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24/01/2006 Polìtica

Rovelli : po una Casteddu capitale prus sarda 


LINEE GUIDA PER IL GOVERNO DELLA CITTÀ

LE PRIORITÀ PROGRAMMATICHE DI PATRIZIO ROVELLI



1. Le donne e gli uomini hanno diritto alla felicità.

Nell’ottica di una democrazia intesa innanzitutto come partecipazione solidale, è necessario combattere tanto l’immagine di una società che non si scandalizza più dei fenomeni di marginalizzazione, abbandono ed esclusione, quanto l’immagine di una amministrazione pubblica che riduce i cittadini a semplici membri di una società di mercato e riduce lo Stato a semplice impresa di servizi per clienti e fornitori.

Oltre ai principi di libertà, eguaglianza e fraternità bisogna affermare i principi di sicurezza, diversità e solidarietà come cardini fondamentali dei diritti sociali e culturali. A questi va aggiunto il diritto ad un ambiente ecologicamente sostenibile.

Ogni popolo ha diritto all’affermazione della propria identità.

È necessario costruire una comunità di appartenenti che coniughi tra loro libertà e solidarietà.

I rapporti tra cittadini e istituzioni e tra istituzioni devono essere regolati dal principio di sussidiarietà.



2. Cagliari e la questione urbana sarda.

La crisi economica e sociale nella quale Cagliari si trova deriva dal fatto che negli anni i gruppi dirigenti locali e regionali non hanno elaborato proposte che davvero inquadrassero la città e l’area urbana vasta come luoghi, occasioni e motori dello sviluppo della Sardegna.

Il ruolo mancato di Cagliari nello sviluppo della Sardegna è percepibile anche nella formazione dei gruppi dirigenti regionali. Cagliari conta poco.

Bisogna quindi elaborare un progetto complessivo nuovo e moderno, che valorizzi, trasformandole, le vecchie forme dell’economia cittadina ed introduca una forte discontinuità negli obiettivi strategici: cultura, ricerca, informazione, servizi moderni e produzioni materiali per il mercato del Mediterraneo.



3. La disoccupazione di massa è la piaga della società cittadina.

Donne, giovani laureati e diplomati, perfino con alta specializzazione, non trovano occasioni di lavoro. 

Al di là della sofferenza delle famiglie e delle persone, si tratta di uno spreco di energie positive che nessuna società può permettersi.

Nell’immediato è necessario destinare risorse straordinarie, ripristinando la disponibilità dei fondi del Piano per il lavoro male utilizzati dalla giunta di centrodestra.

Serve soprattutto un piano di investimenti in attività produttive che crei le condizioni per lo sviluppo futuro. In particolare è necessario varare immediatamente:

a) un piano per l’edilizia agevolata e pubblica, che guardi innanzitutto alla risoluzione di problemi concreti (prima casa, case-parcheggio); 

b) un piano per il commercio che riporti i consumatori all’interno della città, attraverso i “centri commerciali naturali” e la riduzione degli oneri attuali, francamente insostenibili;

c) un piano per la riconversione verso un razionale risparmio energetico e idrico di tutto il patrimonio edilizio pubblico;

d) un piano di servizi in funzione dell’Università e della Ricerca;

e) un piano per il completamento delle infrastrutture necessarie alla città e all’area urbana vasta.



4. I cagliaritani non godono del diritto alla mobilità interna ed esterna.

È necessaria una riorganizzazione dei servizi per il traffico cittadino, a partire dai parcheggi e dai servizi pubblici di trasporto.

L’obiettivo praticabile per ridurre i costi e l’inquinamento da traffico è quello di convertire l’intero parco dei mezzi pubblici all’uso del “biodiesel” e di motori elettrici.

Il porto di Cagliari deve diventare occasione di sviluppo anche alla luce di nuove correnti di traffico: non solo, dunque, terminale di passaggio, ma luogo centrale, ricco di attività di servizio e di produzione.

In questo senso va urgentemente realizzato il punto franco all’interno del porto canale, in modo da favorire l’insediamento produttivo che da tale particolare regime possa trarre beneficio, con la conseguente creazione di nuove, importanti opportunità occupazionali. 

L’aeroporto di Cagliari-Elmas non ha avuto lo sviluppo che altri scali - anche sardi - hanno conosciuto negli ultimi anni. Servono nuovi orizzonti commerciali e di traffico, come pure è necessario promuovere una nuova immagine dell’aeroporto e del porto come sedi di assistenza alle varie compagnie aeronavali. In tal modo si può pensare a servizi moderni per la manutenzione e le forniture alle compagnie. 



5. Le servitù ed i beni demaniali militari. 

Le servitù ed i beni demaniali militari che stanno dentro la città devono diventare occasioni di sviluppo.

È necessario promuovere un accordo con la Regione attraverso il quale trattare congiuntamente le condizioni per la dismissione delle aree e degli edifici militari della città, anche e soprattutto offrendo alternative possibili e realistiche per la riconversione.

In località “Sella del Diavolo”, tra cala Mosca ed il quartiere di S. Elia, si dovrà realizzare un parco pubblico vivibile. Insieme alla riconversione delle caserme va progettata la fruibilità dell’area e la sua integrazione con la città a partire dai quartieri di S. Elia e La Palma.



6. Attività sportive e tempo libero. 

Bisogna realizzare un piano di sviluppo delle attività sportive, programmando una rete di infrastrutture di base e riorganizzando l’uso delle strutture esistenti. In questo senso il Comune deve garantire i fondi che consentano l’uso delle palestre e delle strutture sportive delle scuole.



7. Politiche di coesione.

È necessario un piano socio-assistenziale che ruoti attorno al ruolo fondamentale delle famiglie.

Vanno tutelate in particolare la maternità e l’infanzia, attraverso tutti i più moderni servizi possibili a partire dagli asili nido per tutti i bambini, diffusi nella città e nei luoghi di lavoro.

Agli anziani e ai disabili vanno forniti servizi che consentano di vivere davvero la città. 

Alla comunità dei sofferenti e ai portatori di problemi occorre dare risposte concrete. In questa direzione è necessario costruire un sistema che dia risposta di giustizia e sappia valorizzare l’impegno del volontariato. 

In una crisi grave come quella attuale nessuno, in nome del pareggio di bilancio, può dimenticare che il sostegno delle famiglie e dei nuovi e vecchi poveri è dovere ineludibile per gli amministratori. La partecipazione dei cittadini non può essere concepita solo come incontro o assemblearismo. Alle forme organizzate delle rappresentanza sociale - organizzazioni di categoria, sindacati, volontariato, associazioni territoriali e sportive - va riconosciuto il diritto-dovere della rappresentanza degli interessi diffusi. Con loro si promuoveranno il confronto e la concertazione sugli obiettivi, sui metodi e sulla pratica di governo: a partire, naturalmente dalla definizione del programma di governo della coalizione.



8. La città ha bisogno di speranza.

La prima vera novità di questo importante appuntamento elettorale è che l’Unione di Centrosinistra e Sardista ha concrete possibilità di vittoria nei confronti di un centrodestra che ha perso la sfida del cambiamento, dimostrando di non saper rispondere alla domanda di modernità e di sviluppo solidale.

In questo quadro la speranza di cambiamento è innanzitutto speranza che la città sia amministrata da uomini nuovi. Nuovi perché guardano ai bisogni della collettività cercando tra la gente le risposte più idonee per risolverli; nuovi perché non vivono all’ombra del Palazzo o ancor peggio nel riflesso del Palazzo. Nuovi perché rispettano davvero la volontà popolare e credono nella legalità come valore fondante della democrazia.




A segus