nei giorni precedenti l'Epifania, in Sud Tirolo, è usanza che in ogni casa passino i «cantori della stella», che impersonano i tre Re Magi: Baldassarre, l'europeo che porta l'incenso, l'asiatico Melchiorre che dona l'oro e il «moro» Gasparre, il più giovane, che offre la mirra.
Questa mattina sono arrivati anche a casa mia: belli, con abiti sontuosi, manti lunghi sulle spalle, corone in testa: un brillìo generale, forse l'effetto dei cristalli cuciti sulle loro vesti regali; un insieme di colori viacissimi da farti girare la testa. Mi pareva davvero di avere di fronte gli antichi re del Medio Oriente.
Due di loro tenevano in mano un cofano con vistose borchie, simbolo dei doni offerti a Gesù Bambino e il terzo portava trionfante una grande stella dorata, affissa su un bastone lungo, simbolo della stella cometa che indicava loro il luogo dove era nato il «Re dei re». Si sono disposti a semicerchio intorno al mio albero di Natale e hanno cantato e recitato in lingua tedesca e italiana versi augurali, con dolci melodie, per il nuovo anno.
Hanno chiesto l'offerta che viene data al consiglio parrocchiale, lasciandomi l'immagine di bambini di una missione africana per un aiuto economico, in memoria dei doni fatti al Bambino nella stalla e un sacchettino con granuli di incenso, che posso mettere in un padellino a scaldare e spargere il profumo in tutte le stanze, come gesto augurale, proprio come si usava una volta, ai tempi della mia nonna.
I tre re se ne sono andati, suonando con il flauto canti natalizi, scrivendo sullo stipite della porta di casa la data e le tre iniziali K. M. B., che in lingua tedesca significano: Kaspar, Melchior e Balthasar o, secondo un'altra interpretazione, le iniziali di «Kristos Mansionem Benedicat», invocando la benedizione della casa.
Da ieri sera sulla porta di casa mia c'è scritto: 20.K.M. B.05.
Un caro saluto a tutti e auguri per il nuovo anno.