni impegno � un dovere, da hombre vertical. Verticale nel senso che
se il pap� insegna, un giorno o l'altro insegner� anche il figlio. La
teoria della diramazione per via successoria, la cosiddetta
verticalizzazione della cattedra, � esemplarmente racchiusa dalla
composizione accademica della famiglia Frati di Roma sulla quale,
beninteso, non esiste ombra giudiziaria.�
�Il capostipite Luigi � prorettore della Sapienza e professore
ordinario e preside della facolt� di Medicina. La figlia Paola �
professore associato, Luciana, mamma di Paola e moglie di Luigi,
insegna storia della medicina. Un altro Frati, Giacomo, pi� giovane, �
ricercatore al Campus biomedico romano.�

25 luglio 2005- Corriere della Sera
�Il merito? Conta di pi� il potere delle trib��

� �La scelta dei professori universitari dovunque viene fatta dai
professori stessi, che si consultano fra di loro per scegliere i pi�
meritevoli. E' il metodo della cooptazione. Da noi per�, soprattutto in
alcuni settori, i professori sono politicizzati e hanno creato dei
meccanismi con cui decidono anni prima chi vincer� il concorso. Chi non
� politicamente allineato non far� mai carriera, � meglio cambi
mestiere o emigri all'estero. Ma, oltre alle trib� politiche, ci sono
altre confraternite, o scambi di favori sul tipo: io metto in cattedra
tuo figlio e tu il mio.�

17 settembre 2005 � Repubblica

�A Siena non � accaduto niente di penalmente rilevante, e c'� da dire
che i protagonisti sono riconosciuti come eccellenti medici. Gian Marco
� ricercatore di oculistica, il suo pap� Piero Tosi � ordinario di
anatomia patologica, nonch� rettore dell'universit� di Siena e
presidente della Conferenza dei rettori. A Firenze Nicola, figliolo del
magnifico rettore dell'Universit�, � divenuto ricercatore di economia
agraria. Il pap� Augusto Marinelli � ordinario di economia agraria ed
estimo rurale. Sonia, figlia di Mario Prestamburgo, � professore
associato a Udine. Il suo pap� (gi� deputato dell'Ulivo e
sottosegretario nel governo Dini) � ordinario a Trieste.�





Sesso, elezioni, favori e voti regalati
"Quella studentessa � zero, le do 26"
di GIULIANO FOSCHINI e LORENZA PLEUTERI

http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/esami-
bari/ordinanza/ordinanza.html


BARI - Sesso, elezioni, scambi di favore tra baroni universitari e vip
della
citt�. Tariffari precisi e un'organizzazione capillare. � questo lo
spaccato
della cupola degli esami a Economia che emerge dalle 245 pagine di
ordinanza
di custodia firmata dal gip, Vito Fanizzi.

LE REGOLE DEL SISTEMA
Gli investigatori intercettano una chiacchierata tra il professor
Massimo Del
Vecchio, che dirige l'istituto privato al cemntro dell'inchiesta, e il
bidello Giuseppe Maurogiovanni. Parlano del professor Barile.
M.: "Guarda che questo � pezzo di m. originale.... Si � fatto avere
pure da
te 150 euro... allora vuoi vedere che lui al prossimo appello mi deve
fare
passare uno senza dargli una lira?.... Quello che lui ha lavorato con
me, per
sei anni... Vincenzo l'Andriese (ndr, Dell'Olio, un altro degli
indagati) si
� fregato un sacco di soldi... A uno gli tolse 10 milioni quando c'era
la
lira, dammi 10 milioni e questi li devi passare tutti... C'� una
differenza
con te, con lui ho tremato, tremavo... E ora lui se ne esce con
trecento
euro? Sai per lui cosa sono, una cacata per pulirsi il sedere".

TARIFFE DIFFERENZIATE
Del Vecchio parla con Nichiforso Baldacci, l'uomo che dovrebbe portare
studenti greci nel suo istituto privato con la promessa di vantaggi
durante
gli esami.
B.: "Allora, 2.500 per l'esame di matematica".
D.: "Va bene... Poi per le altre materie mille euro soltanto. A parte
diritto
commerciale, quello facciamo mille e cinquecento... Penso che sia
buono...
giusto?"
B.: "E inglese, per esempio, quando uno vuole dare tutti e due?"
D.: "1.500 tutto, primo inglese e secondo".

PROPOSTE INDECENTI
Del Vecchio parla con una delle studentesse che frequentano la sua
scuola.
D.: "Tu, ti devi aprire, ti devi aprire proprio... ti metti in una
situazione
di tranquillit� locale, perch� se vedo che tu anzich� aprirti ti
copri, mi
copro anch'io... Se non ti sbottoni... io non ti posso fare niente".
Studentessa: "Professore, se lei mi dice ho la soluzione al tuo
problema, io
domani stesso sto qua... Io, professore, le sto dicendo tutto quello
che mi
viene in mente".
D.: "Io non intendevo sbottonati in senso figurato... con che altro te
lo
devo dire?"
S.: "Io, professore domani le porto i soldi"
D.: "Non intendevo nemmeno in senso economico... Va b� andiamo
avanti".

