Gent.mo, il fuoco della questione della mia mail era un altro, si
riferiva alla proposta( peraltro antica e da tutti snobbata) di non
ricevere finanziamenti in cambio di una totale detassazione.
Ma ai padroni non conviene, perché gli diamo piu' di quanto ci danno , ma i
teatranti sardi non hanno voglia di questionare. In ogni caso, le
rispondo.
Conosco i testi che lei ha citato, e riconosco una tradizione
del teatro dialettale in Sardegna, una tradizione che a differenza del
teatro napoletano e per un breve periodo, del teatro ligure( con
Gilberto Govi) non ha mai varcato i confini dell'isola. Non per questo
non ne riconosco uno specifico.E un valore. Non mi riferivo al teatro
dialettale che ritengo altamente superiore alla prosa prodotta in
Sardegna ( per intenderci, in italiano). Il teatro dialettale sardo ha
una tradizione a differenza della prosa in lingua italiana qui in
Sardegna e a quella mi riferivo . Chiedo scusa se una leggerezza di
parole ha portato quest'incomprensione.
Sa sennoredda Frongia la saluta.
(e la ringrazia per l'attenzione e per la sua scrittura
fulminante e intelligente)
