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SEBEROS DE IMPRENTA

07/06/2007
La Sardegna tecnologica in un mondo “piatto”

Sardinews 

Gli editoriali di maggio 

La Sardegna tecnologica in un mondo “piatto”

di Carlo Mannoni, Responsabile Affari Istituzionali e Regolamentari - Tiscali Italia 



Negli ultimi dieci anni la Sardegna ha rivestito un ruolo di primo piano sul fronte dell’innovazione tecnologica a livello italiano ed europeo e oggi possiamo dire che rappresenta uno dei poli italiani di rilievo nel settore dell’ICT, potendo contare su esperienze diversificate nel campo delle telecomunicazioni, del Web, del mondo dei media in generale. Cosa è successo in questi ultimi dieci-quindici anni a livello mondiale? Quello che è successo è che il mondo è diventato piatto. È questo il fenomeno con il quale ci dobbiamo oggi confrontare, fenomeno descritto in modo magistrale nel suo libro da Thomas .L. Friedman (“The world is flat”, 2006). 

È diventato piatto per effetto di una serie di fenomeni, spesso tra loro concomitanti, che in questi anni hanno dispiegato i loro effetti. Friedman, editorialista del New York Times e vincitore di tre premi Pulitzer, ne da conto soprattutto attraverso il racconto dei suoi viaggi in India, in Cina e in diverse realtà imprenditoriali americane; la caduta del muro di Berlino e la quasi contemporanea diffusione di Windows nei PC, il passaggio da un sistema del commercio internazionale per blocchi regionali (Stati Uniti, Europa e Giappone) ad un sistema degli scambi realmente globalizzato, la delocalizzazione, la diffusione di internet, i cambiamenti nei flussi di lavoro e nella produttività. Ci riflettevo qualche settimana fa’, domenica pomeriggio, mentre seguivo in diretta la nascita del Partito Democratico via web, utilizzando il mio computer portatile collegato in modalità “senza fili” ad una ADSL che viaggia alla velocità di 10 Mbps (megabit al secondo). 

Proprio in quella occasione mi sono ricordato di un pomeriggio domenicale di cinque anni fa’; allora mi occupavo del lancio di un prodotto che per l’azienda per la quale lavoro e per il mercato rappresentava una significativa innovazione. Si trattava di un set di servizi web legati alla connessione ad Internet che allora viaggiava alla “strabiliante” velocità di 56Kbps (kilobit al secondo), una velocità di oltre 180 volte inferiore rispetto a quella della mia attuale connessione casalinga. Dunque lo stesso cavo che un tempo utilizzavamo solo per leggere qualche e-mail e visualizzare delle pagine web di tipo informativo è ormai in grado – grazie alle innovazioni tecnologiche - di portare nelle nostre case la TV via web e presto la cosiddetta IPTV, un vero e proprio nuovo paradigma nella fruizione dei contenuti.

Le previsioni di tutti gli esperti dicono che nell’arco di dieci anni in molte case (speriamo in tutte, così da evitare nuove forme di Digital Divide) ci saranno connessioni ad Internet ad una velocità compresa tra 50 e 100 Mbps, attraverso le quali passera la TV del futuro, con grandi possibilità di interazione e di personalizzazione. Il rilievo del cambiamento è confermato dal dibattito sul futuro della rete di telecomunicazioni in Italia e al suo impatto sull’evoluzione tecnologica del Paese nei prossimi 10-15 anni, in linea con quanto sta avvenendo in tutti i principali paesi industrializzati. La possibilità per il singolo utente di definire il proprio palinsesto e addirittura di generare contenuti, la disponibilità di canali virtualmente infinita rappresenta una grande opportunità che cambierà i rapporti di forza nel mondo della produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi. Sicuramente le Major continueranno a svolgere un ruolo rilevante, ma già si aprono nuove opportunità per soggetti che entrano nel sistema come outsider della distribuzione (al momento i casi più noti a livello mondiale sono rappresentati da Youtube e MySpace) e nella produzione di contenuti per le diverse piattaforme di fruizione (Digitale terrestre, Digitale Satellitare, Digitale mobile, Web-TV, IP-TV). 

La Sardegna deve dunque puntare a diventare uno dei principali punti di riferimento nazionali per il nuovo mondo della multimedialità, una sorta di Nuova Cinecittà Multimediale del terzo millennio che può già contare su risorse, persone, idee ed esperienze maturate sul territorio e che deve poter contare per il futuro su sempre maggiori capacità. Sono questi gli ambiti di potenziale sviluppo che vedo per la Sardegna tecnologica del futuro; per avere successo in questo contesto altamente competitivo è tuttavia indispensabile dotarsi di alcune caratteristiche fondamentali. La prima è la conoscenza, la diffusione e condivisione della stessa, il know-how, la capacità di acquisire esperienze dall’esterno e la possibilità di andare a fare esperienze all’esterno con la grinta e la volontà di ritornare in Sardegna per metterle in pratica al servizio del proprio successo personale e di quello della propria comunità.

Oggi le più importanti università americane, soprattutto per le specializzazioni scientifiche, sono letteralmente invase da studenti indiani, cinesi, dell’Europa dell’Est, tutti provenienti da paesi dove esiste una tradizione di alto livello nella formazione scientifica di base. “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”, in questo contesto appare quanto mai attuale la frase di Antonio Gramsci anche se l’intelligenza e la conoscenza rappresentano oggi una condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo e il successo nella competizione globale. 

La seconda condizione è invece di tipo motivazionale, ed è anche la più difficile da mettere in moto e da tenere viva. È la forza di volontà, la percezione della difficoltà della sfida unita all’ottimismo di voler riuscire che oggi è più facile incontrare nello sguardo di un giovane ingegnere indiano piuttosto che in quello di un giovane italiano. Insomma, come dice spesso Steve Jobs, fondatore della Apple e della Pixar – uno che di innovazione se ne intende - “stay hungry, stay foolish” (siate affamati, siate folli), abbiate la follia di immaginare e inventare cose nuove, abbiate la volontà di portarle avanti. Questo il messaggio che dobbiamo portare con noi e trasmettere ai nostri giovani per un futuro di successo nelle sfide che ci aspettano. 




  




 

 
 
 

 

 
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