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CHISTIONES

08/08/2008 
L'entusiasmo dei neofiti della tutela delle minoranze 
[de Roberto Bolognesi ]
Chi mi conosce dai tempi eroici della “Lista di Colonia”, sa bene come ho sempre reagito quando qualcuno mi ha chiamato “Professore”: “La ca “Professori” in Iglesias fiat unu ca bendíat folla de murta a is carnitzeris!” Se non è molto onorevole millantare titoli che non si possiedono, lo è ancora meno scrivere stupidaggini. Chi lo fa è o bugiardo o stupido. Sono dottore, ma, a differenza dei miei denigratori, sono dottore all’olandese: il mio titolo di “Doctor” , superiore a quello di “Doctorandus”, significa che dopo la laurea ho conseguito anche un Ph.D. : dopo un addestramento di 4 anni, ho cioè dimostrato a una commissione internazionale di essere in grado di condurre una ricerca scientifica, sfociata in un libro di 516 pagine.



I miei denigratori in Olanda sarebbero invece soltanto dei “dottorandi” e quassù non potrebbero mai accedere all’insegnamento universitario, dato che non sarebbero sufficientemente qualificati. Tra l’altro il titolo di “Professor” in Olanda è riservato al titolare di cattedra. Tutti gli altri docenti hanno il titolo di “Doctor”.

Ma passiamo ad altro: la Professoressa Lörenczi, questa volta in versione buonista, ha scoperto che con il “Piano triennale degli interventi di promozione e valorizzazione della cultura e della lingua sarda, approvato lo scorso 29 luglio dalla Giunta Regionale, le varietà dette alloglotte entrano esplicitamente a far parte organica delle misure di tutela e valorizzazione delle varietà linguistiche isolane al lato del sardo vero e proprio.”



Di nuovo siamo costretti a constatare che gli improvvisati difensori delle minoranze non si preoccupano nemmeno di verificare se i loro pregiudizi abbiano almeno un minimo di fondamento. In questo caso il pregiudizio consiste della fantomatica ostilità della Regione verso le minoranze alloglotte della Sardegna.

Infatti è la stessa legge 26/97, di cui il piano triennale è semplicemente l’attuazione, a prevedere la tutela e la valorizzazione di queste minoranze.



E si veda quello che in proposito dice la delibera istitutiva della LSC.



“Norma limba sarda comuna delibera n. 16 del 18 aprile 2006, pag. 5



<Perciò nell’individuazione di una Limba Sarda Comuna, ci si riferisce solo a questa lingua “sarda” unica anche se composta da tante varietà. Essa, pertanto, non vuole né sostituirsi né imporsi sugli altri idiomi della Sardegna, come giustamente e correttamente fa, dal punto di vista linguistico e giuridico, la Legge regionale n. 26 del 1997, senza nulla togliere a questi idiomi, anzi riconoscendo loro lo stesso livello di tutela e promozione.



La Legge regionale n. 26 del 1997 ha posto infatti le basi giuridiche per la valorizzazione e promozione della lingua sarda e pari valorizzazione e promozione riconosce, nei territori rispettivi, anche ad algherese, sassarese, gallurese, tabarchino, per cui ciascuno di questi idiomi potrà dotarsi o già si è dotato di norme linguistiche di riferimento che garantiscono una loro più efficace presenza ufficiale nei media, nell’amministrazione, nella scuola.>



La Lörinczi presenta questa tutela come una grande novità: le credo! Per lei sarà senz’altro così, visto che si dimostra puntualmente poco informata.

Peccato, però, che questa “conversione sulla via di Damasco” valga solo per lei.



Speriamo almeno che duri!



Roberto Bolognesi 










 
 
 

 

 
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