Comente aderetzare sa politica limbistica regionale?
Per un giorno, sabato prossimo 18 settembre, Macomer diventerà la capitale della lingua sarda come ai tempi di Melchiorre Murenu. L'amministrazione comunale, in collaborazione con la Consulta locale, ha infatti organizzato una conferenza-dibattito sul tema attuale e stringente dell'uso del sardo nella pubblica amministrazione e sulla sua standardizzazione. "Limba de Mesania o Limba Sarda Unificada?" è infatti il titolo dell'importante appuntamento culturale (che inizierà alle ore 17 nella sala della Biblioteca Comunale) che richiama le due proposte di unificazione della lingua redatte dagli studiosi negli ultimi anni e che si stanno contrapponendo, o
integrando, in numerosi dibattiti e convegni. La LSU (Limba Sarda Unificada) come si ricorderà fu proposta da un gruppo di esperti convenzionati dalla Regione nel 2001 sotto l'ègida dell'assessore Pasquale Onida e suscitò subito un vespaio di polemiche per la sua presunta artificialità e per il fatto che escludesse completamente il campidanese. La LdM (Limba de Mesania) è una proposta presentata invece la scorsa primavera da un gruppo di studiosi sostenuti da tre associazioni di peso nel mondo linguistico regionale (Fondazione Sardinia, Istituto Bellieni, Sotziu Limba Sarda) che tenta di integrare la proposta originaria con una maggiore tutela delle varianti locali e con la proposta di usare quale lingua ufficiale regionale quella della zona centrale della Sardegna (Alto Oristanese, Mandrolisai, Barigadu, Ogliastra) dove le varianti maggiori del campidanese e del logudorese si incrociano naturalmente nelle varie parlate. Secondo questa nuova tesi, le comunità locali dovrebbero però mantenere i loro idiomi propri. Da questo scenario sono ovviamente esclusi i catalani di Alghero, i galluresi, i sassaresi e i tabarchini di Carloforte che parlano varianti non autoctone e non riconducibili alla lingua sarda neolatina storica. Oltre al saluto delle autorità, e dell'assessore alla cultura Luigi Garau, sono previsti gli interventi di Antonio Alberto Frau (presidente della Consulta Comunale di Macomer), Gonario Francesco Sedda (studioso barbaricino), Mario Puddu (autore del dizionario della lingua sarda), Francesco Cheratzu (editore), Michele Pinna (presidente dell'Istituto Cammillo Bellieni), Eduardo Blasco Ferrer (docente dell'università di Cagliari), Giuseppe Corongiu (direttore del Sotziu Limba Sarda). Largo spazio anche agli interventi liberi del pubblico. Si prevede una serata ricca di spunti e che potrà essere di guida alla Regione per le future scelte in materia di politica linguistica.