APPELLO ALLA MOBILITAZIONE – SORU CONVOCHI UNA “PRATOBELLO” A S. STEFANO IL POPOLO SARDO LO SEGUIRA’
COME IN PORTORICO – LA SARDEGNA HA IL REFERENDUM “FIRMA SA BOMBA”
La presenza di servitù militari è incompatibile con la Sardegna e con i sardi è giunta l’ora della mobilitazione, gli indipendentisti di SNI sono pronti alla chiamata.
Ormai è chiaro che, non bastano più l’antimericanismo, l’antimilitarismo o l’ambientalismo come non basta indire una semplice manifestazione con bandiere e quanto altro.
Bisogna mobilitare il popolo sardo e c’è qualcuno in grado di farlo.
Soru, se davvero vuole mandare via, in pace, gli americani e smantellare le basi militari, faccia seguire all’appello alla mobilitazione del popolo sardo il passo che è necessario, convochi una “Pratobello” a S. Stefano, dentro la base, saremo in molti in prima fila e non saranno “carros armatos e cannones a fermarci” con l’arma della pace li spazzeremo via.
Sarà un’operazione di pace, porteremo loro i simboli de SU DISPATZU una BERTULA con una SESTA DE LARDU per avere i veri del viaggio di rientro al loro paese ed un bel depliant turistico della Sardegna per il loro ritorno da turisti, se vorranno farlo.
In Sardegna come in Portoricco le basi militari si possono mandare via con un referendum, anche questa è un’arma di pace, i sardi ed il loro presidente hanno la possibilità di usarla.
Il 9 novembre, il TAR Sardegna si dovrà pronunciare sulla legittimità del referendum consultivo sulla Base di S. Stefano, promosso dal comitato Firma sa Bomba.
Per salvare il referendum è necessaria una forte mobilitazione di massa e un’azione concreta da parte del governatore .
Soru, a nome della Regione, si costituisca parte lesa e si batta per dare ai sardi la possibilità di pronunziarsi su un problema che li riguarda da vicino.
Esprimendosi sul quesito “Siete contrari alla presenza in Sardegna di basi militari straniere, comunque istituite, atte ad offrire punti di approdo e di rifornimento anche a navi e sommergibili a propulsione nucleare o con armamento nucleare ?” i sardi daranno una risposta di popolo alla non più tollerabile militarizzazione che stanno subendo.
In quanto a noi indipendentisti oltre ad essere in prima fila nelle mobilitazioni di massa, ci adopereremo, con metodi pacifici, per rendere meno facile l’utilizzo delle basi e per sensibilizzare il popolo sardo.