L'SMS AL PROFESSORE
Il professor Antonio De Feo, il docente di diritto del Lavoro,
campione della
Bari bene e anche lui indagato, sta tenendo un esame. Il figlio gli
manda un
sms, chiedendo informazioni su una sua amica.
"Come va?"
"Zero assoluto oltre a essere cretina".
La ragazza sar� promossa con la votazione di 26/30.

L'ESAME DA AVVOCATO
Sempre De Feo ha ricoperto anche il ruolo di presidente di commissione
per
gli esami da avvocato. "Un'altra conversazione ambientale evidenzia -
scrive
il gip - come abbia utilizzato la scorretta gestione della propria
funzione
per fini elettorali. Aveva cio� bisogno di tutti i soggetti che
avevano fatto
gli esami con lui personalmente (che lui stesso definiva
"raccomandati") in
modo da poter poi loro inviare lettere di sollecitazione ad appoggiare
Fitto
(ndr, ex governatore del centrodestra, poi parlamentare di Forza
Italia), in
quel periodo impegnato nella campagna elettorale".
D.: "Quell'elenco.... Devi fare una cartellina.... devi scrivere esami
avvocati".
Segretaria: "In chi senso?"
D.: "Perch� questi poi far� una lettera se appoggiamo Fitto e cos� via
capito?"
S: "Ok".
D.: "Quello che hanno fatto gli esami con me.... personalmente... i
raccomandati".

(4 aprile 2008)



http://www.loccidentale.it/tag/caste?gclid=CJqFmNnS2pQCFQxRtAodCkQ5Cw

Universit�: la "casta" proletaria
degli ex baroni

di Raimondo Cubeddu 24 Agosto 2007

Come tutte le caste anche quella dei professori universitari � il
risultato della mancata mobilit� ed apertura del sistema istituzionale.
Di conseguenza essa riflette i pochi pregi e i molti difetti di un
sistema nel quale non esiste la concorrenza. Nella fattispecie tra
atenei pubblici ed atenei privati. Per accedere a tutti i gradi della
carriera di ruolo, da quella di ricercatori a quella degli ordinari �
quelli che in altri tempi, quando erano soltanto all�incirca tremila,
venivano definiti i �baroni�� bisogna infatti assoggettarsi agli stessi
concorsi che, nei vari gradi della carriera, danno la garanzia di un
vitalizio indipendente dalla produttivit� scientifica e didattica.

Ovviamente quello del passato non era un sistema che dal punto di
vista della produttivit� scientifica e delle ricadute sociali poteva
definirsi ottimale, ma quando si � cercato di cambiarlo la situazione �
addirittura peggiorata. In generale, �baroni�, un tempo, si dedicavano
ai propri studi, alle proprie attivit� professionali, ai concorsi e, se
restava tempo anche all�attivit� didattica. Le eccezioni, quelle che
davano lustro alla professione intesa come vocazione scientifica e
didattica, non erano poche, ma la gran parte dei giovani studiosi
impiegava il proprio tempo nel prepararsi a cogliere i frutti di un
lungo, duro e spesso frustrante apprendistato, e i �baroni� facevano
per l�appunto i �baroni�. I consigli di facolt� erano pochi, i punti da
discutere non eccessivi, e su tutte le cose importanti non era
difficile trovare un accordo tra i pochi colleghi che contavano. Lo
spirito di casta era forte e questo impediva che i panni sporchi
venissero lavati in pubblico anche perch� il timore reverenziale degli
studenti era tale che quasi nessuno osava metterne in discussione
preparazione, impegno ed attivit� didattica. Certo gli stipendi non
erano un granch�, ma si trattava appunto di una vocazione, e poco
importava se per far carriera era necessario godere di un patrimonio
familiare che consentiva appunto di farla.

Questa, fino agli anni settanta era la situazione, e non era
modificata dalla circostanza che nell�universit� ci fossero anche dei
professori, non soltanto dei �baroni�, che per la ricerca e per la
didattica vivessero, allargando la propria famiglia a quella dei propri
allievi.

Poi, con la cosiddetta �democratizzazione del sistema universitario�
le cose sono cambiate. Ai vari consigli hanno avuto accesso tutte le
componenti dell�universit�, l�attivit� burocratica � cresciuta a
dismisura, tutte le decisioni son passate al vaglio di un regime
assembleare. Oggi il voto di un �barone� conta quanto quello di un
ricercatore e, in alcuni ambiti, come quello di un rappresentante degli
studenti o del personale.

La casta si � allargata fino a dissolversi. Rimangono pochi privilegi,
come quello di non avere un cartellino da timbrare, ed il prestigio di
cui i �docenti universitari� (ormai non pi� �professori�) pensano
ancora di godere. La licealizzazione (ad essere buoni) dell�universit�
ha dato vita ad una classe di scontenti e di frustrati malpagati e ad
una classe di eletti che svolgono attivit� professionali e consulenze
ad alto reddito, scrivono sui giornali, fanno politica culturale e
talora semplicemente politica.

