SARDEGNE, SCURTâTS I FONTS PAI MASS MEDIA
SOTZIU LIMBA SARDA: POLITICS PôC CRODIBII
di Redazion - 12/09/2005
L’otante par cent dai finanziaments de Regjon sarde pai mass media in “sa limba” al è stât taiât. A ce pont ise la situazion de lenghe sarde? E je – par numar di fevelants – la plui grande minorance lenghistiche di Italie, seconde e je chê furlane.
Ve ca un comunicât dal diretîf di Sòtziu Limba Sarda (www.sotziulimbasarda.net) che al denunzie i ultins fats.
Con l’ultima delibera regionale di assegnazione dei fondi a tv, radio, giornali e siti internet n°39/11 del 5 agosto scorso si è consumato l’ennesimo silenzioso delitto nei confronti della lingua sarda. Il taglio finanziario ai progetti è stato dell’80 per cento (da un milione a 210 mila euro), una percentuale che significa ridurre al lumicino la già scarsa presenza de sa limba nei mezzi di comunicazione regionali. Sòtziu Limba Sarda, associazione specializzata negli interventi sulla politica linguistica con sede regionale a Cagliari, ma che raccoglie un centinaio di aderenti provenienti da diverse parti dell'isola, ritiene opportuno e doveroso denunciare questo fatto non tanto e non solo per aggiungere lagnanza a lagnanza sugli ormai abituali “risparmi” della Regione, ma per sollecitare chi di dovere a una politica linguistica più attenta. Il finanziamento relativo ai progetti sui media era relativo al 2004 e giunge quindi con un ritardo inaccettabile e preoccupante. Era stato approvato dal Consiglio Regionale per un importo più alto, ma i fondi sono stati mandati in economia e poi recuperati parzialmente in finanziaria. Lo stanziamento già annunciato per il 2005 è ugualmente deludente.
Sulla legge 482 esiste un finanziamento statale fermo nei cassetti regionali da tre anni. La Rai dovrebbe mandare in onda per legge trasmissioni in limba ma non lo fa. Ci si chiede dunque quando assisteremo a una presenza stabile della lingua sarda nei nostri media. Ci si domanda inoltre, se ci sia una concreta volontà politica a favore del bilinguismo al di là delle ormai stucchevoli dichiarazioni mediatiche di principio cui segue l’inevitabile vuoto che si cerca di colmare con il lavoro degli uffici stampa.
Nella legge regionale 26, l’articolo 14, che si occupa di questa materia, prevedeva l’approvazione di una legge di settore che non è mai entrata nell’agenda del Consiglio Regionale dal 97 a oggi. Nelle altre regioni europee con minoranze linguistiche si assiste a un fiorire di iniziative nelle rispettive lingue di minoranza che gli esperti giudicano fondamentali per il ripristino della lingua madre. In Sardegna, invece, proprio non si riesce a migliorare. Ci si strappa le vesti in pubblico per presunte discriminazioni "romane", ma la vera discriminazione si consuma a Cagliari. Intanto trasmissioni e iniziative editoriali di successo subiranno riduzioni drastiche o spariranno del tutto.
“E’ inevitabile rivedere anche il meccanismo di finanziamento dell'art. 14 della legge 26/97 che non ha sortito gli effetti sperati, né creato un circuito virtuoso per la comunicazione bilingue – sostiene il direttivo di Sotziu Limba Sarda - gli editori, infatti, non sollecitati né invogliati dalla Regione non investono in proprio per creare spazi autonomi per la limba, ma si limitano ad utilizzare gli aiuti regionali quasi fossero provvidenze assistenziali. Ci sono poche eccezioni. Per il resto c'è quasi il deserto e un fiorire di dichiarazioni politiche sulla limba prive di qualsiasi credibilità”.