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17/01/2006 Ateras minorias - Curdos 

Agca liberu, Ocalan sèmpere in presone

de Roman H. Clarke


Ali Agca, mortore mancau de su Papa Giuanne Paulu II, est torra liberu. Abdullah Ocalan, indipendentsta curdu, depet abbarrare impresonau imputau de "traitoria e separatismu". Cale Turchia cheret s'Europa? 



AGCA LIBERO, OCALAN DENTRO. CHE TURCHIA È QUELLA CHE VOGLIONO NELL'UE? 


Alì Agca, l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II, è nuovamente libero. Estradato nella natìa Turchia dopo aver scontato la pena per il celebre ed oscuro attentato, l'ex "Lupo Grigio", gode da oggi dei benefici di una legge del 2002 che lo rimette in libertà sostanzialmente condonando i rimanenti 25 anni della pena per omicidio. Già, perché un omicida, se turco, in Turchia può tornare in libertà senza la benché minima parvenza di pentimento (o anche solo chiarezza d'intenti), mentre un leader indipendentista kurdo, Abdullah Ocalan, dovrà per sempre rimanere unico ospite della fortezza-carcere di Imrali, illuminato 24 ore su 24 come le galline, senza poter essere visitato dai propri legali, condannato a morte (condanna poi convertita per le pressioni internazionali in ergastolo) per «tradimento e separatismo», in un processo dichiarato come «ingiusto» dalla Corte europea dei diritti umani. 

Ma la Turchia proprio nelle principali istituzioni europee è distinata ad entrare, come risultante delle forti pressioni provenienti soprattutto dell'attuale Presidente degli USA George W. Bush. 

Tutto ciò ingenera crescente preoccupazione ed indignazione in tutti noi indipendentisti del Frunti Nazziunali Sicilianu, che rifiutiamo l'ingresso della Turchia nell'Ue sia per la propria lontananza di quella terra e quel popolo dalle radici storiche e culturali dell'Europa stessa, sia perché la Turchia contemporanea è ben lungi, nonostante gli sforzi di alcuni, dall'essere uno stato di diritto occidentale. 

Lungi dal voler attaccare il Popolo Turco, la sua bellissima cultura islamico/asiatica, e soprattutto la gente comune, noi indipendentisti siciliani non possiamo però non rilevare e ricordare all'opinione pubblica le tante, troppe violazioni dello Stato Turco a carico degli inviolabili diritti umani e dei popoli, nonché gli attacchi alla stampa ed alla libertà d'informazione. Perché la vittima di Agca fu un giornalista, Abdi Ipekci, direttore del quotidiano "Milliyet", che in prima pagina oggi ha titolato: «Questo è il giorno della vergogna». 

E, come il defunto Ipekci, esponente della miglior Turchia contemporanea è Orhan Pamuk, scrittore di succcesso che ha "osato" parlare del Genocidio degli Armeni, a tutt'oggi negato dal Governo Turco. E come Pamuk sono giudiziariamente perseguitati dai tribunali turchi Elif Shafak, scrittore armeno, Yashar Kemal, cantore kurdo, Mara Meimaridi, scrittrice greca. 

Tutti colpevoli dell'aver parlato dei soprusi della Turchia, delle terre che tutt'oggi occupa, dei Popoli che ha sottomesso e sottomette. A Cipro come in Armenia come nel Kurdistan. 

Quindi il nostro no a questa Turchia è anche la conferma del nostro no siciliano ed indipendentista all'Unione Europea delle burocrazie politiche e dei potentati economici. E la conferma della nostra incessante lotta nonviolenta per un'Europa ed un Mediterraneo, di cui la Sicilia era e sarà il centro culturale ed economico, dei Popoli liberi, delle Nazioni autodeterminate, a fianco degli amici kurdi, amazig, catalani, sardi, corsi, baschi e di tutte le alte Nazioni senza Stato. 


Catania, 12 Jinnaru 2006 


Roman H. Clarke, Vicepresidente FNS, Fronte Nazionale Siciliano 









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