È partito da piazza Garibaldi per riversarsi in piazza del Carmine il corteo di protesta organizzato da Psd'Az e
Sardigna Natzione per manifestare contro la cosiddetta “fusione perfetta”. Le bandiere dei
quattro mori, centinaia, hanno sventolato sotto la pioggia per ricordare la «data infausta» del
29 novembre 1847, quando la Sardegna entrò a far parte del regno piemontese con promesse di pari dignità. «Fu tutto un
grande imbroglio», dice Nicola Cosseddu, «perchè la nostra Isola dopo l'unificazione non è
diventata altro che una colonia. Vogliamo l'indipendenza e la sovranità del popolo sardo». E
nella via che commemora quella data, via XIX novembre appunto, gli indipendentisti hanno disposto un cartello che la
ribattezza “Sa ruga de sos sardos liberos”. Eliseo Spiga, sardista e scrittore, ricorda come
questa protesta vada avanti ormai da trent'anni: «Nel '77 fummo denunciati per danneggiamento perchè coprimmo la
targa di via XIX novembre con un altra che portava la data della cacciata dei piemontesi, il 28 aprile 1794. Fu una data
infausta».