La casta si � cos� dissolta generando classi sociali estremamente
diversificate quando non antagoniste. Le universit� hanno aumentato a
dismisura quella che si chiama �offerta didattica�, e a coprirla
vengono chiamati non soltanto i docenti, ma anche esperti vari e sempre
pi� spesso giovani aspiranti accademici che come preparazione specifica
sono talora indistinguibili da �lavoratori socialmente utili�. Sempre
pi� spesso nei vari consigli ci si ritrova a votare con persone che non
si conoscono e su argomenti dell�ordine del giorno di cui soltanto i
presidi, i vari direttori (di dipartimento o di classe) ed i managers
didattici capiscono qualcosa. Ci si risveglia quando si parla di
concorsi, ma soltanto di quelli che riguardano la propria disciplina o
i propri allievi.

L�universit� � cos� entrata in uno stato comatoso che qualcuno cerca
di arrestare sbattendo la testa contro interessi corporativi sempre pi�
forti. Eppure la guarigione non sarebbe impossibile se soltanto si
introducesse qualche elemento di dinamismo e di mobilit�. Ad esempio,
eliminando la necessit� di chiedere il nulla osta della propria facolt�
per insegnare anche (ed ovviamente assicurando di svolgere il proprio
carico didattico) in altre universit�, e con semplici provvedimenti
tendenti a favorire la mobilit� tra un ateneo ed un altro.

La �casta proletaria� � infatti il frutto di provvedimenti che
impediscono ad un�universit� di avvalersi di un docente reputato
illustre o, pi� semplicemente utile, e di carriere che oramai si
svolgono quasi tutte all�interno della medesima universit�, spesso di
quella nella quale si � stati anche studenti. Il sistema attuale, per
fare un altro esempio, richiede che per la costituzione di una nuova
universit� (pubblica o privata che sia) in una regione � necessario il
parere positivo delle altre universit� regionali: e questo ostacola la
concorrenza tra istituzioni accademiche; rende estremamente difficile
per un docente cambiare universit� o anche facolt� all�interno dello
stesso ateneo: e questo favorisce la formazione di mafie universitarie;
impedisce la possibilit� di arricchire l�offerta didattica e
scientifica delle piccole universit� chiamando ad insegnare per
contratto docenti di altre universit�: e questo non consente agli
studenti di venire a contatto con altre realt� ed esperienze
scientifiche.

Questo sistema sta semplicemente producendo universit� di serie A, B e
C e relative caste: chiuse, autoreferenziali e dedite ad una �politica
universitaria� fatta di inconcludenti (dal punto di vista scientifico)
riunioni dedicate all�edilizia e alla programmazione didattica.

Perso il prestigio, ed in molti casi il denaro, a lenire le
frustrazioni della casta dei baroni universitari non restano che i
famigerati concorsi. Quelli che il pubblico dei non addetti considera
ormai l�emblema della corruzione dell�istituzione. Per molti docenti si
tratta dell�unica possibilit� di finire sui giornali e di poter dare,
purtroppo, una risposta alla domanda di familiari ed amici che si
chiedono come mai uno in loco tanto famoso non appaia mai sul Corriere,
Repubblica, Giornale, etc., non partecipi come esperto ad una qualsiasi
trasmissione di approfondimento televisivo, non faccia parte di
commissioni governative e regionali, n� compaia in immagine accanto a
qualche noto politico o a qualche soubrette.

Da sempre croce e delizia del mondo universitario i concorsi �o
meglio, come si deve dire oggi, le �procedure di valutazione
comparativa�� sono il campo in cui il �barone� (che poco spesso � anche
uno studioso noto ed affermato al di fuori del suo mondo o del suo
settore scientifico-disciplinare) ha modo di esplicare al meglio le sue
presunte doti partecipando alla cooptazione nell��lite o, tramite il
suo presunto �prestigio�, patrocinando l�ingresso nella casta di
allievi e talora anche di consanguinei e di congiunti a vario titolo.
Il costo, molto, spesso, � appunto quello di finire sui giornali o, pi�
raramente, in procura. Ma, ad essere, sinceri e cinici, per alcuni di
noi si tratta comunque di una soddisfazione o di un modo come un altro
di sentirsi vivi.

E che si sia ridotti a tanto la dice lunga sullo stato dell�universit�
pi� di tante analisi �colte� riguardanti la produttivit� scientifica e
il prestigio nazionale ed internazionale delle sedi in cui si pubblica.

Per fortuna, accanto alla �casta�, maniera spontanea ed imprevista, si
sta registrando anche il fenomeno dei docenti che credono e che
praticano la ricerca nonostante tutto, e che tra mille difficolt�
assolvono a quella che dovrebbe essere la funzione primaria dell�
universit�: produrre e diffondere conoscenza. Esistono anche da noi
delle isole felici dove l�obiettivo non � quello di racimolare potere
accademico, bens� quello di confrontarsi con quanto avviene nel mondo
della ricerca globalizzata. Ci sono giovani e meno giovani che ad onta
della parca retribuzione credono nella ricerca, e che passano all�
estero, coltivando e sviluppando progetti con altri atenei, il tempo
lasciato libero dagli impegni didattici. Delle difficolt� che costoro
sovente incontrano nelle loro sedi, nelle quali il �potere� � magari
nelle mani di colleghi i quali anzich� alla ricerca si sono dedicati
alla �politica universitaria�, � difficile dire. Infatti, poich� per la
casta non hanno n� vocazione, n� interesse, vengono sovente emarginati
dai giochi di potere e quindi dalla possibilit� di creare una �scuola�.
Non � facile dire se il loro esempio produrr� nel tempo qualcosa. Non
resta che aspettare, sperando che la casta dei politici si renda
finalmente conto che lo stato comatoso dell�universit� non �
irreversibile, e che se ne pu� uscire non incrementando gli attuali
livelli di burocratizzazione, di omologazione e di finte garanzie che
non assicurano pi� nulla, ma semplicemente favorendo un�autonomia
responsabile o, in altre parole, una reale competizione.

