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25/11/2004 Rassigna de s'imprenta - Unione Sarda de su 4.11

Montanaru e il parco culturale

de Francesco Pintore

Scrivono in gallurese, campidanese, barbaricino, logudorese e tabarchino. Scrivono in sardo, ma non nella lingua unificata. Da tredici anni si dilettano con rime e versi per celebrare Antioco Casula Montanaru. Sono tanti i poeti che partecipano al premio letterario intitolato all'autore dei Cantos d'Ennargentu e di tante altre importanti pubblicazioni come Boghes de Barbagia, Sa lantia e Sos cantos de sa solitudine. Si sfidano con le armi della metrica, della fantasia e delle emozioni che le poesie (quelle belle) sanno dare. Il concorso organizzato dall'amministrazione comunale di Desulo sin dalle prime edizioni rappresenta anche un'importante occasione per (ri)animare il dibattito culturale in un territorio che ogni giorno deve fare i conti con crisi economica e spopolamento. Non solo ottave o sonetti, dunque. Ma anche discussioni su possibili progetti di sviluppo non necessariamente legati e prosciutti e salsicce. Nei giorni scorsi, dopo la cerimonia di premiazione dei vincitori, è stata lanciata la proposta di un parco culturale per il Gennargentu. L'idea nasce da un'intuizione di Tonina Paba, ex sindaco di Aritzo e attualmente assessore alla Cultura nella Comunità montana della Barbagia Mandrolisai. «Non ho inventato niente di nuovo - esordisce ? ma credo in questo progetto. É stato realizzato in tante altre realtà della penisola e all'estero, non vedo perché non possa funzionare anche da noi». Il piano è indubbiamente ambizioso, quasi una sfida. «Sappiamo bene che la parola parco in un recente passato ha generato molti equivoci - continua Tonina Paba ? ma in questo caso si tratta di un'idea, come dire, conciliante. Non ci sono né vincoli, né guardiaparco e nessun confine. Si punta sulla valorizzazione del territorio facendo leva sulla cultura. In un primo momento abbiamo pensato all'ipotesi del parco letterario. In seguito, però si è preferito puntare su un altro concetto, quello di parco culturale, possibilmente integrato e pluritematico che dovrebbe seguire alcune direttrici quali l'arte, l'antropologia, l'archeologia». L'idea è quella di fare in modo che il patrimonio culturale si trasformi in fonte di reddito. «Ma è chiaro che una iniziativa di questo genere non può partire a costo zero - dice l'ex sindaco di Aritzo ? ci devono essere delle sovvenzioni. Servirebbe una legge specifica che consenta di avere risorse certe da utilizzare per la formazione del personale e la salvaguardia dei beni. Insomma, creare qualcosa che vada oltre i singoli eventi culturali». Al progetto del parco stanno lavorando esperti e rappresentanti del mondo accademico isolano. Si è costituito anche un centro studi coordinato proprio da Tonina Paba. Ne fanno parte Duilio Caocci, Paolo Pillonca, Tonino Mameli e Giovanni Pirodda. «Entro la fine dell'anno contiamo di organizzare una giornata dedicata proprio al tema del parco culturale ? conclude Paba ? sarà un'occasione di studio e di confronto con altre esperienze di questo tipo. Siamo consapevoli però che il piano può decollare soltanto con il coinvolgimento di associazioni, cori, istituzione e operatori privati del territorio». Al dibattito che si è tenuto a Desulo ha partecipato anche il sindaco di Nuoro Mario Demuru Zidda. Il capoluogo barbaricino fa parte del parco letterario Grazia Deledda, un progetto che coinvolge numerose comunità tra Barbagia, Baronia e nord Sardegna, luoghi legati alla produzione letteraria della scrittrice che vinse il premio Nobel. Nel versante occidentale del Gennargentu si punta invece sull'opera di Antioco Casula Montanaru, Peppinu Mereu e Bachis Sulis, i poeti-simbolo di Desulo, Tonara e Aritzo. Finora i loro nomi sono stati legati a singole manifestazioni, prodotti editoriali e operazioni discografiche: iniziative sporadiche che però hanno contribuito a tenere sempre vivo il dibattito sulla cultura nei paesi di montagna. Adesso si punta al salto di qualità. E in questo contesto gioca un ruolo molto importante il concorso letterario Montanaru. Da tredici anni questo appuntamento rappresenta un punto di riferimento per i tantissimi sardi che amano la poesia. Sono centinaia gli elaborati che vengono recapitati alla segreteria del premio. Scrivono da tutta l'Isola, dall'Italia e dall'estero, scrivono in tutte le varianti della lingua sarda. Quest'anno la giuria, presieduta da Gianni Filippini, ha assegnato il primo premio a Giuseppe Tirotto di Castelsardo, autore di L'istaddiali chi sin'anda. Al secondo e terzo posto altri due galluresi: Giovanni Maria Pala e Gianfranco Garrucciu di Tempio. Tra i premiati anche alcuni poeti di Carloforte, Capoterra, Nuoro e Dorgali. Tutti con la loro limba, messa al servizio della poesia.

Francesco Pintore

04/11/2004 

A segus