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11/04/2006 Ateras minorias - Friuli

Su friulanu in s'universidade


Mai un corso di dialetto vero era entrato negli
atenei: a Udine porte aperte a tutti e grande
affluenza. Dai principianti ai futuri "traduttori"

Il friulano entra all'università
una lingua antica e sconosciuta
di MASSIMILIANO PAPASSO

Altro che turco, arabo e cinese. L'università apre le
sue porte ad una "lingua" ancor meno conosciuta: il
dialetto. Un po' per salvaguardare un patrimonio
culturale che altrimenti andrebbe perso, un po' per
formare e specializzare nuove figure professionali
capaci di fare da intermediari con le minoranze
linguistiche. 
La notizia arriva dall'Università di Udine dove da tre
anni l'ateneo mette in piedi un corso di lingua a cui
partecipano con grande interesse dipendenti pubblici,
studenti, cittadini e semplici nostalgici del
dialetto. Un esperimento unico nel suo genere, visto
che a parte qualche lezioni di approfondimento sugli
idiomi dell'Italia rinascimentale, mai un corso di
dialetto vero e proprio era entrato in un aula
universitaria. 

"Quando partimmo di certo non ci aspettavamo questo
successo - ammette Priscilla De Agostini,
coordinatrice del corso organizzato dal Centro
interdipartimentale di ricerca sulla lingua e cultura
friulana - Il corso, nato grazie ai fondi della legge
482 del 1999 sulla tutela delle minoranze
linguistiche, inizialmente era destinato al personale
tecnico-amministrativo e dipendenti delle strutture
pubbliche in modo tale che potessero rispondere al
meglio alle problematiche provenienti dalla
cittadinanza. Quest'anno però abbiamo pensato di
estendere l'iniziativa anche agli studenti, e visto il
buon andamento delle iscrizioni in queste prime
settimane pensiamo di riproporre questa formula anche
per il futuro". 

Il corso organizzato in quattro livelli, dai
principianti assoluti agli aspiranti traduttori,
partirà tra subito dopo le vacanze di Pasqua nelle
sedi di Udine e Pordenone. Il suo obiettivo quello di
assicurare l'acquisizione e lo sviluppo di nozioni e
capacità linguistiche per lo svolgimento di attività
amministrative in lingua friulana, con particolare
riferimento alla traduzione di testi con contenuti
tecnici settoriali e giuridico-amministrativi. A tutti
gli iscritti l'ateneo metterà a disposizione un cd-rom
con un dizionario e un correttore ortografico, perché
oltre che leggerlo e parlarlo, gli aspiranti studiosi
del friulano dovranno anche essere in gradi di
scriverlo secondo la grafia ufficiale stabilita da una
legge del 1996. 

"Il nostro ateneo non è nuovo a questo tipo di
iniziative - spiega il rettore dell'università Furio
Honsell, ormai volto celebre del piccolo schermo
grazie alla trasmissione tv 'Che tempo che fa' - visto
che i nostri studenti all'interno del corso di laurea
in lingue possono decidere di studiare anche il
friulano. Per loro uno studio qualificato e di alto
livello rappresenta anche una buona opportunità di
lavoro, soprattutto per chi punta a diventare
traduttore o interprete". 
E per il futuro? Fantascienza prevedere la nascita di
un corso di laurea interamente in friulano? "Penso
proprio di si - risponde il rettore Honsell - . A mio
avviso non si può fare di più di quanto non si stia
già facendo. Resta il fatto però che in un mondo dove
è stato calcolato che tra trent'anni si parleranno
circa tremila lingue in meno, i dialetti devono essere
in qualche modo tutelati e valorizzati. E credo che le
Università, anche in altre regioni d'Italia, siano gli
enti adatti per svolgere al meglio questo difficile
compito". 
(10 aprile 2006) 


A segus