Comuncato Stampa: sul conflitto Sardegna-Italia e le servitù militari
Gli indiani d'America furono distrutti dalla ferocia dell'esercito statunitense e dalla complicità infame di alcuni di loro, che divennero i più fedeli servitori dell'oppressore: si chiamavano e si chiamano tutt'ora "guide indiane". Tutto questo rispecchia fedelmente la situazione della Sardegna di oggi. Ma i protagonisti sono italiani e sardi: Martino succube dell'imperio americano e Cicu (nato casualmente in Sardegna) fedele servitore dello Stato italiano.
Grazie a queste figure la Sardegna sta subendo il più feroce e pericoloso attacco degli ultimi decenni. Basta avere capacità di guardare all'insieme: lo Stato italiano che si vende la Maddalena agli USA, che vuole costruire il più grande aeroporto e vuole sperimentare l'uranio su di noi a Quirra, che riprende esercitazioni di guerra contro la volontà dei sardi a Teulada, a Capo Frasca e in un po' tutta l'isola, che rinnova l'utilizzo di depositi di munizioni che da precedenti accordi dovevano essere dismessi a Siliqua. In contraddizione con tutti gli accordi stipulati a Roma, a dimostrazione della falsità di tutte le parole date dal governo italiano, siamo davanti ad una vera e propria escalation militare. Come si fa a non vedere? Come si fa ad avere ancora fiducia nei governi italiani? Come si fa a credere ancora nell'Autonomia? Questa è l'autonomia: una resa incondizionata, una morte silenziosa.
Il punto è che se qui non ci si decide ad essere indipendenti si rischia di divenire un popolo di guide indiane, complici della nostra stessa estinzione. Perché è chiaro, tutto questo non succederebbe se fossimo una Repubblica indipendente, se fossimo una nazione unita che crede in se stessa, che ha un po' di amor proprio, che difende la sua esistenza e la sua dignità.
Certo, bene fa Soru a incalzare e a proseguire nelle sue iniziative contro le basi italiane e americane, ma sappiamo quanto l'autonomia gli leghi le mani. Siamo perfino un po' preoccupati: non esageri troppo, altrimenti l'Italia finirà con l'usare l'articolo 50 dello Statuto di Autonomia e lo rimuoverà dal suo incarico. Quindi, constatato che i governanti sardi più di tanto non possono spingersi, iRS lancia un appello alla Nazione sarda, a tutte le donne e gli uomini di Sardegna, perché si mobilitino a difesa della nostra terra. E allerta tutti i militanti perché si preparino per questa nuova battaglia che iRS come sempre porterà avanti in modo radicale e non-violento attraverso l'azione politica e pratica: con tutto il coraggio e l'intelligenza necessari a bloccare questo ultimo oltraggio alla nostra libertà.
Gavino Sale e Franciscu Sedda
a nome dell'Assemblea Nazionale di iRS - Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna
N.B.
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