10/07/2004 Identidade e Imprenta/ Una mostra in s'aeroportu de Casteddu - www.godotnews.it
Sardegna terra di miti raccontati da "Atlantikà"
de Vito Biolchini
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Le immagini della Sardegna più antica nel luogo simbolo della modernità isolana, l’aeroporto di Elmas a Cagliari. Foto, pannelli, illustrazioni ed articoli proposti fino al 30 settembre nella mostra Atlantikà per raccontare la 'scoperta' di Atlantide da parte del giornalista Sergio Frau, autore del fortunatissimo libro 'Le Colonne d’Ercole', 23 mila copie vendute, un best seller nel suo genere.
Teoria ardita, 'ma una cinquantina di professori mi danno ragione', spiega il giornalista di Repubblica, nato a Roma e con origini cagliaritane. In sintesi: le colonne d’Ercole, il limite invalicabile del mondo antico, non stavano a Gibilterra ma tra la Sicilia e la Tunisia, a dividere il Mediterraneo orientale da quello occidentale. E oltre c’era una grande isola di nome Atlantide. 'Cioè la Sardegna', spiega Frau. 'Questa teoria fa tornare i conti e i racconti di tanti autori antichi. E sapete come ci sono arrivato? Osservando le carte nautiche e leggendo Aristotele, secondo cui alle Colonne d’Ercole c’era poco vento e i fondali erano poco profondi. Esattamente il contrario di quanto avviene a Gibilterra ed esattamente quello che si osserva invece nel Canale di Sicilia'.
La teoria è piaciuta a molti e Frau (che è entrato nelle dispute accademiche con la stessa dirompenza di un hippie ad una prima alla Scala e prende sul serio quelle che tutti noi abbiamo sempre considerato delle semplici leggende) ora mostra con orgoglio gli articoli pubblicati dalla rivista francese Diogène ('con cinque articoli che mi danno ragione’) e L’Universo, rivista dell’Istituto Geografico Militare, dove si confermano i calcoli del giornalista. 'Perché se Delfi era il centro del mondo e Prometeo, legato ad una roccia del Caucaso, segnava l’Alba per la mitologia greca, dall’altra parte ci stava Atlante, in perfetta simmetria. Questo era il mondo antico e la Sardegna in esso aveva un ruolo fondamentale'.
L’Isola dell’Eterna Primavera, carica di metalli, abitata da un popolo di navigatori, sede di una civiltà ricca e potente, capace di costruire migliaia di torri e spazzata via improvvisamente dallo ‘schiaffo di Poseidone’: un maremoto raccontato da Omero e Platone e che ha segnato la fine di una grande esperienza storica. 'Dall’Età dell’Oro all’Età del Fango. Migliaia di nuraghi ricoperti di terra, come testimoniano le fotografie scattate da Francesco Cubeddu dal suo deltaplano'. Immagini suggestive, come quelle firmate da Mario Garbati, Gianmario Marras, Franco Stefano Ruju e Marcello Farris che raccontano l’ambiente, i costumi e le tradizioni dell’isola.
Unici ‘miscredenti’, fieri oppositori della teoria sardo-atlantidea, il direttore della rivista Archeo Misteri e lo studioso isolano Massimo Pittau, il cui articolo contro la tesi di Frau viene peraltro proposto nella grande rassegna stampa esposta nella sala dell’aeroporto. 'Ma due cose effettivamente non tornano', ammette Frau. 'La prima è che Platone parla di eventi capitati 9000 anni prima, in una civiltà che conosceva il bronzo e la scrittura. Quindi il primo a contraddirsi è lui. La seconda è che sempre secondo Platone ad Atlantide c’erano gli… elefanti'. Possibile soluzione: 'Il cervo sardo si chiama anche cervus elaphus. Insomma, è lecito pensare che alla fine qualcuno può aver fatto confusione con le parole'.
Spazzata via la civiltà isolana, i Sardi (come spesso capita) emigrarono. 'Diventarono gli Etruschi. Non a caso nel XII secolo avanti Cristo in Sardegna collassa la metallurgia del bronzo e decolla, improvvisamente, quella del ferro sugli Appennini'. Inizia un'altra storia, ma rimane il mito del popolo che seppe costruire ottomila e passa torri, che nel 1178avanti Cristo cercò di conquistare nientemeno che l’Egitto e che ora torna prepotentemente alla ribalta. Per merito di chi ha guardato con occhi di oggi ai fatti di (avant’) ieri.
Vito Biolchini
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