"Una limba, unu pòpulu" est su tìtulu de sa "mesa de arrejonu" chi s'at a fàghere sàpadu 22 de trèulas in Tula (SS) organizada pro sa "Festa de sos pòpulos in luta". A ora de sas 18.30 in s'auditorium comunale, in ocasione de sa presentada de su libru "Guvernare cun sa limba", ant a faeddare: Joseba Alvarez- responsabile internazionale de sa manca indipendentista basca, Frantziscu Casula, giornalista, iscritore e espertu de cultura sarda, Peppe Coròngiu - giornalista, iscritore natzionalitàriu e espertu de limbàgiu giurìdicu in sardu, Antoni Arca- iscritore e crìticu literàriu saligheresu-catalanu, Frantziscu Cheratzu, editore de “Condaghes”. Totu a incuru de sa libreria Odradek de Tàtari. At a èssere sa viantesa pro pònnere a cunfrontu esperièntzias diferentes comente cussa basca e cussa sarda, e fintzas meledare subra sas diferentes medidas pro un'analizu crìticu de sa chistione de sa soberania sarda, siat dae unu ghetu indipendentista, o marxista, o liberale, o natzionalista-natzionalitàriu. S'agiudu minore chi podet dare su libru de Pepe Coròngiu est chi sa chistione de sa polìtica linguìstica no est tratada cumente unu argumentu tècnicu acadèmicu pro ispetzialistas de isoglossas o de metatesis, ma comente una batalla populare pro amparare s'identidade sarda natzionalitària chi est minimande-si e non resesset a agatare una rapresentàntzia polìtica a sa sèria. Si difendet sa limba, duncas, e s'unidade sua de sustàntzia, non pro unu interessu iscìentifìcu o culturale ebbia, ma proite su limbàgiu est su sinnu prus deretu e prus distintivu de s'identidade sarda natzionale. Est beru, sa limba no est totu s'identidade, ma pèrdida cussa, est meda prus difitzile istrinare a sa gente unu atinamentu de sas cuscèntzias. Comente est beru chi traballende pro marcare sas diferèntzias (bie sas crìticas localistas e campanilistas a sa Limba sarda comuna) si traballat pro sa disunidade de su pòpulu sardu e pro sa bìnchida de s'italianu. Est duncas pretzisu a su mancu tentare una polìtica linguìstica unitària de recùperu e torrare a provare a "Guvernare cun sa limba" una terra cumplicada e simple a su matessi tempus.
Inoghe su programma intreu de sa festa e documentos frunidos dae s'organizatzione e chi si podent imbennere finas in su giassu http://www.festadeipopolinlotta.org/
Seis totus cumbidados
Odradek - Libreria
via Circolare Torre Tonda 42 07100 Sassari 079 232189 - odradek.ss@tiscali.it
Festa dei popoli in lotta
TULA Lago Coghinas 21-22 Luglio 2006
Programma
Venerdì 21 Luglio
Auditorium Comunale
Ore 18.30 Presentazione del premio “Bore Poddighe”
E’ intenzione del comitato organizzatore avviare tale iniziativa con l’intento di riscoprire il valore politico e poetico del poeta scomparso.
Ore 18.45 Presentazione della mostra fotografica “neonuragica” a cura di Nino Fancello
Ore 19.00 Presentazione del libro “Sardegna unica Atlantide”
L’autore Paolo Valente Poddighe espone con dati storico-scientifici l’ipotesi che la nostra isola sia effettivamente la leggendaria isola di Atlantide.
Ore 21.00 S’erva de su dìmoniu.
Tutta la verità sulla pianta più discussa e incriminata del ‘900. La dottoressa Stefania Buccero approfondirà le varie proprietà terapeutiche.
Ore 23.00 Concerti con le seguenti Band nazionali ed internazionali
Lago Coghinas
Big island sound
Arawak
Villa Ada sound
Wild Flava sound
Sabato 22 Luglio
Auditorium Comunale
Ore 18.30 UNA LIMBA,UNU POPULU
Tavola rotonda sulle tematiche inerenti alla lingua sarda e confronto con l’esperienza basca .
