Nel forum “Leggere e scrivere” diretto dal Dottor Paolo Di Stefano, in questi giorni abbiamo parlato di Letteratura e toccato vari punti più o meno ampliati da chi è esperto; ho portato anche la mia voce di abitante in terra di confine, con osservazioni che ho trovato sul quotidiano “Corriere dell’Alto Adige”. Letteratura in Alto Adige : “Grenzeräume – Eine literarische Landkarte Südtrils”, ovvero “Terre di frontiera - una mappa letteraria dell’Alto Adige”, edito dalla casa bolzanina.Retia. Un’ Antologia in cui la scrittrice e critica viennese Beatrice Simonsen ha cercato di riunire i contributi letterari e critici di alcuni dei nomi più in vista nell’ambiente letterario altoatesino, per mettere in luce i punti di contatto o di attrito che in effetti esistono in questa terra di confine. L’autrice si chiede se può ancora esistere un’identità dell’Alto Adige come Terra di frontiera, in un’Europa i cui confini sono stati aboliti.
Nel libro ci sono vari autori sudtirolesi che scrivono in tedesco o in lingua ladina, ma ci sono anche gli italiani: quindi si può ben dire che è un’antologia formata da diverse voci e ognuno vive questa terra con la propria sensibilità , con le proprie difficoltà (chi le ha naturalmente), con la propria apertura mentale, cercando di descrivere i rapporti tra i vari gruppi etnici in una Heimat che spesso fa sentire a disagio.
La Simonsen ha affrontato il tema del rapporto tra scrittura e confine, anche perché proviene da una terra di confine tra Austria e Ungheria, il Burgenland, quindi alla motivazione di interesse letterario che l’ha spinta ad interessarsi di questo tema così particolare, aggiunge anche una motivazione autobiografica. Nel suo lavoro di critica letteraria si è imbattuta nella Letteratura del Sudtirolo che ha trovato interessante: il tema della letteratura che si produce nella provincia di Bolzano e l’influsso che può aver ricevuto dalla particolare situazione politica e geografica l’ha affascinata fin dall’inizio.
La sua antologia ha vita perché la critica viennese è convinta che il confine contenga un potenziale creativo, anche dove ormai di confini non si dovrebbe più parlare visto che si sono dissolti con la costituzione dell’Europa Unita. “L’essere una terra di confine presenta molte più sfide rispetto ad un territorio che si trova “nel mezzo”e penso che questa affermazione si adatti alla realtà dell’Alto Adige- sostiene la Simonsen- anche se spesso ci si fissa più sul conflitto che sull’arricchimento reciproco. Certo si tratta di un contatto tra culture che può stimolare la creatività sia in senso positivo sia negativo”.