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24/03/2005 Parres liberos - Appellu contras sa provincia 'e Nùgoro

Tancate bonne, ca chie at arte non b’at parte.

Negli ultimi mesi i quotidiani regionali sardi hanno dato ampio spazio al dibattito intorno a “sa limba” alla cultura e alla identità. Un valzer di teorie che corrono su binari differenti per inquadrare uno dei problemi ancora irrisolti: la salvaguardia della nostra lingua.

Si parla di leggi, della L.R. 26/97 e della 482, nate la prima per la tutela del sardo e la sua valorizzazione, la seconda come legge nazionale di tutela delle minoranze linguistiche.”Come se i sardi avessero bisogno per esprimersi di leggi che li legittimino per poter scrivere e parlare il vernacolo”, questo è quanto ha asserito argutamente lo scrittore Marcello Fois in un recente incontro pubblico a Nuoro, “per non parlare poi-continua Fois- dei progetti di sardi unificati che sono deliranti perché producono anonimi e non identità”. 

Lo sfogo provocatorio dello scrittore nella sua Nuoro esprime in modo inequivocabile l’amarezza di un intellettuale profondamente legato alle sue radici, che oggi sono diventate appetibile preda per operazioni poco culturali e molto mercantili.

Le leggi richiamate, allo stato attuale, non tutelano né la lingua nè coloro che hanno speso energie e denaro per conseguire titoli accademici qualificanti per l’esercizio della tutela.

La legge 26 finanzia tra gli altri progetti rivolti alle scuole che spesso implodono per fatiscenza gestionale:

1- Estrema discrezionalità delle scuole sulla nomina di “esperti” esterni

2- Mancanza di tutor esperti che affianchino i docenti

3- Incapacità di spendita dei fondi erogati dalla Regione

4- Incontrollata ricaduta culturale sugli studenti-utenti dei progetti.

I fondi spesso, per anni, restano congelati nel fondo di Istituto delle scuole.

La Regione nel contempo finanzia lautamente iniziative di tutela ed anche l’Università per la formazione di esperti di limba che non utilizza per la semplice ragione che la materia non risulta essere disciplinata . Intanto la stessa Regione si avventura nell’odissea di scelte linguisticamente ufficiali: ora rinnega la LSU a favore de Sa Limba de Mesania, ora fa l’esatto contrario.

Il contrario del contrario è che non c’è necessità di creare alternative omologanti a favore di altre, né di utilizzare soldi pubblici per tutelare lingue che nella realtà non esistono, ma che sono forse solamente chimere letterarie o meglio mercenarie.

Chi si esprime in limba comunica senza difficoltà con chi parla varianti diverse dalla propria. Una lingua unitaria nasce attraverso processi di evoluzione linguistica e di una politica di tutela che per altro anche la legge 26 prevede. Non è pensabile, oggi, avere la velleità di preservare il vernacolo in assenza della istituzionalizzazione dell’insegnamento capillare dello stesso. Ma questo accade solo nelle regioni che della propria specificità hanno fatto tesoro, quali il Friuli Venezia Giulia e La Val D’Aosta. Quelle regioni però sono più vicine all’ Europa e noi più vicini a Cartagine.

Nell’ultimo convegno tenutosi a Sorgono il 13 febbraio 2005 è stato rilevato che i sardi stanno perdendo l’abitudine di praticare la lingua anche in ambito familiare, gli esponenti regionali, presenti non hanno battuto ciglio e non si sono peritati di vagliare le proposte del prof. Mario Puddu circa le impellenti necessità di tutela del sardo sul piano istituzionale, e non si sono neanche preoccupati di voler conoscere in modo circostanziato lo scempio che della legge 482 si sta facendo nella provincia di Nuoro.

La Provincia di Nuoro è stata antesignana nel proporre e presentare progetti di tutela del sardo attraverso la legge 482. L’essere stati però anticipatori non ha impedito agli amministratori la scelta di stravolgere il senso e l’efficacia della norma. E’ esemplare infatti che la provincia di Nuoro abbia predisposto un progetto ai sensi della 482 per la tutela della lingua a partire dal 2001. Progetto encomiabile sulla carta ma discutibile nella prassi per i seguenti ordini di motivi:

1- In primis la Provincia ha corredato il progetto con formula sperimentale introducendo l’ LSU (Lingua Sarda Unificata) come idioma di riferimento, variante inesistente nella pratica e deformante nella sostanza.