Intervengono:
Joseba Alvarez- responsabile internazionale della sinistra indipendentista basca
Francesco Casula- giornalista, scrittore ed esperto di cultura sarda
Peppe Coròngiu- giornalista e scrittore
Antoni Arca- scrittore e critico letterario
Francesco Cheratzu- editore “Condaghes”
Durante l’incontro verrà presentato il nuovo libro di Peppe Corongiu “Guvernare cun sa limba”
Edizioni “Condaghes” a cura della libreria “Odradek” di Sassari
Ore 23.00 Concerti con le seguenti Band nazionali ed internazionali
Lago Coghinas
Bass Conquerors
DR. Boost & Train too roots
Killacat & Gioman
Big Island
Ichno sound
Alzo Zero
DOCUMENTOS http://www.festadeipopolinlotta.org/
Comitato Sardo di Solidarietà Internazionalista
Chi siamo.
Siamo i figli delle lacrime che madri versarono per i loro uomini, siamo i figli del sudore che uomini versarono per i loro figli. Noi figli siamo il loro
futuro.
Duemilaquattrocento anni di colonizzazione ci hanno insegnato a distinguere gli uomini, a considerarli per ciò che sono, a valutarli in un secondo. Il
colonialismo moderno sferra l’ennesimo attacco alla nostra cultura al nostro vivere, al nostro essere, se ieri lambiva le periferie costiere, oggi per legge
distrugge il cuore della nostra terra.
Il nostro internazionalismo.
L’imperialismo ha scatenato la sua belva contro i popoli del mondo, dove non bombarda demolisce diritti, centralizza privilegi e distribuisce miseria.
Vediamo popoli battersi, resistere, e troppe volte abbiamo visto quei popoli lasciati soli. Abbiamo visto giovani rivoluzioni vittoriose morire a causa di
scarsi aiuti da parte del movimento operaio. Quante lotte operaie nei paesi capitalisti abbiamo visto fallire, perché la borghesia ha potuto trovare in
altre nazioni l’operaio da ricattare, senza che il movimento sindacale cercasse di organizzarsi su scala internazionale?
Crediamo di non dire niente di nuovo affermando che particolarmente oggi le economie degli stati dipendono da un quadro economico globale, così come i
rapporti militari, e che solo una lotta transnazionale dei popoli può cancellare tutto ciò. Il movimento operaio e soprattutto quello comunista nacquero per
raggiungere tale scopo.
Rilanciare il proposito internazionalista è il compito non facile dei comunisti, le forme di lotta del proletariato o chi per lui assume caratteristiche
differenti da un paese ad un altro, così come differente dalle altre è la propria storia, ma la generalizzazione della politica neoliberista provoca le
stesse sciagure economiche e sociali in tutti i paesi del mondo, determinando rivolte analoghe con identiche rivendicazioni.
In questo contesto può svilupparsi un’idea internazionalista che accomuni e moltiplichi esperienze di lotta, che individui e crei una nuova unità di classe.
Il neoliberismo, alla lunga, non può che aumentare le contraddizioni del sistema capitalista; anche se la maggioranza del proletariato occidentale ha barattato
il suo ruolo storico in cambio di privilegi consumistici, dei quali presto verrà privato, sarà nuovamente chiamato a costruire la strada del socialismo e ad
installare la sua dittatura.
Ad attacco globale, risposta internazionale! Solo l’organizzazione delle masse diseredate del pianeta può ribaltare i rapporti di forza attuali, gli schemi
classici della rivoluzione sono saltati, il "ricco occidente" non è più in grado di indicare ai paesi arretrati la via rivoluzionaria, il proletariato
occidentale non possiede le forze necessarie per rovesciare il sistema capitalista, non può inoltre sperare di far fronte a tale debolezza cercando
alleanze con la piccola borghesia reazionaria. La borghesia ha ben imparato la lezione del 1917.
Con la globalizzazione capitalista, si è, di fatto, internazionalizzato il conflitto di classe, determinando in ogni parte del pianeta nuove rivolte, in
esse va individuato il blocco sociale che stravolgerà il dominio imperialista, il proletariato occidentale dovrà liberarsi del suo lato imborghesito ed
affratellarsi, intrecciarsi col movimento antimperialista delle immense masse proletarie e semi-proletarie dei così detti paesi in fase di sviluppo, soltanto
lì troverà le energie per passare da una situazione di perenne ritirata all’attacco.
Solo attraverso l’unione del proletariato internazionale in un attacco congiunto al cuore dell’impero, sarà possibile abbattere il capitalismo.
Ai comunisti oggi l’incarico di ridisegnare le specificità del proletariato moderno, studiarne le sue potenzialità e i suoi limiti.
