Qualche settimana fa ho letto un articolo su “Il Resto del Carlino”, in cui l’Anatomo-patologo dell’Istituto di Anatomia e Istologia patologica dell’Ospedale di Pesaro, Professor Pietro Muretto di origine sassarese, scriveva dei risultati straordinari raggiunti nel campo della ricerca sul cancro. Da quanto ho appreso, per alcune neoplasie, come per i tumori del testicolo e della mammella , le possibilità di guarigione sono alte aggirandosi tra l’80% e il 90% dei casi . La ricerca quindi, in tutto questo, ha un ruolo di grande rilevanza, per questo motivo il mondo mediatico porta alla ribalta il lavoro fondamentale degli Oncologi e il mondo del volontariato premia ricercatori e medici con lo stanziamento di fondi “generosi”. Il professore Muretto ci fa capire però, che dietro il mondo della ricerca farmacologica , degli interventi e delle cure si delinea la figura dell’anatomo-patologo, che deve dare valutazioni diagnostiche ben precise e agire con responsabilità , professionalità ed accuratezza . E’ in seguito alla diagnosi del patologo ( spesso dopo esame di prelievi bioptici ) che inizia l’iter terapeutico del paziente ; è sempre tale professionista che valuta se particolari neoplasie sono sensibili a farmaci c.d. intelligenti ( come per esempio l’Herceptest per determinare se un tumore della mammella è sensibile all’ Herceptin , se neoplasie stromali gastrointestinali sono sensibili al farmaco chiamato Glivec o se tumori del colon-retto possono rispondere al farmaco chiamato Cetuximab ).
E’ il patologo che è impegnato anche nella diagnosi precoce del Carcinoma del collo dell’utero tramite esame citologico del Pap-test, test che ha il merito della marcata diminuzione della mortalità per questa neoplasia.
Emergono quindi considerazioni di natura etica, culturale e scientifica in cui deve muoversi con abilità tale professionista , che generalmente viene considerato come “operatore di laboratorio”, termine che sminuisce gli studi compiuti, l’aggiornamento continuo, la fatica e l’importanza del suo lavoro.
Il patologo ha quindi grandi responsabilità , per questo è giusto che la sua figura venga messa in evidenza, venga riconosciuto il suo importane ruolo all’interno dell’Ospedale e riceva dallo Stato fondi necessari per la ricerca cui è interessato .
Ho avuto bisogno anch’io dell’Anatomo-patologo dell’Istituto dei Tumori di Milano, il Professor Rilke, quando nell’incertezza di una diagnosi dubbia fatta a noduli tolti dal seno, in altro ospedale, il Professor Veronesi mi ha mandata subito da lui con il vetrino: non era neoplasia come precedentemente diagnosticato, ma “adenosi sclerosante”. Il mio seno era salvo grazie all’apporto diagnostico del Patologo !