Accogliamo il mancato raggiungimento del quorum al referendum contro le
scorie chimiche italiane con desolazione. Ma c'era da aspettarselo.
iRS aveva iniziato nel lontano 2001 un lungo e difficile cammino, politico e
pratico, per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione di
inquinamento illegale del territorio nazionale sardo da parte dell'industria
chimica statale italiana.
Le nostre azioni hanno portato a pronunciarsi e ad uscire allo scoperto
istituzioni e poteri dello Stato italiano come la Commissione Parlamentare
per le Ecomafie, i Carabinieri del NOE, deputati, sindaci e assessori
all'ambiente provinciali e comunali.
Il comitato promotore di questo referendum, di cui iRS non ha fatto parte,
ha creduto opportuno far partire il referendum in questo momento e con
queste forze. Evidentemente una scelta azzardata e frettolosa, destinata al
fallimento e con il rischio aggravante di bruciare un tema che necessitava e
necessita di un più lungo percorso di maturazione e di impegno.
Ad aggravare il quadro vi sono stati gli atteggiamenti ambigui dei partiti
autonomisti, sia di quelli che si sono schierati per il No, sia di quelli
che, pur schierandosi a favore del Sì, si sono in realtà lavati le mani
della questione. Per non parlare poi di quella significativa saldatura tra
sindacati e industriali che hanno continuato a ragionare contro gli
interessi dei sardi e della nazione sarda.
Infine, dato politico più importante, va constatata ancora una volta
l'incapacità di molti sardi di trasformare i loro umori e le loro reazioni
immediate in una vera presa di coscienza e in chiari atti politici di
autodeterminazione. Anche questa volta un umore apparentemente generalizzato
non si è trasformato nel coraggio di una scelta, segno di un vuoto di
coscienza politica nazionale creato da anni di mortificanti classi dirigenti
antisarde.
iRS, che comunque ha agito chiaramente a favore del sì, continuerà la sua
azione, senza fretta, seguitando a presentare il problema non solamente come
un semplice "no alle scorie" bensì nel quadro progettuale più ampio del
risanamento e della riconversione del lavoro degli operai.
In questo senso ricordiamo l'assemblea di Porto Torres, indetta da iRS
appena dopo il blitz di Fiumesanto, in cui portammo a confronto gli esperti
dell'opera di risanamento realizzata con successo nell'area di Bagnoli (NA).
iRS continuerà la paziente ed entusiasmante opera di acquisizione e
costruzione della coscienza nazionale del popolo sardo.