Devimusu pro kie no comprendede sa limba nostra, iscrivere in limba italiana,
finzasa pro evitare dae parte nostra isbaglioso de iscrittura.
Da quando, nel lontano 1991, abbiamo organizzato la prima edizione della Festa
dei popoli in lotta, abbiamo cercato di fare di questa manifestazione, oltre che
uno strumento di informazione antagonista, anche un momento politico nel quale
si incontrassero, fisicamente, il maggior numero di compagni. Non abbiamo mai
voluto collocare questa Festa all’interno di una delineata organizzazione
politica, fatto, questo, che ci permette una posizione "neutrale" nell’ambito
della politica "ufficiale", consentendo il perdurare dei rapporti con chi
liberamente partecipa alle iniziative da noi proposte all’interno della Festa.
Questo sicuramente non esclude la nostra individuale militanza e ideologia
politica. Il lavoro svolto finora e il senso propositivo della manifestazione è
sempre stato quello di ricercare fattori, motivi, e cause che permettano l’avvio
per una discussione seria sull’unica possibilità rimasta al mondo antagonista
sardo di alzare la testa: l’unione.
Breve cronologia
1991, Festa dei popoli in lotta. 32° anniversario del trionfo della rivoluzione
cubana.
Con i noti sviluppi della politica mondiale, Cuba si trova da sola ad affrontare
l’aggressione imperialista, l’impegno del nostro comitato e rivolto alla
campagna di solidarietà con Cuba, che attraversa una crisi economica senza
precedenti; lavoriamo alla costruzione di una associazione di solidarietà
Sardegna-Cuba, ma nonostante la massiccia campagna propagandistica attuata su
tutto il territorio provinciale, non si realizza il progetto originale ma si da
il via al proliferare delle sedi in Sardegna dell’associazione di amicizia
Italia-Cuba; Tula con oltre 60 tesserati è tra le sedi più attive di tale
associazione.
1992, Festa dei popoli in lotta. 33° anniversario del trionfo della rivoluzione
cubana.
Prosegue la nostra campagna di sensibilizzazione, una lunga serie di dibattiti,
di proiezioni all’aperto, una mostra fotografica itinerante aprono la seconda
edizione della Festa dei popoli in lotta, dove salutiamo il compagno Arnaldo
Cambiaghi. Traduzione dallo spagnolo e pubblicazione del testo "Presente y
futuro de Cuba" di Fidel Castro. Raccolte oltre 500 firme per la realizzazione
di un monumento pittorico dedicato al "Che".
1993, Festa dei popoli in lotta. 34° anniversario del trionfo della rivoluzione
cubana.
Prosegue instancabile la propaganda sulla rivoluzione, i rapporti con
l’associazione quarta internazionale permettono lo svolgere di seminari di
studio su Ernesto "che" Guevara e altri più approfonditi sul marxismo, ancora
una volta i dibattiti pubblici aprono la Festa dei popoli in lotta, dove
salutiamo i compagni Livio Maitan e Sergio D’Amia. Nasce e dopo poche edizioni
finisce l’esperienza editoriale del periodico "Rebelle". Si realizzano alcuni
murales per le vie del paese.
1994, Festa dei popoli in lotta.
…"Il 1° gennaio 1994 il mondo intero fu sorpreso da una notizia proveniente dal
Sud-est messicano: nella parte sud-orientale del Chiapas, uomini e donne
indigeni, armati e con i volti coperti da passamontagna, avevano occupato, verso
l’alba, 16 municipi. Nella città di San Cristobal de las Casas si erano
impadroniti del Palazzo municipale e dal balcone avevano annunciato di essere
membri dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale in guerra contro il
governo messicano."… Con queste parole inizia il libro di Cristobal Munoz da
egli presentato fra vari dibattiti pubblici.
Ormai cittadino tulese e compatriota sardo, Cristobal è colui che darà un nuovo
impulso rivoluzionario allo svolgere politico della Festa dei popoli in lotta,
nella quale saprà appassionare platee e riaprire speranze che apparivano sogni
ormai lontani.
1995, Festa dei popoli in lotta. Ya bastat!
Manifestazione incentrata sulla lotta del popolo del Chiapas, ancora una volta
dibattiti e una straordinaria mostra fotografica presentata dall’immancabile
Cristobal apre l’ennesima edizione della Festa, la stampa italiana si accorge
dell’evento, definendo la Festa dei popoli in lotta "l’appuntamento sardo contro
il neoliberismo"
1996, Festa dei popoli in lotta.
