Caro Sig. Banne Sio, lei non mi conosce e neanch’io conosco lei, se per questo, ma ho letto il suo articolo (in italiano) pubblicato sul g.d.s del 12/09/05 dal titolo “La limba non vince su tempi e polemiche” e debbo dire che mi ha fatto veramente sorridere ma anche riflettere.
Mi ha fatto pensare ad un messaggio promozionale, in cui la Lsu , a cui si capisce, lei tiene, era il prodotto finito. Ma si sa, la pubblicità non deve essere né ingannevole né infamante “per la concorrenza”. E soprattutto, qual è il “prodotto” che lei propone al “pubblico sardo”? Piace?
Così ho deciso di risponderle con questa lettera interlocutoria, in italiano, che del resto è pure la mia lingua madre e mi viene più facile. Dato che lei, come tanti non si è sforzato ad usare il sardo per parlare di sardo perché lo dovrei fare io?
Faccio parte di “Sotziu limba sarda”, un’associazione che lei senz’altro conosce molto bene, e che non è di sicuro anonima. In questi anni ho seguito con passione e interesse, insieme agli altri soci, tutte le vicende legate al problema de “sa limba” in Sardegna.
Ma vede sig. Sio, la passione e l’amore per ciò a cui si tiene, specie su un tema che è pure un distinguo di identità di un popolo, e non un “prodotto da vendere” si dimostrano lavorando e facendo qualcosa di concreto per tutta la comunità, e non per avere come obbiettivo quello del massimo profitto coltivando il proprio orticello.
E’ proprio qui che sta la differenza tra chi continua e si ostina a portare avanti le proprie idee e posizioni per sua comodità e interesse personale e chi invece lavora per trovare la soluzione dei problemi, abbandonando le polemiche e cercando la via più democratica e possibile per il bene, in questo caso della lingua sarda, che è di tutti. Polemiche sterili che non portano da nessuna parte.
Cercare di non leggittimare la parte considerata “avversaria” o “concorrenza” significa automaticamente riconoscerne l’esistenza e l’importanza. Dà fastidio, quindi esiste!
Resta da comprendere il perché chi propone idee concrete ed equilibrate, e di sicuro fondate sulla realtà, venga ritenuto “avvesario”. Avversario di chi? Della lingua sarda? O avversario personale di qualcuno che senza motivo si sente minacciato da chissà che cosa? Perché è questo che proprio non si capisce.
Chi ha proposto la Lsu e continua a difenderla si sa chi è, lo sanno tutti, e si sa pure chi ha proposto la Ldm.
Ma concretamente, quale è lo scopo, il fine al quale le due parti (se così si possono chiamare) vogliono arrivare?
Si vuole salvare la lingua sarda dall’estinzione o si vuole vincere un premio che in realtà non sarebbe altro che il podio dell’ipocrisia?
Sotziu limba sarda non ha nessun avversario, non ha altro interesse che quello di trovare la soluzione al problema della lingua nella pubblica amministrazione e a quella scritta. Vuole che “tutta” la lingua sarda si impari a scrivere e a leggere nelle scuole, vuole che si possa scrivere e leggere nei giornali, che si ascolti alla radio o in televisione, vuole che ognuno parli e continui a parlare il proprio dialetto.
E lei signor Sio cosa vuole? Vuole una lingua che unisca e sia rappresentativa della Sardegna intesa come Nazione, o vuole che la massima istituzione regionale per rappresentare i sardi traduca gli atti in 370 dialetti? Vuole per caso che i campidanesi trovandosi a studiare a scuola la Lsu comincino a odiare il sardo o magari vuole che si trovi una via di mezzo per poter pubblicare una didattica adatta e comprensibile a tutti che poi faccia però sempre riferimento anche al dialetto locale?
Caro sig. Sio, magari lei vuole le stesse cose di chi ha promosso la Ldm, come noi de su Sotziu limba sarda, per esempio. Ma c’è da lavorare, c’è da fare, perché spreca il tempo a “gherrare” con le persone sbagliate?