In autunno, dopo che il ministero avr� provveduto al riordino dei
settori scientifico-disciplinari, del sistema di reclutamento e delle
agenzie di valutazione, le universit� italiane inizieranno a
riformulare i propri ordinamenti e la propria offerta didattica
(classi, master, dottorati, etc.).

L�occasione, non pu� quindi essere sprecata perch� una buona riforma
del sistema universitario � importante per il paese almeno quanto una
riforma del sistema pensionistico, del riordino di quello bancario, o
di una legge elettorale.

E questo per una serie di motivi.

Il primo � che in un mondo in cui la ricaduta sociale ed economica
delle scoperte scientifiche �che sovente hanno origine nei centri di
ricerca universitari� sta assumendo un ritmo sempre pi� incalzante, l�
universit� italiana � paralizzata da deficienze strutturali che
producono didattica modesta, poca ricerca, e scarsa informazione
occupazionale. Il tutto a costi molto alti rispetto ai risultati e in
strutture logistiche sovente squallide.

Il secondo � che lo sviluppo delle nanotecnologie sta producendo
inedite aggregazioni di saperi e di competenze che richiederanno
duttilit�: tutti son convinti che saranno il futuro ma nessuno �
ovviamente in grado di descriverlo.

In altre parole il processo di trasformazione della conoscenza in
risorse e in concrete possibilit� di sviluppo si sta velocizzando a tal
punto da travolgere tutto il resto. Compresa la casta dei docenti
universitari.

Conoscenza, quindi, bisogna produrne. Costa farlo e costa non farlo. E
chi si illude di poterne restarne fuori, o di essere in grado di
risolvere la situazione con una logica diversa racconta semplicemente
balle. In un mondo in cui formazione e ricerca non hanno pi� confini, i
sistemi peggiori finiscono inevitabilmente in un angolo in cui ogni
esercizio di frustrazione o di ribellismo sar� vano. Le caste non
servono a nulla e non garantiscono niente.

Quella dell�universit� � dunque una questione grave che riguarda tutto
il paese e tutte le fasce d�et�. Anzitutto la casta dei docenti, la
quale non dovrebbero approfittare della circostanza per fare l�ennesima
riforma �gattopardesca� (far finta di cambiare tutto affinch� tutto
resti come prima), e gli studenti, che possono riappropriarsi del
proprio futuro soltanto se sapranno guardare con realismo a quel che
succede nel resto del mondo.



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/La-mafia-dei-baroni/

La mafia dei baroni
di Davide Carlucci, Gianluca Di Feo e Giuliano Foschini

Metodi da Cosa Nostra. Per gestire il potere negli atenei. Bari,
Bologna, Firenze: tre inchieste sui concorsi. Gi� decisi prima del
bando. A favore di parenti e allievi. Ecco i risultati choc delle
inchieste delle procure sui professori Mafia. Il guaio � che non sono
solo i magistrati a usare questo termine. Adesso anche i docenti pi�
disillusi citano il modello di Cosa nostra come unico riferimento per
descrivere la gestione dei concorsi nelle universit� italiane. Proprio
nei luoghi dove si dovrebbe costruire il futuro, prospera una figura
medievale capace di resistere a ogni riforma: il barone. Un tempo i
suoi feudi erano piccoli, poteva controllare direttamente vassalli e
valvassori, mentre doveva piegarsi davanti a un solo re, lo Stato. Ora
invece il numero dei docenti e degli atenei � esploso. C'� da
corteggiare aziende e fondazioni, mentre spesso bisogna anche fare i
conti con le Regioni. Cos� l'ultima generazione di baroni per mantenere
intatto il potere ha rinunciato a ogni parvenza di nobilt� accademica e
si � organizzata secondo gli schemi dell'onorata societ�. Questo
raccontano gli investigatori di tre procure che hanno radiografato
l'assegnazione di decine e decine di poltrone negli atenei di tutta
Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Un terremoto con epicentro a Bari,
Firenze e Bologna che vede indagati un centinaio di professori. E che
ha messo alla luce gli stessi giochi di potere in tutti gli atenei
scandagliati. Scrive il giudice Giuseppe De Benectis: "I concorsi
universitari erano dunque celebrati, discussi e decisi molto prima di
quanto la loro effettuazione facesse pensare, a cura di commissari che
sembravano simili a pochi 'associati' a una 'cosca' di sapore mafioso".
Rincarano la dose i professori Mariano Giaquinta e Angelo Guerraggio:
"'Sistema mafioso' vuole dire 'cupole di gestione' delle carriere e
degli affari universitari, spesso camuffate come gruppi democratici di
rappresentanza o gruppi di ricerca".

