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28/09/2004 Liberadas sas duas Simonas

An a frorire sas sisias!

 

La tv del Qatar Al Jazeera ha dato la notizia, ripetendola per ben tre volte: Simona Pari e Simona Torretta sono state liberate. Le due ragazze sono gią state consegnate a diplomatici italiani. Ora sono alla sede della Croce rossa e stanno per partire per l'Italia. La conferma ufficiale della Farnesina č appena arrivata. 

Laura Torretta, che non sapeva ancora nulla della notizia di Al Jazeera, aveva detto: "Il prefetto ci ha appena chiamato annunciandoci che ci avrebbe richiamato presto con una bella notizia". 

Poco dopo, la conferma di Annamaria De Pretis, mamma di Simona Torretta: "Abbiamo appena ricevuto la telefonata dal sottosegretario Gianni Letta che ci ha confermato che le hanno rilasciate". 

In Senato, la notizia accolta da un applauso č stata data dal presidente Marcello Pera. Sobrio in tv, Berlusconi: "E' stato un momento di gioia". 

Insieme a Simona Pari e Simona Torretta, rilasciate incappucciate in due diverse localitą, sono stati liberati anche Ra'ad Ali Abdul-Aziz di Un ponter per... e Mahnaz Bassam di Intersos. 

Il comunicato di Un ponte per... 
L'unica notizia che aspettavamo č arrivata. 

Ci sarą tempo per ricostruire, ora vogliamo solo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questa meraviglioso risultato, a partire dal mondo arabo a musulmano che in tutto il mondo, ed in Iraq, si č mobilitato in modo corale. Un ringraziamento alla societą civile, alle forze politiche, alle organizzazioni religiose, alle organizzazioni della resistenza irachena. 

Un ringraziamento alla societą civile e alle forze politiche italiane. Un ringraziamento ai governi, a quello italiano e a quelli dell'area. 

Molti sono stati partecipi seguendo la linea del dialogo e della collaborazione. 



Abbiamo detto all'inizio di questa vicenda che il rapimento dei nostri quattro operatori di pace era una metafora della guerra. Che in Iraq ci sono milioni di altre persone ostaggi, della guerra e della violenza, prigionieri e rapiti. Non ci scorderemo di loro, chiediamo a tutti di non scordarli. 

Vorremmo sperare che anche la liberazione delle margherite possa essere una metafora della fine della guerra, e dell'occupazione, che possa prevalere anche per tutti gli iracheni la linea del dialogo e che tacciano le armi. 

A segus