Si comunica che, in data 8 Luglio 2005 alle ore 21.00 presso la Casa Museo Marras in Galtellì, verranno proiettati il docufilm "GENNARGENTU, UNA MONTAGNA PER TRE POETI", sulla vita e le opere dei poeti: Peppino Mereu (Tonara), Montanaru (Desulo)e Bachis Sulis (Aritzo), scritto e diretto da Giovanni Carroni, musiche di Battista Giordano, direttore della fotografia Davide Mocci; a seguire il cortometraggio della giovane regista nuorese Pj Gambioli dal titolo BISOS DE JANAS – SOGNI DI FATE, scritto e diretto da Pj Gambioli. Direttore della fotografia Gianni Secchi, Musiche Stefano Ferrari.
La manifestazione è promossa dall'Amm.ne comunale di Galtellì
Si allegano schede illustrative dei film
Cordiali saluti
Bocheteatro
BISOS DE JANAS - SOGNI DI FATE
REGIA DI: Pj Gambioli
Produzione: Ass.ne Cult. Janas (JANAS.TEATRO@TISCALI.IT)2004/2005
CON: Pj Gambioli
Giovanni Carroni
Silvestro Loche
SOGGETTO E SCENEGGIATURA DI: Pj Gambioli
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: GIANNI SECCHI
MOVIMENTI MIMICI: GIOVANNI CARRONI
MONTAGGIO: PJ GAMBIOLI – GIANNI SECCHI
MUSICHE E SUONI: STEFANO FERRARI
PROLOGO: CARLO CARERE
COSTUMI E SCENOGRAFIE: GABBA ATELIER E GAJA ATELIER NUORO
ORGANIZZAZIONE: ASS.NE CULT. JANAS JANAS.TEATRO@TISCALI.IT
PROLOGO:
Si narra che un tempo lontano, in terra di Sardegna vivevano le Janas.
Erano fate leggendarie, spesso buone, talvolta cattive.
Belle, schive e misteriose, erano preda dei pastori, dai quali si proteggevano rintanandosi tra le rocce.
A loro apparteneva un’arte: ricamavano arazzi stupefacenti che acquisivano poteri occulti, se esposti alla luna.
Perciò per azionare l’incantesimo, le fate erano costrette ad uscire e stendere sulla pietra le loro creazioni, concedendole alle tenebre.
Ma bastava rubare un solo filo dell’abito indossato dalle Janas, per possederle in eterno.
E i pastori questo lo sapevano…
NOTE DI REGIA
“GENNARGENTU, UNA MONTAGNA PER TRE POETI”
La poesia in lingua sarda, elemento essenziale della cultura orale, prevalente in Sardegna fino all’inizio del secolo, è stata l’espressione artistica più importante nella storia della tradizione popolare. Il poeta era la memoria della comunità: nelle sue produzioni poetiche egli narrava degli eventi principali che riguardavano la vita collettiva, e rappresentava un vero e proprio archivio storico-sociale.
Inoltre le poesie, soprattutto di poeti noti come Peppino Mereu o Montanaru e Bachis Sulis, influenzano continuamente altre forme espressive dell’arte popolare, basti pensare al canto a tenores, esempio la stupenda Galusè o alle polifonie dei cori in lingua sarda con Nanneddu meu sempre di P. Mereu.
Questo film intende recuperare e rivalutare, in maniera non folclorica, poeti in lingua sarda che niente hanno da invidiare ad altri più noti, in lingua italiana, della penisola; rappresenta inoltre un tentativo di usare la lingua sarda al cinema attribuendole dignità di lingua d’uso contemporaneo, capace di esprimere pensieri ed emozioni che vanno di là dalle immagini evocate e diventano veramente universali, esaltandone non solo i contenuti, ma, soprattutto, l’affascinante musicalità della lingua