Forse non ha ancora capito che la proposta di Ldm è venuta fuori proprio perché la Lsu non è mai stata accettata, specie dalla maggior parte dei sardi (i campidanesi). E’ inutile che siano tanti megaproffessoroni a stabilire una lingua che poi tutti troveranno scritta negli atti della pubblica amministrazione o nei libri o metodi scolastici e quant’altro lei stesso ha elencato. Perché è questo lo scopo di una lingua vero? Essere usata in tutte le sue forme di comunicazione. Ora si tratta di prendere scelte politiche equilibrate e di riferimento. Non imposizioni di un unico dialetto a tutti i sardi. Lei lo sa ma perché fa finta di non capirlo? Se proprio lo vuole sapere, i soci di Sotziu limba sarda, se la Regione Sardegna decidesse di adottare la Lsu , non avrebbero tanto da polemizzare ancora, basta che si sblocchi tutto. Basta che si possa lavorare. Basta che il sardo si incominci a sentire e a studiare. Ma lei pensa sarebbe così? Penso proprio che sarebbe di nuovo guerra totale tra campidanesi e logudoresi etc etc… Una storia già vista e con un unico esito devastante e di ulteriore divisione tra tutti i sardi e di rigetto della limba, che piacerebbe di sicuro a qualche intellettuale (molto falso e molto snob) e a qualche politico assolutamente contrario al sardo “dappertutto”.
Ma non si attacchi alla “competenza” della commissione, perché tutti sanno come i membri della commissione Lsu abbiano poi in blocco voltato le spalle al suo promotore. E ciò ha portato alla mancata ufficializzazione, lo sanno tutti. Basta guardare gli atti regionali. Sappiamo come le realtà locali reagiscano all’imposizione dell’artificiosità e sappiamo tutti che la limba de mesania non è mai stata proposta come lingua che tutti i sardi devono parlare, ma solo come lingua riconducibile alla Carta de Logu. Una lingua per la pubblica amministrazione.
Bisogna guardare in faccia la realtà, magari guardarsi in faccia, e capire che chi vuole salvare veramente la Limba continuando a produrre polemiche e inventando o immaginando “avversari” non farà altro che fare la fine dei “polli di Renzo”.
Sotziu limba sarda è avanti, va oltre, ha superato la polemica, ha fatto insieme ad autorevoli sostenitori la propria proposta, ha trovato consensi, è pronto a modifiche e proposte intelligenti e politicamente corrette. Ora lavora affichè ai sardi non venga negata la propria lingua d’origine. Ora lavora per tutti, per controllare che la politica non continui nella sua assoluta immobilità. Ci aiuti in questo signor Sio. Faccia le battaglie giuste con noi. Abbiamo fatto una marea di iniziative contro i tagli e contro chi vuole affosare la lingua, ma lei e i suoi compagni di Lsu non c'eravate.
Dove eravate? Avete per caso paura di sfidare a viso aperto il potere?
Non sapete che nella commissione c'è chi punta alla polinomia amministrativa e vuole fare due, o tre, o cinque o trecento standard amministrativi?
Fate le battaglie con noi, avete paura dei poteri forti?
Noi siamo deboli, ma resistiamo.
Vogliamo una legge seria che tuteli la lingua sarda, vogliamo che la limba trovi più spazio nei media, facciamo le battaglie (quelle vere e non propagandistiche) per la pari dignità del sardo con l’italiano, sosteniamo il bilinguismo, l’editoria e tutte le forme di arte che utilizzano sa limba. Crediamo sino in fondo a quello che sosteniamo. Dove sono a questo propostito i sostenitori della Lsu?
Vogliono continuare coi messaggi promozionali? Vogliono coltivare il proprio orticello facendo i forti coi deboli e i deboli coi forti?
Il prodotto se è buono e piace si vende, ma se non piace? E poi è pur sempre un “prodotto”!
Un orticello è piccolo, non basta, non produce e non giova per un popolo intero. Prima o poi arriva il gelo, e si secca tutto.
A proposito…dimenticavo, come lei sa i polli di Renzo hanno fatto una brutta fine!