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03/01/2006 Parres libberos

Iscriende po sas criaturas

de Maria Luisa Sotgiu


Per i lettori che hanno bambini.



Ho conosciuto Bianca Pitzorno nella biblioteca scolastica negli anni ’70-’80: anni di innovazioni, non solo nelle metodologie e nella didattica, ma anche nella letteratura per l’infanzia.

Scrivere di questa scrittrice sassarese non è scrivere di un libro, ma di tanti libri (circa una quarantina): per i bambini più piccoli delle prime classi elementari, per gli adolescenti già nelle scuole medie, per gli insegnanti e per i genitori. Infatti questa scrittrice è letta volentieri anche dagli adulti, non solo dai piccoli. L’autrice ci spiega come sia difficile scrivere per l’infanzia e contemporaneamente per l’età adulta, soprattutto quando si tratta di un romanzo realistico e non di uno a carattere fantastico: lei sceglie come protagonista una bambina e racconta la storia dal suo punto di vista, contrapposto al punto di vista dei grandi. Nei libri per gli adulti, di solito, l’infanzia è vista come una sorta di noviziato, di preparazione agli anni che verranno, mentre la Pitzorno quasi sempre conclude il racconto prima che la protagonista diventi grande e si disinteressa, e fa in modo che il lettore si disinteressi, di quello che farà o cosa le capiterà una volta adulta.

I suoi libri non sono fiabe o racconti tradizionali, ma sono romanzi surreali e umoristici, sempre molto critici nei confronti della realtà, in cui troviamo tutti i problemi attuali della società: dal razzismo alla speculazione edilizia, l’influenza negativa di determinati programmi della TV, che vogliono trasformare i ragazzi in superconsumatori. Nei suoi romanzi troviamo la vita di tutti i giorni, le relazioni all’interno della famiglia, della scuola, del mondo del lavoro, la guerra tra bambini più grandi e piccoli,tra gli adulti e i bambini, fra i maschi e le femmine, fra i potenti e i deboli. I suoi personaggi possono essere ambientati in epoche storiche diverse, ma i suoi romanzi, peraltro sempre lunghi, non sono mai ambientati in un “regno lontano” o in mondo “fantastico”. Il mondo che lei presenta e dove mette i suoi protagonisti è il nostro, tra persone simili a noi, con gli stessi problemi nostri, e anche con un atteggiamento di critica.


Tutti i protagonisti dei suoi romanzi , una trentina dai nomi più strani, (Polissena, Laurentina, Ermentruda, Prisca….) sono di sesso femminile. Il motivo di questa scelta è che tutte le sue storie, anche le più comiche e avventurose, sono prima di tutto “itinerari interiori”e lei si sente dentro quelle bambine, piccole donne, che sanno affrontare la vita con determinazione, che sono attive, sagge, intelligenti, disinvolte e piene di iniziative: sanno agire anche con ribellione quando è necessario.


Vi do qualche titolo, tanto per cominciare, poi in libreria troverete tutti gli altri.:”L’incredibile storia di Lavinia”, “Parlare a vanvera”, “Ascolta il mio cuore”, “Polissèna del porcello”, “ Torntràs”,” Manuale del giovane scrittore creativo”, “La voce segreta”; tra autobiografia e saggio, tra pamphlet e racconto i lettori troveranno le risposte agli interrogativi che si sono posti ai nuovi cambiamenti.


Bianca Pitzorno appartiene al gruppo di “autori completi”, così definiti dal “Premio Andersen”, quelli che, essendo scrittori, si illustrano i libri da sé.


Saluti cari, bona legidura!

Maria Luisa Sotgiu

A segus