Se i giovani pi� promettenti emigrano non � solo questione di risorse;
se la ricerca langue e i policlinici sono sotto accusa, la colpa �
anche del 'sistema'. Che fa persino rimpiangere il passato: "Una volta
si parlava di 'baroni'. Adesso i numeri (anche dei docenti) sono
cresciuti. Al posto del singolo barone ci sono i clan e i loro leader,
che non necessariamente sono i migliori dal punto di vista della
ricerca...", scrivono sempre Giaquinta e Guerraggio, docenti di
matematica che hanno appena pubblicato un saggio coraggioso intitolato
'Ipotesi per l'universit�'. E continuano: "La situazione non sembra
migliorata: baroni per baroni, sistema mafioso per sistema mafioso,
forse i vecchi 'mandarini' sapevano maggiormente conciliare il loro
interesse con quello generale. La difesa delle posizioni conquistate
dal 'gruppo' riusciva, in parte, a diventare anche fattore di
progresso. Sicuramente pi� di quanto accada adesso".


Cattedre immortali

Come nelle cronache del basso impero, i nuovi baroni non si limitano a
spadroneggiare nei loro castelli, ma creano alleanze con altri
signorotti, in modo da proteggersi l'un l'altro e dilagare
nell'immunit�. Eppure ci sono state prese di posizione dirompenti, come
quella di Gino Giugni, che nell'estate del 2005 denunci� in una lettera
aperta ai professori di diritto del lavoro "la gestione combinata nella
selezione dei giovani studiosi". Il padre dello Statuto dei lavoratori
chiedeva che "tutti i colleghi di buona volont�" unissero il loro
impegno "per riportare serenit�, trasparenza, e ancor pi� equit� nelle
scelte accademiche". Raccolse un plauso tanto ampio quanto generico.
Insomma, nessuno ebbe il coraggio di fare un nome o denunciare un
concorso specifico. Oggi Giugni spiega a 'L'espresso' di non essere
pentito di quella sortita. Da vecchio socialista si sforza di mantenere
un ottimismo di principio, ma ammette: "Da quello che mi raccontano,
temo che non sia cambiato proprio nulla". La razza barona infatti gode
di un privilegio tra i privilegi: quello dell'immortalit� accademica.
Gli effetti concreti dell'intervento della magistratura sono limitati.
Se non totalmente inutili: le sentenze non riescono a scalfire le
poltrone. Ai tempi biblici della giustizia penale si sommano le
controversie civili e amministrative, con ragnatele di ricorsi
incrociati. Alla fine, persino il baronetto riesce quasi sempre a
conservare il feudo ereditato dal padre in violazione d'ogni legge. Il
caso pi� assurdo � quello del concorso di otorinolaringoiatria bandito
nel 1988: ci sono state dieci sentenze, confermate pure dalla Suprema
corte, centinaia di articoli di giornali, almeno quattro libri e una
decina di interrogazioni parlamentari. Il professor Motta senior �
stato condannato, eppure il professor Motta junior continua a detenere
legalmente quel posto da 18 anni. Se l'immortalit� � garantita anche
nell'immoralit� in caso di giudizi definitivi, facile immaginare il
colpo di spugna che caler� con l'indulto sugli ultimi scandali
universitari. Tutte le accuse di abuso in atti d'ufficio, il reato
classico delle selezioni addomesticate, verranno spazzate via:
resteranno solo le pi� gravi, quelle per le quali viene contestata
anche l'associazione per delinquere, la corruzione o la concussione.



http://www.miur.it/

Perch� dichiaro guerra ai baroni universitari
Intervista del Ministro Mussi al settimanale "Panorama" di Giorgio
Fabre

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Anonimato per i membri delle commissioni nazionali che operano la
preselezione dei ricercatori universitari. Stop agli automatismi per le
retribuzioni dei docenti. E obbligo di scelta tra la cattedra (e lo
stipendio) in un ateneo pubblico oppure in uno privato.
Alla vigilia della presentazione ai rettori, il prossimo 12 settembre,
del "Patto per l'universit�" elaborato con il suo collega dell'Economia
Tommaso Padoa-Schioppa, il Ministro dell'Universit� e della ricerca,
Fabio Mussi, anticipa a Panorama alcune sue ricette per migliorare,
come dice lui stesso, "un sistema universitario italiano pieno di
difetti, sprechi, clientelismi".
Un punto che sta molto a cuore a Mussi � l'imminente e massiccia
tornata di concorsi per ricercatori, prevista da un suo decreto che ha
sollevato qualche perplessit� in Consiglio di Stato.

"Il parere del Consiglio non mi � ancora arrivato" dice il Ministro
"ma so che ci saranno delle osservazioni. La questione controversa
sembra sia l'anonimato dei componenti delle commissioni nazionali che
dovranno compiere la prima scrematura dei concorrenti, i quali poi
verranno giudicati dalle commissioni delle varie universit�. Ma su
questo resister�. L'anonimato c'� in tanti paesi del mondo. Gli stessi
docenti italiani fanno gi� "referee" anonimi per le altre universit�
europee. � un punto qualificante. Non verr� sottratto alle singole
universit� il potere di scelta, ma verr� impedita la rete di accordi
preliminari. Sar� un passo enorme . E se il principio varr� per i
ricercatori, poi varr� anche per i concorsi degli associati e degli
ordinari".
Anche se forse c'� gi� qualcuno che pensa di neutralizzare la novit�
con "concorsini" in zona Cesarini.

