© LimbaSarda 2004

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

11/04/2006 Seberos de imprenta - La Nuova 10.04.2006

Su sardu a cumparàntzia cun bascu e gallesu


Parte da Macomer e coinvolge le scuole di altre sei città un progetto internazionale sulle culture minoritarie 


La limba si confronta con il friulano, ma anche con il basco e il gallese 




LUCIANO PIRAS 



Limbas e colturas de minoria: per la Sardegna è il primo laboratorio internazionale di didattica del bilinguismo. Un progetto, voluto dal terzo circolo didattico di Alghero, che parte tuttavia da Macomer (dove si tengono i primi incontri) e che mette a tu per tu le esperienze scolastiche dell’isola dei nuraghi con quelle del Friuli Venezia Giulia, del Sud Tirolo e del Trentino Alto Adige come pure della Spagna (dalle province basche alla catalogna), della Gran Bretagna, del Galles e persino del Quebec, Canada. Non a caso il sottotitolo dell’iniziativa è «Cunfrontu de praticas internazionales». È uno scambio culturale, insomma, ideato dai professori Maria Vittoria Migaleddu, Loredana Rosenkranz e Salvatore Sfodello e promosso dalla Regione attraverso i fondi della legge nº 26 del 1997 (“Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”), per cominciare a gettare le basi di una metodologia didattica della lingua sarda, sull’esempio di altre realtà già collaudate da tempo.
Il progetto, che convolge sette scuole isolane (oltre ad Alghero e a Macomer, ci sono Nuoro, Sassari, Cagliari, Ozieri e Olbia), mira, infatti, a dare un contributo concreto al dibattito attorno all’insegnamento della limba nelle sue diverse varietà. Articolato in diverse fasi, «Limbas e colturas de minoria» comincia con la formazione di un gruppo di docenti referenti, chiamati ad analizzare le metodologie d’insegnamento delle lingue minoritarie già applicate in Italia e all’estero. Nei singoli istituti scolastici sardi, poi, verrà avviata, in un secondo tempo, una serie di laboratori destinati agli alunni. L’attivazione di un sito Internet permetterà infine di mettere in rete tutte le realtà coinvolte nell’iniziativa.
Realtà molto diverse fra loro, ma decisamente significative nel panorama linguistico del mondo intero. Tanto per fare qualche esempio: «Il Quebec è il paese dove, negli anni Sessanta - dice Salvatore Sfodello -, sono state fatte le prime ricerche psicolinguistiche che hanno dimostrato l’effetto positivo del bilinguismo sullo sviluppo cognitivo. Il Galles ha un’esperienza ormai trentennale di insegnamento bilingue in una situazione in cui una lingua minoritaria si è confrontata con la lingua veicolare mondiale dei nostri giorni, l’inglese. Il Friuli rappresenta una realtà molto simile a quella sarda. Dopo di noi, i friulani sono numericamente la seconda minoranza linguistica dello Stato italiano ed hanno avuto il riconoscimento ufficiale, come noi del resto, dalla legge 482». Insomma: il confronto culturale è aperto e la Sardegna stavolta vuole mettersi in gioco per trovare la strada giusta che porti ad un metodo efficace dell’insegnamento della limba nelle scuole dell’isola. Secondo una didattica già sperimentata al di là del mare nostrum.

A segus