Oggi ti parlerò di un libro particolare, “Schwabenkinder, die Geschichte der Kasparnatze” (con trasposizione filmica in coproduzione : Austria, Germania, Svizzera) di Elmar Bereuter, uscito nel 2002 a Monaco (Germania). Narra la storia della schiavitù di bambini tirolesi di un tempo e neppure troppo lontano, diciamo fino agli anni Quaranta del Secolo scorso e le esperienze di coloro che hanno dovuto andarsene di casa per fare il “servo”, ( così venivano definiti ) in tempi in cui il lavoro minorile era già proibito da mezzo secolo. Come ogni primavera, periodo di cambi di stagione e di lavori nei campi e non solo, il 28 marzo, tantissimi bambini del Tirolo, costretti dalla fame, venivano mandati via di casa, “venduti” per pochi marchi (dai 30 per i piccoli, ai 70 per i grandi), come pastori o servi agricoli nelle fiere e nei mercati della zona del Lago di Costanza. Venivano portati, a piedi generalmente, da una persona incaricata dalle famiglie, che solitamente era un sacerdote; venivano portati in una specie di mercato degli schiavi-bambini e una volta scelti, venivano messi a lavorare presso i contadini della Svevia, regione ricca allora, chiamata Schwabenland: da qui il nome “Schwabenkinder”, “bambini svevi”, per indicare i piccoli schiavi del Tirolo, che erano tra i sette e i quindici anni. I bambini, purtroppo, sono sempre coinvolti nella violenza e nella miseria più nera: pagano sempre sulla loro pelle.
I contadini ricchi sceglievano gli "Hüterbuben", i pastorelli, tastando i loro poveri muscoli, cercando di prendersi i più forti per lavori pesanti che duravano tutto il giorno, partendo dall’alba, nei granai, nei campi o nelle stalle: si impegnavano di dare loro da mangiare, un vestito e qualche Gulden.
Alcuni, se erano fortunati, finivano in famiglie di contadini benestanti e generosi o da signore borghesi, soprattutto le bambine, per i lavori di casa, anche se i più umili...
Altri, invece, se incappavano in quei "compratori" chiamati "Sau-Bauern" cioè “contadini maiali”, che erano sì ricchi, ma rozzi crudeli e incivili, andavano incontro alle umiliazioni più brutali, dovendo anche lavorare per 15-18 ore al giorno, fino allo sfinimento e venivano trattati come bestie.
Questa "tratta degli schiavi" venne ufficialmente proibita nel 1908, ma in realtà continuò tranquillamente fino agli anni quaranta, all’ inizio della seconda guerra mondiale. Ci sono state associazioni che si sono interessate a questi bambini, che promovevano aiuti, in modo particolare durante i lunghi e faticosi viaggi per andare a lavorare o per tornare a casa.
E' una storia molto triste questa, di cui nessuno parla, si cerca di dimenticarla per la vergogna della miseria passata o per il rimorso e il ribrezzo nei confronti di gente che dimostrava, allora, la mancanza totale di sentimenti umani, di solidarietà, di rispetto e amore per i bambini.
I signori della guerra , in fondo, somigliano ai "Sau-Bauern", attaccati al
potere, alle ricchezze, incuranti della dignità umana e dimentichi della felicità dell'infanzia.
Un caro saluto ,