Le lunghe chiacchierate e le accese discussioni con i compagni di Siniscola (Nu)
danno la prima impronta indipendentista alla Festa, i Kenze Neke saranno coloro
che daranno il via ad una nuova era della Festa dei popoli in lotta, i temi
proposti nelle rabbiose sinfonie, la nuda realtà fatta poesia e la fredda
analisi della situazione del popolo sardo sparata direttamente in faccia ad un
pubblico in festa, renderà superfluo ogni dibattito, nel 1996 circa mille
compagni invadono il paese, questo fatto richiederà alcune decisioni
sull’organizzazione pratica della manifestazione.
1997, Festa dei popoli in lotta. Rompere il silenzio, los kerimus liberos!
17 dicembre 1996, il commando Edgard Sanchez del Movimento Rivoluzionario Tupac
Amaru, assalta e occupa militarmente l’ambasciata giapponese in Lima (Perù), il
22 aprile del 1997, dopo quattro mesi, un commando speciale composto da forze di
polizia ed esercito ha assaltato l’ambasciata uccidendo tutti i membri del
commando Edgard Sanchez.
La manifestazione del 1997 è stata improntata principalmente sulla critica e
autocritica: critica alle organizzazioni così dette antagoniste, che per quattro
lunghi mesi hanno taciuto, riconfermando una crudele regola che richiede eroi
(morti) in cambio di solidarietà.
Autocritica per non aver fatto di più. La presenza di Isaac Velazco, membro
dell’MRTA, il suo raccontare, ci ha fatto sentire veramente piccoli.
1998, Festa dei popoli in lotta. Rompere il silenzio, los kerimus liberos!
La conferma che i poveri non possono permettersi grandi sogni. (e i
rivoluzionari devono saperlo prevedere). Il progetto di dare alle stampe un
libro sulla storia del MRTA e la cronaca documentata dell’assalto
all’ambasciata, più la registrazione dal vivo dell’imponente concerto tenutosi
durante la Festa dei popoli in lotta, si è inequivocabilmente arenato per cause
prettamente finanziarie. Vogliamo tra queste righe ancora una volta ringraziare:
Kenze Neke, Askra, Tupamaros, Tenores Luisu Ozzanu, Senza Sicura, Calic, Mens
Rea, Super Jack, e Quartz. Tenutesi durante l’anno iniziative di
sensibilizzazione sulla strage di Lima.
1999, Festa dei popoli in lotta.
"Anno glaciale per la politica alternativa sarda", è il nostro tipografo della
Bibrioteka T. Serra a suggerire i temi di discussione di questa edizione, con
l’imprevista assenza dei curatori di Tactical Media Crew che avrebbero dovuto
tenere un incontro dedicato alla comunicazione informatica e sulla possibilità
da essa offerta, l’unione degli anarchici sardi terrà banco per ben due giorni
di acceso dibattito.
E’ la seconda volta che la Festa, per cause d’affluenza si svolge sulle rive del
Lago Coghinas, dove si stabilirà.
2000, Festa dei popoli in lotta.
Migliaia di chilometri, accordi, discussioni e incontri a metà strada,
permettono di giungere a questa edizione con una proposta di dibattito che
coinvolgerà la Cunfederatzione de sos Comunistas Sardos, l’Unione Anarchici
Sardi e Sardigna Natzione sul tema del Fronte unico tra le tre organizzazioni, è
forse la prima volta che la Festa dei popoli in lotta riesce nel progetto che si
era in origine proposto: creare uno spazio di discussione paritario nel quale si
incontrassero realtà a volte anche "differenti" e "indirizzare" il dibattito
nella costruzione di un progetto politico unitario.
2001, Festa dei popoli in lotta.
All’attuale momento della stesura di queste righe, con rammarico non ci sentiamo
di modificare, se non in parte, quanto reso noto e più avanti riprodotto; si è
cercato con il passare del tempo e in seno all’attività politica motivi per
rivedere quanto dichiarato, ma al momento sembra non ve ne siano, restiamo
dell’idea che:
Qualcosa di anomalo è sicuramente accaduto, il fallimento politico di
quest’ultima edizione ci costringe ad alcune considerazioni e valutazioni.
sighi a lègere in...
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