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08/12/2005 Parres lìbberos

Un'istatutu "natzionalitàriu"

de Paolo Ignazio Pisu


Intervento dell’On. Ignazio Paolo Pisu (sulle riforme statutarie) in Consiglio Regionale
19 ottobre 2005 



Intervento 33

Signor Presidente, Assessori, colleghe e colleghi.
E’ con vero piacere e con grande entusiasmo che partecipo, anche se brevemente, a questo dibattito, perché esso segna una svolta di qualità nell’affrontare i grandi temi delle riforme, da lungo tempo attesi dalla comunità sarda.
Non c’é contraddizione tra la discussione su questi problemi e quelli legati agli aspetti sociali, culturali e civili della Sardegna.
Sono non solo due facce della stessa medaglia ma uno consequenziale all’altro.
Come è possibile, infatti, dare risposte alle questioni fondamentali della nostra terra, senza il potenziamento di uno Statuto ormai largamente superato e inadeguato rispetto alle esigenze attuali del popolo sardo. Contestualmente è giusto chiedere non solo più sovranità, più risorse finanziarie, negateci così a lungo dallo Stato, ma il riconoscimento della nostra identità etnico-storica, di nazionalità, distinta e originale, pur all’interno dello Stato italiano.
Questa dello Statuto è la posta in gioco principale in questo momento, assieme alla legge statutaria, alla legge di organizzazione amministrativa, alla legge elettorale.
L’insieme di queste riforme possono farci ottenere più poteri, più finanziamenti, più efficienza dell’amministrazione pubblica, contribuendo a dare almeno alcune risposte importanti alla nostra isola.
Nel dibattito si è fatto ripetutamente riferimento all’Assemblea Costituente, che ha caratterizzato la discussione nella precedente legislatura, portando avanti tante iniziative di sensibilizzazione della pubblica opinione, degli intellettuali, del mondo artistico, con incontri al massimo livello con i rappresentanti dello Stato. Ricordo che ci siamo incontrati col Presidente Ciampi, i Presidenti di Camera e Senato Casini e Pera, ed in particolare col capo del Governo On. Berlusconi (che era assieme all’On. Pisanu, non ancora Ministro dell’Interno).
Al di là della cordialità manifestata ai rappresentanti sardi del “Comitato per la Costituente” il Presidente Berlusconi ci disse che la proposta avrebbe seguito il suo iter parlamentare e il Governo l’avrebbe comunque caldeggiata.
Il risultato, invece, è sotto gli occhi di tutti e su quella strada non si è riusciti a fare nessun passo in avanti.
E’ passato un altro anno da quando il 1° ottobre del 2004 approvammo l’ordine del giorno per istituire la Consulta Statutaria ed avviare il processo riformatore.
In quella occasione parlai a nome della maggioranza, e pur essendo tra i promotori dell’Assemblea Costituente dissi che quella ipotesi era fallita, per responsabilità del Governo Berlusconi per cui, non vi era altra strada che istituire la Consulta, che rappresentasse le varie articolazioni politiche, sociali, culturali della società sarda.
Pertanto, ritengo non sia più opportuno attardarci sullo strumento, Assemblea Costituente o Assemblea Statutaria, ma sia ormai inevitabile aprire la stagione delle riforme in tempi brevi (recuperando i ritardi), aprendo un grande dibattito sui contenuti che ci consentano di raggiungere l’obiettivo di dotarci di un nuovo Statuto e delle altre riforme, per dare una speranza in un futuro migliore per il popolo sardo, ed in particolare per le giovani generazioni. 


A segus