Altro punto dolente, gli stipendi.
"Quelli d'ingresso alle universit� sono bassi. Ma poi c'� una
progressione automatica. E l'automatismo non premia mai. Bisogna
fermarlo. � ingiusto che ci sia il docente che lavora 20 ore al giorno,
riceve gli studenti, fa corsi e seminari, per guadagnare come il
collega che invece fa dare gli esami agli assistenti e non si vede mai.
Bisogna poter valutare. Solo il merito e la qualit� sono rispettosi del
principio dell'uguaglianza".

E le reazioni dei sindacati?
"Dipende da quali. Alcuni capiscono e non sono corporativi".

Ce n'� anche per l'universit� privata, della quale nega di essere
avversario.
"Io apprezzo sul serio il privato. L'anno scorso, nel primo decreto di
risanamento che ho discusso con Padoa-Schioppa c'era un taglio pesante
in questo settore e io mi sono battuto per cancellarlo. Oggi le
universit� private ricevono dallo Stato 133 milioni di euro. Cash. Ma
c'� un problema serio. Alcune, non tutte, hanno la maggioranza del
corpo insegnante che lavora anche nelle universit� statali. Prendono il
grosso dello stipendio dallo Stato e dal privato ricevono solo un
incremento di indennit�. Non posso accettare un'ideologia del privato
che nasconde la mano dello Stato. Bisogna risolvere questa situazione e
per questo alla fine dell'anno far� una legge per separare i due corpi
insegnanti. Si vedr�, si discuter�. Posso anche accettare che
un'universit� privata abbia un rapporto col pubblico, ma non l'abuso".

Ultima questione, la voce insistente secondo la quale il suo
Sottosegretario Luciano Modica (Ds), sia stato e sia ancora un
concorrente per la sua poltrona ministeriale.
"E' una sciocchezza" liquida Mussi. "Con Modica lavoro bene, � un uomo
intelligente".



http://www.uonna.it/universita-crepuscolo-baroni.htm


Roma, 7 settembre 2007
Universit�, il crepuscolo dei baroni
Parte da Internet il movimento contro "la scuola del nepotismo e dei
favoritismi"
rivolta web nell'ateneo dei privilegi
Siti e blog di studenti e professori per provare a voltare pagina





23 gennaio 2008 DAVIDE CARLUCCI

NON riesce proprio a farsene una ragione, l'oncologo Massimo Federico.
"E' come se un calciatore avesse vinto la coppa Davis", dice. A Modena
� accaduto di recente un fatto assai curioso: un professore associato
in dermatologia � diventato ordinario in una prova bandita dal corso di
laurea in odontoiatria. L'idoneo ha 36 anni e si chiama Giovanni
Pellacani. E' il figlio del rettore, Giancarlo Pellacani (che ha anche
un altro figlio docente a Giurisprudenza). Durante la seduta per la
chiamata, tre professori hanno votato contro. Uno di questi � l'ex
preside della facolt� di Medicina, Maurizio Ponz de Leon: "Non si � mai
verificato, almeno negli ultimi trent'anni di storia della nostra
facolt�, che un ricercatore riuscisse a diventare ordinario in soli 6
anni e 4 mesi dalla nomina a ricercatore. Certo, potrebbe avvenire per
meriti eccezionali. Ma, come visto dall'esame del curriculum, questi
meriti non esistono".
Il docente insegna da sei anni, ha un'esperienza all'estero di soli
due mesi e i suoi punti di Impact factor (il riscontro dell'attivit� di
ricerca nelle pubblicazioni scientifiche), riguardano solo la
dermatologia: non il Med50, il settore, cio�, per il quale ha vinto il
concorso. Altra stranezza: "Il concorso non ha visto la partecipazione
di nessuno degli associati e dei ricercatori della nostra facolt�".
Federico dal canto suo fa osservare che "in Italia esistono 26
professori associati" di quel settore ma nessuno ha fatto domanda. E
aggiunge: "Data la delicatezza della decisione, trattandosi di un
procedimento che riguarda il rettore, chiedo che la votazione avvenga
dopo che la facolt� sia stata edotta delle conseguenze di una chiamata
che potrebbe rientrare nel campo della presunzione di nepotismo".

Federico chiede informazioni su dodici punti e qualche settimana dopo,
non ottenendo risposte, denuncia tutto alla Procura. Da allora sta
perdendo ogni incarico: dalla presidenza della commissione contratti e
contenzioso alla direzione della scuola di oncologia. Una convenzione
con l'Istituto superiore di sanit�, che ha promesso 148mila euro
all'universit� per le ricerche da lui coordinate, � bloccata. E persino
nel giornalino dell'universit� si evita accuratamente di parlare della
pur prolifica attivit� di Federico e dei suoi collaboratori. Il
professore, per�, non molla. E pochi giorni fa � tornato a chiedere le
dimissioni del rettore.

