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13/12/2005 Sèberos de Imprenta IL SASSARESE n°479 - 15 dicembre 2005

Limba sarda in s’Alighera puru!


IL SASSARESE n°479 - 15 dicembre 2005 

Alghero 

La recente invenzione del – è proprio il caso di dirlo! – costume “catalano” di Alghero, è un’esortazione ad affrontare criticamente la frenetica esaltazione della diversità “etnico – linguistica” di questa città. Tuttavia, l’argomento che porteremo all’attenzione dei lettori non sarà la trovata del “costume”, che è solo un indizio di un’alterazione culturale, ma il senso politico di tutta una serie di iniziative tese alla diffusione della catalanità, come l’istruzione di “llengua”, sia per i dipendenti della pubblica amministrazione sia per i bambini. Proprio poche settimane fa, è stato siglato il secondo “Protocollo d’intesa” tra la città di Alghero e il “Dipartimento di Educazione – Pubblica Istruzione – e della Presidenza” della Generalitat de Catalunya (governo catalano), il quale prevede di affidare ai bambini dell’istituto scolastico diocesano dell’infanzia San Giovanni Bosco la custodia del catalano, insieme all’italiano e all’inglese. Gli scienziati dell’età evolutiva da anni hanno assodato che i bambini possono apprendere più lingue contemporaneamente senza frammischiarle ma, anzi, mantenendole ben distinte. Se poi, per cause diverse, perdessero la familiarità con una di queste, poiché una lingua “altra” ha la necessità non solo di essere studiata scolasticamente, ma anche di essere vissuta, respirata in famiglia, affinché si crei quel vincolo di sentimenti capaci di radicalizzarla nella psicologia e nella cultura di chi la veicola, rimarrà comunque in loro il senso culturale di appartenenza a quel modello che gli è stato offerto o imposto. Nel caso specifico di Alghero quel modello è catalano e non sardo. Da sempre la Catalogna ha un interesse particolare per Alghero “Considerata un lembo oltremare della patria catalana”. Questa ingerenza sta conducendo già moltissimi algheresi ad avere nei riguardi della cultura sarda un distacco sorprendente, con la risolutezza, indotta, di distinguersi dal resto dei sardi. Ma, a tradirli sono i loro stessi cognomi, i quali sono sardi, quanto la stragrande maggioranza del Popolo Sardo. E’ sufficiente consultare la stessa guida telefonica di Alghero per rendersene conto. Sono, infatti, sardi, emigrati, anche di recente, nella città di S’Alighera, da Bitti, Villanova, Uri, Ittiri, eccetera. Orbene, chi tutela linguisticamente e culturalmente i sardi che vogliono mantenere sarda la propria identità nazionale? Chi pensa ai sardi sardo – pensanti e parlanti di Alghero? Crediamo, quindi, tenendo presente e ricordando che gli unici veri catalani di Alghero sono quelli della generalitat, che si debba smetterla con quel sistema politico proteso alla “catalanizzazione” forzata, dei cittadini di questa città. Ciò che sta emergendo è, infatti, la grave convinzione di molti di appartenere ad una vera e propria “comunità nazionale”, nella quale si parlerà “La lingua degli antenati”! Taluni sostengono che Alghero, è “Una città di lingua catalana di 20 mila persone”. Ebbene, sarebbe interessante censire, a tale proposito, quanti di questi parlano sardo e chi “catalano”, per dimostrare che la lingua etnica più diffusa è il logudorese. L’evidenza non si può falsificare. Quindi la lingua e la cultura sarda ad Alghero devono essere, secondo democrazia, ufficialmente tutelate e valorizzate, allo stesso modo di quella “catalana”, affinché quei sardi che lì vi abitano, si riconoscano, se lo vorranno, nel ricco ( e loro) patrimonio culturale proprio della Nazione Sarda e non, per scelta obbligata, esclusivamente in quella della storicamente invadente Catalunya. 
Fabritziu Dettori

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