08/12/2004 Rassigna de s'imprenta - www.quinotizie.mediatag.it
Quale futuro per il sardo?
di Valeria Petrucci
Il sardo nelle scuole, negli uffici e nella società: di questo si è discusso nel corso del convegno andato in scena lo scorso 29 ottobre nella sala Angioy del palazzo della Provincia. L’incontro, organizzato dal comitato per la lingua sarda, dall’istituto Bellieni, dalla Fondazione Sardinia, da Sotziu pro sa limba sarda e dall’associazione Jean Palak, ha inaugurato il dibattito itinerante che nei prossimi mesi animerà un po’ tutta l’isola (sono previste infatti tavole rotonde sul tema anche in altre città sarde).
La tappa sassarese ha radunato non solo studiosi ed esperti, ma anche appassionati, studenti, musicisti, insegnanti, artigiani, che hanno contribuito a dare nuova vivacità al dibattito sulla lingua sarda, superando la dimensione accademica in cui viene spesso relegato.
I diversi interventi hanno offerto un quadro ben delineato dello stato attuale della lingua: Paolo Fois, docente di Diritto internazionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Sassari e responsabile del Dipartimento di economia istituzioni e società, ha illustrato dal punto di vista legislativo lo status di lingua minoritaria del sardo nelle varie prospettive regionale, nazionale ed europea. Ad affrontare le problematiche didattiche e scolastiche del sardo nella scuola è stata invece la professoressa Vanna Ledda, ma molti altri spunti di riflessione sono stati proposti da esperti di lingua e cultura sarda come Giuseppe Corongiu, Massimo Pittau e Michele Pinna. Corongiu ha segnalato la necessità di valorizzare la politica linguistica con nuove idee e posizioni più ferme, mentre Pittau ha condannato le lunghe e sterili discussioni sul sardo come lingua unica, osservando come il sardo sia già una lingua unitaria, che ha una radice unica da cui derivano levarie diversificazioni create dal tempo e dallo spazio, come accade per qualsiasi altra lingua. Michele Pinna ha invece sottolineato l’importanza dell’uso comune e quotidiano della lingua proponendo un insegnamento che rispetti le varietà locali per raggiungere un orizzonte comune basato sulla circolazione e fruizione del sardo. Molti gli interventi in limba, nel rispetto delle tipicità regionali, per ribadire che ogni varietà linguistica è portatrice di valori culturali da preservare.
Valeria Petrucci