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09/08/2005 Ateras minorias - Friuli

Radical chic: comente ti cogliono foeddando de limba (in italianu) chene fàere nudda po unu bilinguismu efetivu 

de Fabian Ros - Lenghe.net


In Friuli puru si denuntziat custu fenòmenu "istrambu" de amministratziones, entes, polìticos e intellettuales chi a foeddos amparant sa limba de minoria, ma in pràtica non faent nudda po dda mandare a innantis. Ma sardos e friulanos s'ant a fàere coglionare custa bia puru? Su perìgulu efetivu po is limbas de minoria non naschet dae chie est contras a craru, ma de chie narat ca est a favore ma poi faet mòrrere totu su chi si movet. O de chie reduset sa limba a fatu "culturale", ma non comunicativu. Sa manera mengius po cumbàtere su movimentu po sa limba est a ddi giare arresone, ma non ne podere, ne dinare, ne oportunidades de traballu a sa seria. S'obietivu est "egemonizare" su mundu de sa limba po ddu cumbatere de a intro faendo solu initziativas "controlladas". Meledai, gente, meledai. 

www.lenghe.net 

LE TRASMISSIONI IN FRIULANO E LE TENTAZIONI RADICAL CHIC 
PER UNA PRIMA ANALISI DELLA SITUAZIONE TELEVISIVA 
di Fabian Ros - 01/08/2005 
Recentemente è stata trasmessa su Telefriuli per quattro settimane di seguito, la nuova trasmissione Balon Salvadi realizzata a cura di Giorgio Cantoni. La trasmissione si proponeva di dare uno sguardo nel mondo del calcio intervistando i tifosi dentro lo stadio, di analizzare le risposte dei giovani impegnati in questo sport a livello amatoriale. Divisa in due parti, la trasmissione è stata condotta da Gianluigi Patruno, Silvia Canciani e dal giovane camerunese Daniel Samba.

Un’altra iniziativa televisiva va così ad aggiungersi alle trasmissioni di informazione e di cultura già presenti: Gnovis, Udin e conte, +Sklet su Telefriuli; Nûfcent, Suns, Sclesis sulla RAI. Abbastanza materiale per poter tentare una prima analisi, una prima ricerca, su questi programmi, sia da un punto di vista formale sia da un punto di vista dei contenuti, sia da un punto di vista tecnico e artistico sia sul piano della lingua e dei linguaggi usati. O più in generale, su ciò che in questi programmi rappresenta un elemento innovativo, e quali invece i limiti e le cose da migliorare. Per altro un lavoro di questo genere verrà fatto in un incontro previsto più in là e che verrà organizzato da Radio Onde Furlane. Ma c’è anche un altro aspetto che bisognerebbe prendere in considerazione, in particolare per quanto riguarda i programmi di informazione. 

Per fare un esempio concreto, se prendiamo in esame il notiziario settimanale Udin e conte (un notiziario fatto peraltro molto bene da un punto di vista tecnico e stilistico, dinamico e ben condotto) voluto e finanziato dal Comune di Udine attraverso la legge 482, ci accorgiamo, settimana dopo settimana, che qualcosa stona, è fuori posto. E se di primo acchito non si riesce a capire cosa disturba, cosa avvertiamo che non va, andando avanti ci si rende conto che questo qualcosa si trova non nella forma ma nel contenuto. Udin e conte è un programma voluto e finanziato dal Comune di Udine. Ogni settimana i conduttori presentano, in friulano, gli appuntamenti, le iniziative, i convegni, le manifestazioni sportive, le mostre e gli spettacoli che si svolgono in città. Spesso queste iniziative sono patrocinate e in parte finanziate dall’amministrazione comunale, a volte sono organizzate direttamente dal Comune stesso. Solo che tutte queste manifestazioni che Udin e conte presenta hanno, nel loro aspetto comunicativo e promozionale, una caratteristica comune: tutte utilizzano (dal titolo ai programmi) la lingua italiana e solo la lingua italiana (all’opposto di quello che succede in altre comunità, dove la lingua minorizzata, secondo un principio di tutela attiva, compare sempre, anche nelle manifestazioni in lingua dominante). E i conduttori, per non sottomettersi ad un faticoso slalom linguistico, devono operare ogni tanto improbabili traduzioni di titoli e slogan che, forse, agli organizzatori e ai promotori (e agli assessori) non sarebbe passato nemmeno per la testa che potessero essere anche in friulano. Cosa che, se vogliamo è anche un modo (in questo caso in buona fede) di falsificare l’informazione. Si diceva tutte, ma per essere più precisi bisognerebbe toglierne una: Dulinvie (la settimana della cultura friulana), iniziativa che, con l’intenzione di dare un contentino ai soliti “friulanisti”, mette ancor più in la mancanza totale di una politica linguistica. Politica che, stando a quanto è stato fatto finora, il Comune di Udine probabilmente non ha saputo o non ha mai voluto mettere in atto.

In altre parole iniziative come queste (assieme ai quattro cartelli bilingui), funzionano troppo spesso come paravento dietro cui si nasconde una classe politica che sembra sempre più incantata dai salotti buoni della borghesia udinese, con tutto il birignao conseguente, e dalle atmosfere radical chic. 

A segus