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27/10/2005 Indipendéntistas sicilianos

<Cussu dinare ispetat a nois po lege>


LA SICILIA NON HA RICEVUTO ALCUN REGALO, MA IL RICONOSCIMENTO DI UN DIRITTO, IN APPLICAZIONE DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO SICILIANO 


«Gli Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU ritengono che abbia agito bene (e non soltanto ai fini dell'etica professionale) il noto opinionista siciliano, peraltro decano dei giornalisti parlamentari, che si è affrettato a chiarire che i due miliardi circa di euro assegnati alla Regione Siciliana non costituiscono né un regalo né un atto di liberalità di alcun genere da parte del Governo italiano. Quegli euro sono piuttosto la conseguenza obbligatoria dell'applicazione dell'Articolo 37 dello Statuto Speciale di Autonomia. Il quale ultimo è, a sua volta, parte integrante della COSTITUZIONE.

Insomma: un aspetto concreto di quella "DEVOLUTION" ante litteram che pure era (ed è) contenuta nella Carta Costituzionale Siciliana sin dalla sua emanazione». 

Ha dichiarato il Segretario del Partito, Giuseppe SCIANÒ, intervenendo nella polemica suscitata da alcuni Presidenti di Regione (come il Lucano Vito De Filippo, o come il Sardo Renato SORU) e da tanti esponenti della NOMENKLATURA POLITICA E GIORNALISTICA, senza escludere il Sindaco di Roma VELTRONI, «...i quali hanno parlato di REGALO o di PRIVILEGIO , appunto, che BERLUSCONI avrebbe elargito al suo "amico" CUFFARO e alla maggioranza di centro-destra che governano la Sicilia». 

«Questi illustri Politici hanno, però, fatto finta di dimenticare che - nella Carta Costituzionale Siciliana - sono sanciti la COMPETENZA ED IL DIRITTO, per la Regione Siciliana, di percepire la quota di imposta sul reddito prodotto in Sicilia dalle Imprese, che hanno la sede legale fuori della Sicilia, per gli stabilimenti industriali e commerciali che qui operano. DIRITTO che (e non ci stancheremo mai di denunziarlo) è stato, semmai, scandalosamente calpestato per oltre mezzo secolo dalle istituzioni, dai partiti centralisti e dalle forze politiche dominanti in Sicilia . E dai "moralisti" di mestiere.


E se oggi questo diritto viene applicato (seppure parzialmente), lo è anche perché è stato riconosciuto pienamente legittimo dalla Corte Costituzionale. Pretestuose e malvagie dunque le critiche. Tanto più che la mancata corresponsione di detta somma a favore della Regione Siciliana veniva spesso citata dagli stessi leader politici come dimostrazione della "tendenza antimeridionalista" della politica economica attuata dal Cavaliere. ( .fortunatamente per loro non mancano in proposito altri argomenti più fondati). 

Va da sé che nessuno dei Politici suddetti si è lamentato dei gravi danni arrecati, per più di mezzo secolo, al Popolo Siciliano, alla Nazione Siciliana, dalla vanificazione della specialità dello Statuto e dalla mancata applicazione di questo articolo e dei tanti altri, che sono stati orrendamente mutilati o soppressi di fatto. Ma si sa: in materia di negazione di diritti del Popolo Siciliano vige quell'indecente CONSOCIATIVISMO fra i partiti centralisti che abbiamo ritrovato anche nella proposta di legge-voto di Riforma dello Statuto, licenziata qualche mese fa dall'ARS». 

Ha affermato il Segretario FNS che ha così continuato: «Messe da parte l'ipocrisia e le falsità e riportata nei giusti termini la vicenda del presunto "REGALO", l' FNS ci tiene a precisare - a scanso di equivoci - che non è stato affatto chiuso il CONTENZIOSO fra lo Stato Italiano e Regione Siciliana in materia di applicazione di Statuto. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare infatti che si continua a violare il PACTUM costituzionale, che sono molti gli articoli di Statuto non applicati e che la PROPOSTA di LEGGE-VOTO di Riforma dello Statuto approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana marcia decisamente contro le ragioni della specialità dello Statuto stesso. E per la violazione del PACTUM COSTITUZIONALE DEL 1946. Ed è quindi tutt'altro che rappresentativa dei diritti, degli interessi e delle aspettative della Nazione Siciliana. Ma per fortuna tale proposta non è stata ancora approvata dal Parlamento e quindi esisterebbero gli spazi per alcune fondamentali - e necessarie - rettifiche». 

Ha ancora detto SCIANÒ, il quale ha terminato le proprie osservazioni dicendo: «Esiste tuttavia un'altra grave questione sul tappeto. Non sarebbe infatti legalmente e politicamente valida, né accettabile, un'eventuale RINUNZIA, da parte della Regione Siciliana, alle SPETTANZE ARRETRATE che, in applicazione sempre dell'articolo 37, devono adesso essere corrisposte alla SICILIA. Con decorrenza dalla data di entrata in vigore dello Statuto Siciliano emanato, com'è noto, con DECRETO LEGISLATIVO del RE D'ITALIA il 15 MAGGIO 1945. Ed approvato solennemente, con decorrenza ex tunc, dalla COSTITUENTE nel mese di Febbraio del 1948». 

Palermu, 25 Ottoviru 2005 

L'ADDETTO STAMPA 
(Giovanni Basile)



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«Diamo, quindi, al Popolo Siciliano - in lotta per il suo ideale millenario - la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

Giuseppe Montalbano, 1976




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