12/11/2004 Documenti - Gli atti del Consiglio Regionale
Lingua sempre più "tagliata"
Riportiamo qui alcuni documenti che riguardano la "manovrina" effettuata dal governo regionale per rimpiguare l'ormai famoso "buco" creato nella Sanità. Nessuno può avanzare obiezioni che questo rimodellamento delle finanze regionali fosse necessario, ma resta la preoccupazione che forse la mannaia che si è abbattuta sugli investimenti (già non soddisfacenti a nostro avviso) impiegati per la lingua e l'identità sarda non sia stata usata nello stesso modo con altre spese, forse ritenute più "utili".
E' un dubbio che ci resta anche dopo aver consultato le carte che qui mettiamo a disposizione di tutti anche perché leggiamo nella relazione di minoranza del Polo che <...Nel dettaglio, sorprendono alcune scelte che incidono su settori amministrativi importantissimi. Innanzi tutto quello della istruzione, dalla scuola materna all’università fino alla formazione professionale. Sono state proposte diminuzioni che generano sconcerto in chi ha fatto affidamento su stanziamenti che, pur fatti in una manovra finanziaria particolare e condizionata dalla limitatezza delle risorse disponibili, avevano avuto il coraggio di realizzare maggiore investimento nella conoscenza e nella formazione dei giovani. Tutto ciò tra l’altro è in aperto contrasto con le dichiarazioni programmatiche dell’attuale Governo regionale>.
Opinione che può essere frutto di una serrata e non obiettiva polemica politica, ma che coincidono, sui temi a noi cari della lingua sarda, con le osservazioni espresse dalla minoranza della commissione cultura (VIII^) che dice : <Un discorso a parte merita la legge regionale n. 26 che viene falcidiata in tutte le sue articolazioni in ordine alla valorizzazione e tutela della cultura e della lingua sarda. Altresì sono stati ridotti i capitoli relativi al finanziamento di cori, gruppi folk e complessi isolani che mantengono un rapporto con le tradizioni della nostra isola>. Complessivamente la stessa Ottava Commisione unita riconosce alcuni elementi di discrasia nei dati dichiarati dall'assessorato della Pubblica Istruzione e quelli inseriti nella documentazione.
Ma illuminante per comprendere i problemi che stanno a cuore a noi è un passaggio della relazione di minoranza sardista alla manovra (distinta da quella del Polo), redatta dall'onorevole Beniamino Scarpa, che così recita:< Tuttavia si nota che, nell’ operare tagli a numerosi settori, si è proceduto attuando riduzioni che, anziché influire proporzionalmente su tutti i capitoli o le unità previsionali di base, si sono concentrati su alcuni settori specifici. Allo stesso modo si è proceduto ad impinguare alcuni capitoli di bilancio per soddisfare esigenze che, allo stato, non paiono a chi scrive più urgenti di quelle che si propone di mortificare con i tagli.
In sostanza mentre si sono operati incrementi di stanziamento a favore di capitoli di bilancio non riferiti alla emergenza del settore sanità dei quali non è stata dimostrata la indifferibilità e la urgenza, mentre alcuni capitoli non sono stati coinvolti nei tagli ed alcuni altri capitoli hanno subito tagli esigui, al contrario altri capitoli sono stati tagliati in maniera rilevante ed alcuni altri sono stati interamente cancellati. Si deve riconoscere che durante il lavoro della commissione alcuni gravi tagli sono stati ridimensionati o eliminati. Rimangono tuttavia le perplessità per gli effetti che alcune riduzioni di stanziamento potranno avere nei singoli settori di competenza.
Tra gli altri, e con particolare riferimento alle priorità sul piano politico di chi scrive, si rileva un intervento fortemente penalizzante in ordine alla applicazione della legge regionale n. 26 del 1997 che ha visto decurtati numerosi capitoli, senza che sia stato preventivamente consultato l’ osservatorio previsto dalla stessa legge, ed in un momento particolarmente delicato nel quale la applicazione della legge n. 26 cercava di andare a regime dopo un avvio legato a fondi straordinari dello Stato provenienti dall’ accordo di programma quadro sulla lingua e cultura sarda e gli ultimi anni nei quali si era provveduto ad una copertura con fondi del bilancio ordinario>
E infatti tra le riduzioni più gravi in questo settore si rilevano:
- l’azzeramento del capitolo 11028 (UPB11.020) riferito alla organizzazione della conferenza annuale sulla lingua e cultura sarda: da tale proposta della Giunta si deduce che non sia previsto nel corrente anno lo svolgimento della conferenza;
- la drastica riduzione, nella stessa UPB, dei capitoli 11042 e 11196, destinati alla realizzazione del catalogo generale del patrimonio culturale della Sardegna e del censimento del repertorio linguistico dei Sardi;
- la drastica riduzione dei capitoli 11063 e 11064 (UPB S11.057) riferiti al finanziamento di progetti per la valorizzazione della lingua e cultura sarda nella scuola, capitoli che subiscono una decurtazione di circa il 25% sulla previsione iniziale del 2004 e di circa il 50% sullo stanziamento previsto nel 2003;
- l’ azzeramento del capitolo 11121 (UPB S11.070) con il quale venivano finanziate le borse di studio sulla lingua e cultura sarda;
- la riduzione di circa il 20% dei fondi destinati alle università di Cagliari e Sassari per l’espletamento di corsi universitari nelle aree disciplinari previste dall’ art. 17 della legge regionale n. 26 del 1997 sulla lingua e cultura sarda. >.
La relazione termina con un secca affermazione di Scarpa: <Se poi si dovesse ritenere che i campi di intervento sopra citati non rispondono ai programmi ed alle politiche che questa giunta vuole attuare, allora è necessario che questo venga detto con chiarezza>.
Che cosa potremmo aggiungere noi? La preoccupazione di chi crede in un settore così importante per l'identità sarda e che invece viene quasi maltrattato. E la speranza che nel DPEF e nel prossimo bilancio la lingua sarda venga tenuta meglio in considerazione. Perchè tanta indifferenza e odio per la nostra lingua?