Il Papa Karol Wojtyla sarà presto Santo! La notizia ci allieta. Di Lui avremo sempre viva la figura suprema che impersonava il suo epocale Ministero, ma altrettanto profondo sarà il ricordo della sua voce che, sovente, accompagnava i suoi sorrisi. In un momento in cui ancora e sinceramente piangiamo la sua scomparsa, questa è l’immagine che custodiremo sempre di questo grande Papa. I sardi con Lui ebbero, fin dall’inizio del suo pontificato, un rapporto d’amicizia speciale, saldatasi con più forza in seguito alla storica visita in Sardegna nel 1985. Capiremo solo qualche anno più tardi che non fu una semplice visita di routine, bensì l’omaggio ad una minoranza etnica. Il Santo Padre conosceva bene la Sardegna e le sue espressioni culturali, come la lingua che Lui considerava «Bellissima», ma che le varie autorità ecclesiastiche sarde non utilizzavano adeguatamente. Ci piace, altresì, ricordarlo con il Vangelo di Luca scritto in lingua sarda tra le mani, regalatogli a Nuoro, ma soprattutto quando in questa città solennizzava: «Vorrei conoscere meglio la vostra lingua sarda per potermi sintonizzare anche verbalmente con le vostre voci». Ad Oristano, ai piedi dell’imponente Torre di Mariano II, il Papa ci testimoniò, inoltre, tutta la sua stima, ricordandoci la nobiltà della nostra storia: «Quello del Medioevo fu certamente un periodo illustre per la città di Oristano non solo per il suo sviluppo economico e sociale, ma anche e, direi soprattutto, per quello civile e culturale che raggiunse il suo vertice nella promulgazione della famosa «Carta de Logu», avvenuta durante il Giudicato dell’eroina Eleonora d’Arborea. Tale Carta, considerata un monumento di saggezza giuridica, assicurò ad Oristano ed all’intera isola una solida base per la costruzione di una civile convivenza, fondata sulla giustizia e sul rispetto della persona umana». E ricordando ancora la sovrana d’Arborea e le citate norme giuridiche, concluse in sardo l’orazione: «Ad onori de Deus, onnipotente e de sa gloriosa Virgini Santa Maria Mama sua». Questa eccelsa testimonianza deve far meditare. La speciale attenzione che Giovanni Paolo II ha sempre dedicato alle minoranze nazionali, è codificata, per esempio, nei documenti: «Per costruire la pace rispettare le minoranze» e «Nel rispetto dei diritti umani il segreto della Pace vera». In queste carte, sottoscritte rispettivamente da Sua Santità il giorno 8 dicembre 1988 e l’8 dicembre 1998 (e lette il 1 gennaio del 1989 e il 1 gennaio 1999 nelle relative celebrazioni delle «giornata mondiale della Pace») è solennemente scritto: «Un altro diritto da salvaguardare è il diritto delle minoranze a preservare e a sviluppare la propria cultura. Non è raro il caso in cui gruppi minoritari sono minacciati di estinzione culturale.»; «Una delle forme più drammatiche di discriminazione consiste nel negare a gruppi etnici e minoranze nazionali il fondamentale diritto ad esistere come tali. Ciò viene attuato attraverso la loro soppressione o il brutale trasferimento, o anche il tentativo di indebolirne l'identità etnica così da renderli non più identificabili. Si può rimanere in silenzio di fronte a così gravi crimini contro l'umanità?». Sempre a Nuoro, nel momento in cui il Papa faceva il suo ingresso in città, un gruppo di bambini lo accolse calorosamente, ed ognuno di loro, acclamandolo, sosteneva una lettera dell’alfabeto che innalzava la frase: «Regalaci un sogno». Quel « regalo» l’abbiamo ricevuto. Grazie Papa Wojtyla.
Fabritziu Dettori
patriotu@tiscali.it
Preghiera per Papa Wojtyla
Chiesa Santa Maria di Betlem in Sassari
19 giugno 2005 ore 11: 00
“Ad onori de Deus onnipotente e de sa gloriosa Virgini Santa Maria Mama sua”: Giovanni Paolo II, Oristano 18 ottobre 1985
Gli aderenti alle Associazioni Culturali “S’iscola sarda” e “A.cu.va.ca.mu.s”., informano che domenica 19 giugno alle ore 11: 00 nella chiesa di Santa Maria di Betlem a Sassari, si raccoglieranno solennemente in preghiera per commemorare Papa Wojtyla durante la celebrazione Eucaristica. Al ricordo di questo grande amico della Sardegna, si uniranno: l’associazione culturale “Thathari”, in abito etnico della città di Sassari; il maestro di Launeddas Sergiu Leccis di Assemini (CA), presidente dell’associazione “Sonus de canna” che, in abito etnico, eseguirà brani liturgici; il “Cuncordhu di Sassari” che canterà brani religiosi. Durante la messa sarà recitato il “Padre Nostro” in limba e alla fine della celebrazione sarà distribuita ai presenti l’icona riproducente il testo in lingua sarda, ripreso, direttamente dal Chiostro della “Basilica del Pater Noster” di Gerusalemme, dallo studioso di cultura e lingua sarde Giampaolo Lallai di Cagliari.