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17/01/2006 Polìtica 

In chimbanta po s'istatutu


Sos babbos de s'Istatutu sardu ant a ésser chimbanta. Est custu su nùmeru de sos cumponentes de sa Consurta Istatutària in cunfromma a sa proposta de lege in discussione in sa cummisione Autonomia de su Consigiu Regionale, ghiada de Istevene Pinna de Progetu Sardigna. 








Cinquanta esperti per riscrivere lo Statuto sardo [Regione] 

Previsto entro pochi giorni il via libera alla legge istitutiva della Consulta 

I nuovi padri costituenti (anche se il termine è impreciso) saranno 50: è questo il numero dei componenti della Consulta statutaria, secondo la proposta di legge in discussione nella commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Pinna di Progetto Sardegna. Il via libera all'istituzione dell'organismo che dovrà riscrivere lo Statuto sardo potrebbe arrivare già martedì prossimo, e comunque la maggioranza conta di arrivare all'approvazione entro pochi giorni. Ma è inappropriato parlare di padri costituenti perché non si tratta di una vera Assemblea costituente ma, appunto, solo un organo consultivo. Rispetto alla prima proposta di legge sulla Consulta (primo firmatario il socialista Peppino Balia), presentata quando era presidente della commissione Paolo Maninchedda, il nuovo testo contiene diverse modifiche. La prima riguarda appunto il numero dei membri, portato da 40 a 50. Saranno eletti dal consiglio regionale, che ne sceglierà 18 all'interno di un elenco di nomi forniti dal consiglio delle Autonomie locali, dal Comitato regionale per l'Economia e il Lavoro e dalle Università di Cagliari e Sassari. A differenza di quanto previsto in precedenza, la Consulta avrà tempo 8 mesi anziché un anno per portare a termine il proprio mandato. Il compito dei cinquanta costituenti sarà quello di predisporre una bozza completa della nuova Carta costituzionale, un vero e proprio articolato. Questo dovrà essere diffuso e discusso in otto assemblee aperte, una per provincia. Tenuto conto delle osservazioni che arriveranno dagli incontri, l'organismo dovrà poi trasmettere il testo al consiglio regionale. All'assemblea resterà poi la responsabilità di discutere e modificare lo Statuto fino all'approvazione finale del testo, che dovrà poi seguire l'iter procedurale previsto per le leggi di rango costituzionale. 

A segus