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27/09/2004 Rassigna de s'imprenta - L'Unione Sarda de 25.09.2004

Cagliari, Capitale de sa Limba

de Eduardo Blasco Ferrer

Aberystwyth, caput mundi, 1 agosto 2004. Il trenino di due soli vagoni (sembra quello che sale a Ulassai) proveniente da Londra via Birmingham è fermo da mezz'ora su un ponte. Dai vetri sporchi delle vetture s'intravvedono i camini nerastri e le finestre a quadretti tipiche d'una cittadina mineraria di frontiera. Tutte le scritte sono diventate all'improvviso incomprensibili, in una lingua, il gallese, lontana anni luce dall'inglese. 
Dietrich, il collega tedesco settentrionale, inizia a preoccuparsi e chiede con lo sguardo cosa succede. Nessuno sa. Forse al macchinista è sopraggiunta una necessità irresistibile alla pancia, chissà. Fatto sta che dopo un'ora non si vede nessun addetto alle ferrovie. Il tedesco è fuori dal treno, con qualche francese e alcuni rumeni, fra piú inglesi e gallesi che con indignazione protestano per quest'incuria. Solo Imoto, il collega giapponese, dorme placidamente. Dopo due ore di treno da Birmingham, altre due da Londra e quindici da Tokyo non si preoccupa dell'itinerario finale, che lo deve condurre alla sede del congresso. Piú tardi apprenderemo che per mancanza di personale il treno si ferma spesso nella linea di frontiera tra il grande Regno inglese e il piccolo Paese del Galles. Quasi a rimarcare la differenza tra il mondo montagnoso e verde dei paesi degli gnomi e quello piatto e industrializzato dei cavalieri di Re Leone. 
Dopo un'ora e quarto, all'improvviso, il treno si divide in due, un vagone continua verso la costa, l'altro s'incunea nelle montagne. Per fortuna tutti i congressisti ci troviamo per caso sul primo. Ancora un'ora e arriviamo ad Aberystwyth. Grata sorpresa alla stazione: degli studenti spagnoli, francesi e italiani in divisa ci accolgono e trasportano in pullman alla sede congressuale, traducendoci in tre lingue durante il percorso le parti della città che si potevano vedere. Lunghe schiere di case a tre o quattro piani colorate di blu, giallo e rosso, le stesse tonalità delle macchine; un castello molto ben tenuto; un lungomare con un bel porto e sabbia nera di fronte all'oceano; molti gabbiani che in volo rubano le chips che a soltanto una sterlina vendono dappertutto a turisti e abitanti del luogo. 
Il campus universitario è la meta finale. Lì veniamo distribuiti, sempre con perfetta organizzazione, in edifici dai mattoni argilla, dove in diversi piani troviamo ospitalità in camere singole dotate di ogni comfort. Poiché siamo arrivati a ora di cena, la mensa è già aperta. Due grandi sale, su due piani, per più di 400 persone, con buffet pronto per tutti i congressisti. Così la mattina dalle 8,30 alle 10, al primo pomeriggio tra le 13 e le 14,30, di sera dalle 19,30 alle 21. Semplice, ricco di piatti tipici (salmone, torte di cioccolato o mela ecc.), perfettamente funzionale, tutto compreso nella quota d'iscrizione al Congresso per 6 giorni. 
Siamo ad Aberystwyth, Galles occidentale, sulla costa oceanica. Clima eccezionalmente caldo. Gente tranquilla. Poco traffico. In tutta la cittadina si leggono locandine e indicazioni sul XXV Congresso Internazionale di Linguistica Romanza, che riunisce piú di 300 studiosi di lingue neolatine di tutto il mondo, dall'Arizona a Tokyo. All'ingresso del campus e ovunque le scritte sono rigorosamente in gallese, con traduzione in inglese; dappertutto Croeso “benvenuti”, prima di Welcome. Nel paese degli gnomi David (Trotter), direttore del Dipartimento di Lingue europee, ha saputo organizzare in modo ineccepibile un congresso che comprende 14 sezioni e una tavola rotonda, e ospita con squisita raffinatezza studiosi di rango internazionale insieme con specializzandi e studenti che parlano i più svariati dialetti della Romània vecchia e nuova, dal brasiliano, al corso, al rumeno di Moldavia. All'uscita di una sezione un giovane americano del Minnesota ci sorprende chiedendoci in perfetto logudorese: A it'ora est sa cunferèntzia a subra de sa standarditzazione de su sardu. In un'altra occasione una studiosa russa di San Pietroburgo ci chiede informazioni sulla Carta de Logu: nella sua città un gruppo di filologi la stanno esaminando e traducendo. Sentiamo, a scelta, parlare in spagnolo una studiosa di Zaragoza che presenta alcune espressioni inedite del linguaggio femminile della sua città; un collega ungherese che compara il latino parlato in Sardegna con quello dalmatico e noricese; un catalano che commenta il lessico algherese; un americano che in catalano descrive una ricerca sulla varietà guascone parlata nella Val d'Aran; due francesi che illustrano una indagine sull'uso della varietà francoprovenzale parlata nelle valli tra Francia e Svizzera. 
Il bel congresso di David Trotter, che con scaltrezza e naso ha saputo autofinanziarsi col supporto di istituzioni politiche, di istituti di cultura stranieri e persino di una cantina sociale di vini di Alicante in Spagna, chiude con la Assemblea generale dei soci, composta dai nomi più illustri di studiosi di tutte le lingue neolatine. E l’Assemblea decide, all’unanimità assoluta, di tenere fra tre anni il successivo congresso a Cagliari. Sono stati accolti l'invito inoltrato dall'Ateneo cagliaritano, firmato in primo luogo da Pasquale Mistretta che in prima persona ha difeso la causa, e gli apprezzamenti per la candidatura cagliaritana espressi dalla neo assessore alla Cultura e dal Presidente della Commissione cultura, prof. Gessa. Il Bureau della Società di Linguistica Romanza, formato da nomi prestigiosi e alte cariche delle istituzioni accademiche internazionali, contatterà per il tramite dell'Accademia della Crusca e dei Lincei il presidente della Regione Renato Soru e gli farà partecipe della grandissima occasione rappresentata dal congresso del 2007, che ospiterà presumibilmente i 1500 membri della Società di linguisti, dato che fino a oggi la Sardegna è l'una regione romanza dove non s'è mai tenuto un congresso simile e sono tanti, se non tutti, gli studiosi interessati a sentire il sardo dal vivo e a riunire il maggior numero di notizie aggiornate sulla lingua, i dialetti, la cultura e la politica linguistica dell'Isola. Ci verranno di sicuro quegli studiosi che già insegnano il sardo nelle università straniere, a Tokyo, a Bucarest, a Cracovia, a Vienna, a Bonn, Tubinga e Berlino, a Zurigo, a Essex, negli USA..... 
Cagliari, Regnum Sardiniae, agosto-settembre 2007. Millecinquecento turisti universitari sbarcano o atterrano in Sardegna. Una robusta organizzazione li accoglie in sardo e in tre altre lingue, e mostra loro la cultura, la lingua e la bellezza dell'Isola. Li ospita e offre loro la gastronomia genuina sarda. Le reti e la stampa di tutto il mondo recensiscono l'evento. Un'occasione nella quale autorità politiche ed accademiche - come altrove - investono le energie necessarie per mostrare alla comunità scientifica internazionale la nostra capacità organizzativa e le nostre caratteristiche culturali piú intime. È ancora un capitolo da scrivere. Ma con una buona programmazione sapremo farlo perfettamente. 

Eduardo Blasco Ferrer 

A segus