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13/02/2005 Rassigna de s'imprenta - www.friuli.it

L’onda lunga della Radio

de Andrea Ioime

Era il 2 febbraio 1980 quando, nello studio del notaio Paolo Amodio di Udine, venne firmato l’atto costitutivo della cooperativa di informazione friulana, la forma societaria scelta da un gruppo di persone per dare vita a un progetto unico. Quello della prima emittente radiofonica in marilenghe, Radio Onde Furlane, che in questi giorni festeggia il suo primo quarto di secolo di attività - un dato importante, in tempi di fusioni, concentrazioni editoriali, strapotere dei network - con una serie di trasmissioni non-stop che ripropongono registrazioni d’epoca e coinvolgono le centinaia di collaboratori passati attraverso la sede di via Volturno.
Se già ora Onde Furlane sembra - o meglio, è - una magica eccezione nell’etere regionale, figuriamoci allora, agli ascoltatori di un Friuli con nel cuore ancora le ferite del terremoto, ma nella testa la voglia di recuperare in forma nuova e matura le proprie radici, la propria identità. La voglia di fare cultura e informazione nella propria lingua materna, sulla scia di quanto accadeva e accade in mezza Europa nella variegata galassia delle lingue minoritarie.
La forza della radio, in tutti questi anni, è stata la sua capacità costante di rinnovarsi senza mai perdere di vista l’obiettivo primario, cioè la valorizzazione e diffusione della cultura friulana, con uno sguardo che nell’ultimo decennio si è aperto sempre di più. Il merito di questa “apertura” è da ricondursi alle origini dell’emittente, nata dal confluire di esperienze, mentalità e formazioni politico-culturali diverse, spesso anche in contraddizione tra di loro: il friulanismo doc, l’autonomismo, l’ambientalismo, le correnti più disparate della Chiesa e della Sinistra extraparlamentare, solo per citare le più evidenti.
I cambiamenti di direzione e il continuo affluire di forze nuove e giovani tra i soci della cooperativa non hanno mai modificato più di tanto l’impianto complessivo di una emittente che è stata capace - anche prima di altre - di cogliere le spinte al rinnovamento date dall’uso delle nuove tecnologie (Internet in primis), che ha saputo dialogare in modo nuovo e vitale con le realtà dell’emigrazione friulana nel mondo (specie in Sudamerica). E che, da un certo punto della sua storia, ha messo in un cassetto l’equazione friulano uguale nostalgia del passato per aprirsi a 360 gradi verso un mondo in rapida evoluzione.
E’ così che l’emittente capace di guidare battaglie storiche per tutti i friulani (quella del 1981 per la tutela delle lingue minoritarie e soprattutto le quasi 100 mila firme raccolte per la costituzione della regione Friuli) ha accolto le istanze delle “voci dimenticate”, dai movimenti ecologisti al Centro sociale autogestito. Ma soprattutto, ha dato vita a una produzione artistica di livello elevato, pubblicando album e progetti editoriali in marilenghe e ponendosi al centro di una “scena” musicale friulana che ha superato spesso i confini regionali. 
Un punto di riferimento mai adagiato sul suo passato, che rifugge la retorica e gli autoincensamenti del “come eravamo” e sa guardare perennemente in avanti e rinnovarsi, fungendo al contempo da “palestra”: non è un caso se nelle stanze di via Volturno sono passati alcuni dei più famosi musicisti, scrittori, artisti e persino politici e giornalisti friulani. E la festa per i primi 25 anni non può essere che uno stimolo a continuare su questa strada, tenendo alta la bandiera del Friuli, ma in un mondo in continuo movimento. 

Andrea Ioime 

A segus