Il magnifico, dal canto suo, reagisce: ha querelato il professore
ribelle, che aveva illustrato, in un incontro pubblico, le analogie tra
le sue ricerche sulle sindromi familiari e "l'albero genealogico della
famiglia Pellacani".

Quello di Modena � solo uno dei tanti fronti caldi della protesta
contro i presunti casi di nepotismo nelle universit�. L'altro � la
Sapienza di Roma, dove le polemiche per il mancato incontro con papa
Benedetto XVI sono riuscite a far passare in secondo piano la bufera
che s'era addensata sul rettore, Renato Guarini. Pochi giorni prima
dell'invito del pontefice, Guarini � stato iscritto nel registro degli
indagati per abuso d'ufficio: la procura di Roma indaga su un possibile
scambio di favori con l'architetto Leonardo di Paola, docente di Estimo
ma anche presidente della Cpc, la societ� che si � aggiudicata i lavori
(8,8 milioni di euro) per la realizzazione del parcheggio della citt�
universitaria.

Di Paola � anche il presidente della commissione che ha promosso Maria
Rosaria Guarini, figlia del rettore, a ricercatrice in Estimo. Anche in
questo caso la denuncia � partita da un docente universitario, Antonio
Sili Scavalli, gi� autore di un'altra denuncia sull'intreccio tra
cattedre e appalti.

Alla Sapienza insegna anche Tommaso Gastaldi, ricercatore di
Statistica. Mesi fa previde: una rivoluzione sta per scuotere
l'universit� italiana. "Si sta creando un incredibile fronte compatto
di persone di buona volont� che va da Napoli a Siena... Possiamo
veramente creare un'onda sismica... - scrisse nel suo blog,
Concorsopoli". I casi di Modena e Roma mostrano che il terremoto � gi�
in atto: � la rivolta contro il sistema di cooptazione dei professori
universitari, spesso assimilato all'affiliazione mafiosa. Dopo i primi
scandali di Bari, Bologna, Firenze, Siena, Macerata, Messina e le
inchieste che sono seguite, la parola d'ordine � attaccare la "razza
barona", la casta che manda in cattedra figli, nipoti, cugini e amanti
- ma anche amici e compagni di partito, frammassoni, colleghi di
cordata.

Siti come quello di Gastaldi (che ha creato un osservatorio per
segnalare in anticipo i concorsi sospetti) si moltiplicano. Si chiamano
Ateneo pulito, Malauniversitas, Universit� degli orrori, Ateneo
palermitano. Diari dell'indignazione accademica curati da chi non regge
pi� lo strapotere degli ermellini.
Il pretesto pu� essere anche un convegno, come quello che si terr�
sabato a Pisa, organizzato dalla massoneria toscana. Su Il Senso della
misura, il blog curato dal docente Giovanni Grasso, si fa notare che "a
Roma e a Pisa l'universit� si apre al mondo in modo diverso. Credete
che la libert� di parola dei massoni sar� messa in discussione a Pisa?
Credete che frange estremistiche si ricorderanno che la Toscana � stato
il cuore territoriale, quanto meno, della P2?".

Nel suo Universitopoli, Marco Lanzetta, primo chirurgo italiano ad
aver effettuato un trapianto di mano, ha pubblicato invece la sentenza
del consiglio di Stato che lo proclama finalmente vincitore contro
l'universit� di Varese. "I giudici riportano la legalit� nei concorsi
universitari", scrive. La sua, alla vigilia della riforma del sistema
concorsuale - annunciata dal ministro Fabio Mussi per le prossime
settimane - � una convinzione diffusa. E cos� il Tar di Palermo ha
restituito a Maria Rita Gismondo, microbiologa della clinica Sacco di
Milano, il posto da ordinario che le era stato soffiato da docenti che,
� risultato poi, avevano spacciato per pubblicazioni scientifiche dei
semplici atti congressuali. Lo stesso � successo a Bari, dove alcuni
docenti di Diritto si sono presentati a un concorso, vincendolo, con
fotocopie "edite" da un'anonima stamperia di Benevento. Sempre a Bari �
stato necessario l'intervento del Tar perch� un professore di
biochimica ottenesse il laboratorio che gli spettava, negatogli
dall'endocrinologo Francesco Giorgino, peraltro indagato dalla procura,
insieme al padre, per il suo concorso da ordinario, grazie al quale ha
ereditato la direzione del reparto.

Molti docenti "arrabbiati", ora, cercano di organizzarsi in un
network. Fanno il tifo per i magistrati e trovano alleati anche oltre
gli atenei. Come Paolo Padoin, prefetto di Padova, che alle nefandezze
universitarie dedica una sezione del suo sito Rinnovare le istituzioni,
scrivendo: "Manteniamo fiducia nell'azione della magistratura che,
anche se in tempi biblici, dovrebbe arrivare alla definizione delle
tante azioni penali pendenti in diverse sedi universitarie. Soprattutto
la vicenda di Trieste, nella quale sono coinvolti quasi tutti i big di
agraria, denunciati dal professor Quirino Paris... ".

