3/08/2003 Articulu de Antoni Carai, Presidente de su Sotziu
"La lingua unificata può dividere i sardi"
A nome dell’associazione culturale che presiedo, impegnata nella valorizzazione della lingua e dell’identità del popolo sardo, chiedo al presidente della Provincia di Nuoro chiarimenti in merito ad alcune recenti iniziative in tema di bilinguismo. In particolare, quelle assunte dall’Ufficio provinciale per la lingua sarda, con l’utilizzo esclusivo di quella che parrebbe essere la cosiddetta “Lingua sarda unificata”. L’utilizzo unico, in questa fase, di questa ipotesi di standard, da parte di un’amministrazione pubblica, potrebbe arrecare problemi al delicato tema dell’unificazione linguistica. Pare poco opportuno utilizzare un’ipotesi di lingua codificata regionale, contestata sin dall’inizio e disconosciuta dalla maggioranza dei suoi proponenti, e che sinora non ha superato i necessari passaggi politici ed istituzionali previsti dalla Regione. Siamo anche noi concordi che un linguaggio amministrativo regionale sia comunque necessario, ma purtroppo dobbiamo riconoscere che la cosiddetta “Lsu” è stata una falsa partenza.
Ci permettiamo di osservare inoltre che il compito di un’amministrazione provinciale non debba essere quello di fare politica parauniversitaria, dribblando le legittime prudenze degli atenei e di molti intellettuali sardi, con il problematico coinvolgimento di atenei esteri. Ci chiediamo: è il caso di esacerbare gli animi dando per ufficiale quello che ufficiale non è? Vale la pena condurre una politica linguistica di tipo cantonale, costringendo altri enti pubblici ad intraprendere politiche linguistiche divergenti? Oppure è meglio impegnarsi per ritessere la tela, superando le lacerazioni causate dalla fuga in avanti della della cosiddetta “Lsu” che, ricordiamolo, è stata bocciata dal Consiglio regionale quale lingua di tutti i sardi? Se deciderete di impegnarvi in tal senso, noi e tanti sardi di buona volontà saremo dalla vostra parte.