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15/03/2005 <Po essere nos etotu - Festa de Sardos>

<Manifestatzione de denuntzia e de proposta> 

Documentu


Un comitato di formazioni culturali, sodalizi “identitari”, gruppi di tradizioni popolari, e singole persone, coordinati da su Sotziu Limba Sarda, associazione con sede a Cagliari ma che raccoglie un centinaio di aderenti provenienti da diverse parti dell'isola, ha indetto una manifestazione di denuncia e proposta contro i tagli della finanziaria regionale che colpiscono lingua e cultura sarda, libero associazionismo, tradizioni popolari, gruppi strumentali di musica sarda e editoria minore.


L’appuntamento è per venerdì prossimo 18 marzo alle ore 10.00, a Cagliari, in via Roma, sotto le finestre del Consiglio Regionale. “Po essere nos etotu – Festa de Sardos” è lo slogan scelto a titolo dell’iniziativa (che potrebbe essere tradotto con “Per essere noi stessi – Festa dei Sardi”) che viene definita dagli organizzatori di “denuncia e di proposta” e ha lo scopo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica, e dello stesso consiglio regionale, l’ingiusto trattamento riservato dal governo regionale ai settori “dell’identità” in sede di predisposizione del bilancio 2005. 



Mentre in tutti i settori culturali i tagli si aggirano intorno al 20%, i capitoli di bilancio che in qualche modo finanziano la cultura sarda sono stati ridimensionati con una media del 50/60 %. Si registrano inoltre punte di accanimento dell’uso della mannaia di risparmio dell’80-90% in capitoli giudicati “strategici” come quello dell’intervento pubblico a sostegno delle trasmissioni in limba sui mezzi di comunicazione di massa o sull’organizzazione de “Sa Die de sa Sardigna”, la festa del popolo sardo. O dell’editoria minore che è l’unica a stampare i libri in lingua sarda.



E’ giusto risanare le finanze regionali, tutti accettano di fare sacrifici. Ma il disuguale trattamento riservato ai diversi settori in occasione dei tagli, lascia intravedere in realtà delle scelte di politica culturale sorprendenti e paradossali per la Giunta Soru e la maggioranza che la sostiene che, non va dimenticato, fece una campagna elettorale all’insegna dell’identità.



Le scelte controverse, e in qualche modo non in linea con le dichiarazioni di risanamento omogeneo e uguale per tutti, sono quelle che vedono nessun sacrificio richiesto alla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari che vede riconfermati i 10 milioni di euro già previsti nel 2004 o la destinazione di un’intera misura del Por (fondi europei dell’Obiettivo 1) per le attrezzature, promozione e commercializzazione di spettacoli di musica jazz, grandi eventi per turisti e mostre artistiche di importazione.



I numerosi emendamenti proposti nelle commissioni competenti per ripristinare i fondi soppressi alla cultura sarda nella scuola, nell’università, nelle consulte comunali, nelle associazioni sono stati quasi tutti bocciati dai rappresentanti di giunta e maggioranza. Preoccupante (un unico esempio) il trattamento (che lascia molti dubbi sulla certezza della conservazione del diritto amministrativo nella Regione) riservato ai fondi per la limba nei media, lasciati andare in economia nonostante siano vincolati al rispetto del piano triennale della legge 26/97. 



Sono stati invece "miracolosamente" trovati in commissione bilancio 3 milioni e rotti di euro per le sponsorizzazioni sportive, e altri svariati milioni di euro per il settore dello spettacolo professionale che, come è noto, si riduce spesso a una mera attività di import culturale, con rare eccezioni di export.



E’ pertanto evidente che non si tratta di scelte uniformi di tagli obbligatori che colpiscono tutti. Si fa una selezione non casuale, sulla base di valutazioni politiche. Si tratta di scelte di politica culturale che, seppur legittime, non vengono condivise dagli organizzatori della manifestazione e vanno comunque rese note e dichiarate all’opinione pubblica che ha premiato elettoralmente la maggioranza su una proposta politica basata sull’identità culturale sarda. 



Pertanto la politica culturale del Governo Regionale e della maggioranza che lo sostiene, nonostante una campagna elettorale di promesse all'insegna della valorizzazione della sardità, è palesemente basata sulla discriminazione sociale e politica dell’identità, della lingua sarda, del libero associazionismo, delle tradizioni popolari, dei gruppi strumentali di musica sarda e dell’editoria minore.



I segnali in questi mesi sono stati numerosi, ma le proposte di tagli contenute nel bilancio 2005 lo confermano ulteriormente.



Ma oltre la rigida politica finanziaria, ciò che si vuole denunciare è l'orizzonte di politica culturale che si profila in questi primi mesi del nuovo governo regionale. Prevale, a nostro avviso, nella Giunta e nei gruppi consiliari che procedono a ranghi compatti, una visione provincialistica e inadeguata della realtà culturale dell’isola che danneggerà moltissimo la Sardegna nei prossimi anni se non ci sarà un’inversione di rotta. 



Si sceglie di destinare le risorse dei sardi alle grandi istituzioni statali. Si sostiene l’importazione culturale e l’effimero musicale e letterario invece di costruire uno scenario strutturalmente libero, equilibrato, pluralista, multilingue così come sarebbe auspicabile per la Sardegna e come prevedono le normative europee e statali. Alla giunta non interessa la coesione sociale e culturale della comunità sarda, ma i problemi degli individui, degli artisti, delle cosidette “eccellenze”.