Paris, docente della University of California: � emigrato l� dopo un
feroce scontro con i suoi colleghi italiani proprio sulle procedure di
selezione. Ha inventato un modello matematico delle parentopoli
italiane e lo ha fatto pubblicare su una rivista on line americana.

Ovunque si grida alla prova truccata. I professori scrivono ai
magistrati, avvertono carabinieri e finanzieri: la vita accademica
procede per via giudiziaria. Chiami un docente e ti risponde: "Non
posso parlare, sono in procura". Un ricercatore romano segnala in
continuazione al ministero - che le gira ai pm - le sue previsioni sui
vincitori dei concorsi. "In questo momento - anticipa - ce ne sono in
corso due a Roma. In uno � stato richiesto, addirittura, che i
candidati presentassero solo tre pubblicazioni. Una follia: significa
tagliar fuori chi vanta decine di pubblicazioni internazionali".

Il Tar di Palermo, del resto, ha gi� sentenziato che non si pu�
scendere, per decenza, sotto una soglia minima di dieci pubblicazioni.
A Messina, l'universit� dove si sono laureati molti figli della
'ndrangheta, non si riesce invece a concludere un concorso di
audiologia, in gestazione dal 2002. Tra i candidati, quattro nomi
eccellenti: i due fratelli Motta, figli dell'otorinolaringoiatra
napoletano Giovanni, e i due fratelli Galletti, figli dell'otorino
messinese Cosimo. Due di loro (uno per famiglia) sono vincitori del
famigerato concorso del 1988 annullato dalla Cassazione perch�
sfacciatamente truccato.

A giudicarli, in commissione, saranno tre professori universitari
messi in cattedra dai loro genitori. Intanto, nel capoluogo siciliano
s'indaga su un altro concorso, quello di Veterinaria, per il quale un
gip ha deciso di sospendere il rettore Tomasello. A Siena, invece, una
docente, assistita dall'avvocato Massimo Rossi, ha fatto aprire una
nuova inchiesta: le � bastato allegare alla denuncia una mail, da lei
intercettata, scambiata tra i commissari di un concorso. "Non mi sono
sentita in imbarazzo nell'avanzare la proposta di scorrimento della
professoressa T. a professore di prima fascia. La candidata ha un
curriculum serio".

In effetti, otto mesi dopo la professoressa ottiene lo "scorrimento" a
professore ordinario. Ma in Italia divinare il nome del vincitore �
quasi la norma: il nome dell'idoneo � deciso in anticipo dalla facolt�
nel momento in cui "chiede" il posto. Tutto il resto (pubblicazione del
bando in gazzetta ufficiale, elezione dei commissari, loro convocazione
nella sede con relativa ospitalit� in albergo, prove scritte e orali) �
un'inutile messa in scena che per ogni "valutazione comparativa" costa,
in media, 20mila euro alle casse dello Stato.

Mentre l'universit� vive la sua "Mani pulite", i concorsi languono. I
posti da associati e ordinari non si bandiscono da maggio del 2006,
quelli per ricercatore sono stati, nel 2007, 1188 contro i 1618 del
2006 e contro i 2514 del 2005. Ora, per�, stanno per ripartire: Mussi
ha stanziato 40 milioni di euro e ha varato un nuovo regolamento che
dovrebbe limitare la sfera d'influenza dei commissari, sottoponendo in
prima battuta tutti i candidati al giudizio di revisori anonimi. E si
torneranno anche ad assumere associati e ordinari. Ma non con il
vecchio sistema di concorsi, considerato "un atto di ostilit� che ha
devastato qualit� e bilanci": la riflessione � di Pier Ugo Calzolari,
rettore di Bologna, e apre un altro sito di "controinformazione" sugli
scandali accademici, Scienzemedicolegali.

L'ateneo bolognese � stato il primo a tentare di reagire agli scandali
con un codice etico per prevenire le assunzioni di parenti negli stessi
dipartimenti, molto frequenti durante il rettorato precedente del
potentissimo Fabio Roversi Monaco. In Paesi come la Nuova Zelanda o il
Canada norme di questo tipo gi� da anni correggono i conflitti
d'interesse non solo tra parenti ma anche tra amici o tra colleghi di
studi professionali privati che insegnano nell'universit�. Lo
rivendicano anche molti docenti che vogliono il cambiamento.

A Bari, per esempio, � la battaglia del magistrato (e docente di
diritto canonico) Nicola Colaianni e dell'associato Carlo Sabb�, che ha
fatto aprire, con le sue denunce, l'inchiesta sui concorsi pilotati a
Medicina interna nella quale figurano, tra gli indagati - oltre
all'ordinario di Medicina interna Giuseppe Palasciano - anche nomi
eccellenti, come il milanese Pier Mannuccio Mannucci. Nel capoluogo
pugliese, per�, dove famiglie come i Massari o i Girone hanno fatto il
pieno di cattedre e dove i baroni avevano, fino a poco tempo fa,
persino i posti barca gratuiti sul lungomare, le resistenze sono ancora
fortissime. Una prima bozza, per�, � stata approvata a dicembre e vieta
esplicitamente l'assunzione di parenti e altri docenti all'interno
delle facolt�. Forse qualcosa cambier�.


 
 
 

 

 
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