2-Ha adottato con l’ LSU l’esperanto sardo, prodigandosi a diramare bandi di concorso totalmente distanti rispetto ai precetti normativi della legge 482, tanto che detto comportamento evoca un imput d’epoca, quello delle chiudende “tancate bonne”.

L’Amministrazione provinciale nell’aprile 2003 ha bandito un concorso per 15 operatori linguistici laureati in Scienze Politiche,Giurisprudenza, Economia e Commercio, Lettere, Filosofia, Lingue, Scienze della Formazione accomunando materie di ambito giuridico - economico a quelle letterarie. I concorrenti sono stati destinati a s’Ufitziu de sa Limba Sarda; tuttora vi operano. La Provincia non ha previsto di richieder attraverso il bando titoli di specializzazione; andrebbe verificato da chi di competenza se ha violato il dettato della legge 482 redigendo una graduatoria triennale di non titolati attraverso una selezione promossa dall’Ente locale in collaborazione con s’Ufitziu de sa Limba Sarda, creatura, questa , partorita dalla stessa Amministrazione già nel 2001 con il primo progetto, legge 482, di tutela presentato al Ministero. La 482/99 e DPR successivi impongono la temporaneità degli interventi di tutela. E’ straordinario che nel bando del 2003 siano state richieste ai soli laureati in lingue le seguenti competenze: un esperto in nomativizzazione, un esperto in terminologica un esperto nel linguaggio amministrativo, 2 operatori nel notiziario quotidiano! Agli altri operatori competenza traduttiva di documenti dall’italiano al sardo, l’elaborazione della terminologia settoriale, la redazione dei dizionari, la consulenza linguistica sia all’interno che all’esterno della pubblica amministrazione. La 482 non è una chat-line ma una legge che prevede per dette mansioni nelle amministrazioni pubbliche (art.4) la presenza di personale interprete qualificato. Tanto va la gatta al lardo……..che sempre la stessa Amministrazione il 31 gennaio 2005 ha emesso un nuovo bando di concorso per 5 borse di studio; titoli richiesti le stesse lauree sopra citate. I cinque selezionati devono possedere un voto di laurea non inferiore a 105/110 valutabile sino a 50 punti; i Master di limba sono stati valutati 20 punti compresi quelli di sole 300 ore promossi da s’Ufitziu privi di legittimità accademica certificabile, e la conoscenza della LSU, pena la dissuasione dall’acquisizione della borsa. Insomma al titolo, in ambito di selezione è stato anteposto il non titolo. 

Le omologazioni linguistiche preoccupano i linguisti per difficoltà oggettive, a meno che la Provincia di Nuoro non abbia intrapreso la via dei Galli Boi e dei Galli Senoni con una secessione impropria. Il responsabile nazionale dell’Ufficio Minoranze Linguistiche interpellato in materia ha spiegato che negli uffici linguistici debbono essere presenti figure specializzate di lingua madre ai sensi del D.L.22/12/2004, pubblicato nella gazzetta ufficiale del 31/01/2005, art.2 comma 1, ove si sottolinea che in assenza di personale linguisticamente preparato, esso debba essere affiancato esclusivamente da interpreti e traduttori in possesso di titoli certificabili. Il responsabile ha inoltre sottolineato che ciascuna Regione ha il compito di esercitare funzione di controllo sui progetti in ottemperanza alla norma, preoccupandosi di tutelare il vernacolo nella sua espressione territoriale e micro-territoriale.

La Regione sarda nonostante i progetti della 482 debbano essere conformi sia alla 26 che alle norme di tutela abdica all’esercizio di controllo sulle regolarità applicative (DPR n 345 art.1 comma 3), consentendo il “buglione” dell’anarchia più inaudita.





Documento sottoscritto dagli allievi del Master di Lingua e Letteratura Sarda anno 2003-2004 dell’Università di Lettere e Filosofia di Cagliari e dagli allievi del Master di Lingua, Cultura e Storia della Sardegna anno 2004-2005.



Antonio Murru

Nicoletta Meloni

Stefano Sanjust

Sandra Murgia

Gianluca Corsi

Angela Bitti

Cristiana Gaviano

Fresia Murenu

Francesca Mesina

Piras M. Assunta

Paola Mallei

Giuliana Mallei

A segus