Caro Direttore,
perché attaccare le persone invece dei problemi? Io sono
professoressa, weberiana e non neutrale. Il mio ideale maestro non
lo è mai stato. Semplicemente ci ha insegnato a guardare la società
con curiosità e voglia di capire, con un pò di distacco e
divertimento. Mi sembra che voi non vi divertiate per niente e mi
dispiace per voi. Vorrei dire che:
a) essere "dottore" non è un disonore, può anzi essere un merito
visto le tempeste che si abbattono periodicamente sui professori.
Senza contare che i dottori possono essere molto più bravi dei
professori. Caso mai non è molto onorevole farsi passare per
professore se non lo si é. Non si é professori "a contratto".
b) non sono contraria, anzi, a norme di scrittura standardizzate ma
sarei stata favorevole a cose come "c'è stata qualche verifica,
anche su piccoli campioni?", "funziona o non funziona?" "a quali
condizioni?" Non vi è stato niente di tutto questo. Ricordo che
nella Commissione lingua sarda il presidente Soru si era lasciato
convincere ad adottare la norma L.S.C. per due ragioni, una espressa
palesemente, l'altra più latente e, direi, più nobile: la prima era
stata che produrre documenti "in uscita" dalla Regione in due
varianti - campidanese e logudorese ( che era quanto chiedeva la
maggior parte degli studiosi ) - sarebbe stato troppo costoso; la
seconda era l'ambizione o la speranza politica di suggerire
l'esistenza di una koinè regionale che tutti noi sappiamo che non
c'è e sappiamo anche le ragioni del perché non ci sia. Nella nostra
survey gli intervistati che hanno sostenuto che quel che si parla
nel loro paese sia il sardo non arrivano al 5%. Tutti gli altri
fanno riferimento a campidanese e logudorese ma anche a cabrarese,
trexentese, ghilarzese, macomerese, quartese, casteddaiu, noguresu,
tattaresu ecc. ecc. Che facciamo: gli mettiamo il bavaglio o gli
diciamo che sono ignoranti e non capiscono niente? che si sbagliano
a dire che fanno fatica a capire il modo di parlare degli abitanti
di un paese diverso dal proprio? Io non faccio la censora e non
credo di avere più ragione di un abitante di Cabras o di Macomer.
c) mi sembra singolare e un pò paradossale che mi si chieda
reverenza per il presidente Soru o per l'assessora Mongiu. Anche
loro, come il tizio al governo nazionale, sono "unti del Signore"?
Sa, non mi sembra il caso. Alcune politiche del presidente Soru mi
piacciono, altre no, e mi sembra molto normale, da cittadina; e la
professoressa Mongiu mi è davvero simpatica, da decenni, ma questo
non significa che mi debba mettere in ginocchio di fronte a lei
perché è diventata assessora; non ho mai avuto una concezione
sacrale del potere e al potere chiedo solo un decente governo, se è
possibile.
d) la survey che ho coordinato è stata molto costosa ( neanche un
soldo nelle mie tasche, ho il mio stipendio, e i miei collaboratori
si sono lamentati per la mia avarizia) e sono ancora grata che il
presidente Soru l'abbia finanziata. Continuo a credere che la
Regione avrebbe fatto una bella figura se l'avesse valorizzata
poiché non é che in Italia ci sia uno spreco di surveys
sociolinguistiche. E c'era la possibilità di tanti approfondimenti e
letture critiche. Peccato. Sono intervenuta su l'altra voce perché
in qualcuno dei vostri siti è stato svillaneggiato qualche mio
giovane e bravo collaboratore. E questa cosa è, per me, poco
sopportabile. Chiedevo, e l'ho ottenuto, di essere svillaneggiata
io. Ma non mi sembra che il tono vi faccia molto onore. Perché non
vi calmate un pò? L'ultima legge vi procurerà un mucchio di soldi,
non siete contenti? Quanto alla sorte della lingua sarda... non
credo bastino la faziosità e i soldi. Servirebbero anche teste
lucide, credo. E magari una cosa come un bel serial settimanale, per
anni, come un "Posto al sole" i cui protagonisti di storie
appassionanti d'amore, di sesso, di soldi e di ambizione parlassero
ognuno la propria variante, con la propria faccia, il proprio paese,
il proprio cibo... abbiamo tanti giovani scrittori alla moda. Magari
impareremmo a capirci l'uno con l'altro. Il suggerimento è
assolutamente gratuito.
Grazie, Anna Oppo
|