Non vale più la giustificazione che il bilancio è in rosso perché mentre per altre voci si trovano sempre soluzioni, lingua, musica e cultura sarda vengono snobbate. 



Considerare una spesa intoccabile gli esborsi per il Teatro Lirico o i concerti jazz, o i “grandi eventi” turistici (che si ripropongono ineffabilmente dopo averli criticati alla Destra) e ritenere invece che i programmi tv e radio in limba, i canti a tenores, la poesia improvvisata o i master universitari sulla lingua minoritaria siano appunto “sprechi e spese inutili” è una presa di posizione inaccettabile. Un’opzione palesemente contraria al programma elettorale dichiarato da chi vinse le elezioni. 



Eppure c’è dell’altro. E molto più preoccupante in ambito di politica culturale. I tagli sull'identità culturale raggiungono punte dell’80 per cento (vedi tabella in limba sotto) in assenza di qualsiasi proposta o progetto di governo, ma solo indifferenza, sufficienza e disinteresse. Si profila, secondo le nuove normative europee, una discriminazione dei diritti civili di coloro che parlano e vivono sardo.



Non si registra alcuna proposta di politica linguistica o di cultura dell’identità. Vi è un’inadeguatezza pre-politica, culturale e umana, nel capire quale risorsa sia per la Sardegna la sua cultura autoctona, la sua musica, la sua lingua, le sue libere associazioni culturali. La sua editoria di base. 



Si ha l’impressione (si spera fallace) che chi deve fare le scelte culturali sia finito in balia di consiglieri in mala fede, individualisti, incapaci di distinguere tra i loro gusti personali e gli interessi comunitari dei sardi. La lotteria del potere messa in moto dal nuovo sistema maggioritario premia personaggi senza nessun consenso reale che si muovono nell’ombra tramando con la diffamazione per colpire la cultura popolare e comunitaria della Sardegna. Essi fanno sbagliare chi governa. 



E’ necessaria più onestà. Se le scelte sono queste sarebbe ora di smettere di fingere e dire realmente ciò che si pensa del bilinguismo, dell’identità, dei gruppi di ballo e dei canti a tenores in modo che i sardi, anche in vista delle prossime elezioni, si facciano un’idea più precisa della “politica dell’identità” del governo regionale.



Nel frattempo protestiamo vivamente e chiediamo che nell’aula del Consiglio Regionale si metta rimedio a questa paradossale situazione. Lanciamo un appello a tutti i sostenitori della lingua, della cultura e dell’identità sarda perché vigilino, interroghino, verifichino, protestino insieme a noi.



E partecipino alla iniziativa di protesta e di proposta che si terrà venerdì 18 marzo 2005 alle ore 10.00 presso via Roma di fronte alla sede del Consiglio Regionale. E' un sacrificio in un giorno feriale, ma bisogna farlo. Altrimenti non ci si potrà lamentare se le cose vanno male. Ricordiamo: appuntamento venerdì 18 marzo 2005 a Cagliari, via Roma, fronte Consiglio Regionale, h.10.00.



Faremo una festa, come nelle nostre migliori tradizioni e lanceremo le nostre proposte alternative. 



.

Per il Coordinamento della Manifestazione 

Giuseppe Corongiu



340 5506586





RESUMU DE SOS TAGLIOS SEGUNDU SU BILANCIU 2005 – proposta dae sa Giunta Regionale

CAPITULU

 

OGETU

2004

2005

DIFERENTZIA

  %

11.013.00 

Fieras e mustras editoriales libros sardos 

250.000

150.000 

- 100.000

 -40

11.028.00

Cunferentzia regionale de sa limba sarda

100.000

  50.000

 - 50.000

 -50

11.029.00

Limba sarda po sos emigraos

400.000

 100.000

 -300.000

 -75

11.042.00

Catàlogu generale de sa cultura sarda

135.000

  50.000

 -  85.000 

 -63

11.196.01

Censimentu repertoriu limbìsticu

260.000

   50.000

- 210.000

 -80

11.233.00

Progetos in limba in is medios de massa

750.000

 350.000 

(po duas annualidades 2004 –60% e 2005-40%)

- 400.000

  -81,3

11.309.00

Contributos art. 13

1.000.000

 500.000

- 500.000

 -50

11.338.00

Consultas e topònimos

              0

    50.000

  +50.000

 

11.030.00

Sa Die de sa Sardigna

1.000.000

 200.000

- 800.000

  -80

11.316.00

Grupos istrumentales de mùsica sarda

1.302.000

  600.000

(eliminaos is grupos de ballu sardu)

 -702.000

  -53,9

11.317.00

Istùdiu e formatzione mùsica sarda

  500.000

250.000

-250.000

 -50

11.234.00

Oberas editoriales

550.000

570.000

(po duas annualidades)

+ 20.000

  ?

11.063.00

Ispesas progetos iscolàsticos in limba (artt. 17 e 18)

300.000

250.000

-  50.000

-16,6

11.064.00

Programas e ainas didaticas in sardu (art. 20)

700.000

600.000

-100.000

-14,2

11.070.00

Contributos a s’universidade – master limba

1.756.000

800.000

-956.000

-54,4

11.121.00

Bussas de istùdiu - limba

250.000

100.000

-150.000

-60

 - € 4.583.000

 

A segus