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22/02/2005 Documentos

Unu pagu de istòria de sa "petrollirica"

fonte : Admaioramedia de Fabio Meloni http://www.admaioramedia.it/pagine_ad/archivio_dettaglio_news.asp?Id_arch=49


15 maggio 1998

Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente Lirico ha respinto il rendiconto consuntivo 1997 

Bocciato bilancio da 30 miliardi 

Non sono bastati sette consiglieri per far passare i conti del Sovrintendente

di Fabio Meloni 

Trenta miliardi di soldi pubblici da gestire. Ma gli undici componenti del Consiglio d'Amministrazione dell'Ente Lirico non si sono trovati d'accordo sul Bilancio consuntivo del 1997 e quattro voti contrari sono bastati per respingere il documento contabile presentato - con un ritardo di oltre quaranta giorni (la legge indica la scadenza del 30 marzo, la riunione del Consiglio è dell'11 maggio) - dal Sovrintendente Mauro Meli. Quattro 'no' decisi e motivati (con dichiarazione di voto allegata al verbale), espressi dal presidente Silvio Fadda (medico sportivo, presidente in quanto titolare della presidenza del Conservatorio), dal vicepresidente Mario Carboni (sardista e rappresentante nominato dalla Regione Sarda), da Dante Olianas (professore, espressione della minoranza in Consiglio comunale) e da Paola Leoni (insegnante di danza, scelta dall'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cagliari) che hanno fatto mancare i necessari 2/3 del Consiglio previsti dalla legge. Una grave e delicata bocciatura passata sotto silenzio, anche per il volere dei consiglieri stessi che hanno ritenuto non opportuno turbare la campagna elettorale comunale, ma che riguardando soldi pubblici non può continuare ad essere ulteriormente ignorata. I dubbi e le riserve contenuti nelle dichiarazioni allegate al verbale sono 'top secret', ma Dante Olianas non risparmia alcune anticipazioni: "Ho avuto forti perplessità sulla gestione economica dell'Ente. E nonostante avessi chiesto continuamente, anche per iscritto, spiegazioni, non sono stato messo nelle condizioni di controllare le spese. Come consigliere ho responsabilità giuridiche ed amministrative precise e pretendo di sapere quello che viene fatto." Proprio sui conti (tempo fa l'ex assessore regionale al turismo Efisio Serrenti aveva chiesto l'istituzione di una Commissione di indagine sulla gestione dell'Ente) si è soffermata l'attenzione dei quattro: opere che rispetto alle cifre in preventivo sono lievitate del 40%, rendiconti non esibiti, dubbi sul reale valore commerciale di alcune opere costate oltre il miliardo. Come se non bastasse, forti perplessità anche sulle scelte dell'Ente: "Si è attinto troppo - prosegue Olianas - da oltremare, mortificando e svilendo gli artisti sardi che non sono mai stati presi in considerazione e vanificando il potenziale dell'Ente come produttore di opere." Intanto, un primo effetto della bocciatura si è già visto: Silvio Fadda, all'indomani del voto contrario, con una lettera ha delegato Carboni alle funzioni di presidente, almeno per quaranta giorni causa sopraggiunti impegni.

16 maggio 1998

Non si placa la bufera sull'Ente Lirico: il Consiglio di Amministrazione ha bocciato il bilancio consuntivo presentato dal Sovrintendente

Fare luce sui conti 

Opere lievitate di oltre il 50%: record per il "Martirio di San Sebastiano" con un 'rincaro' di 635 milioni 

di Fabio Meloni

La bufera sull'Ente Lirico pare appena all'inizio. Uscita allo scoperto la notizia della bocciatura del bilancio consuntivo dell'Ente (quattro voti contrari sugli undici componenti del Consiglio di Amministrazione e la legge richiede i 2/3 dei consensi), si rincorrono le novità e le supposizioni. L'ostacolo è rappresentato da un conto consuntivo di circa trenta miliardi, ma secondo il presidente Silvio Fadda, il vicepresidente Mario Carboni (ora facente funzioni di presidente nei prossimi quaranta giorni per improrogabili impegni di Fadda) ed i consiglieri Dante Olianas e Paola Leoni proprio i conti non tornano. Da qui il 'no' all'approvazione del documento contabile. Un modo come un altro per scindere nettamente le proprie responsabilità da un atto amministrativo del quale, se dovesse risultare irregolare, i consiglieri sarebbero chiamati a rispondere in prima persona. Un rifiuto motivato con apposite dichiarazioni di voto allegate al verbale (ancora segreto perché non definitivamente approvato), ricche di considerazioni e di critiche inerenti la gestione economica, ma anche 'politica' del sovrintendete Mauro Meli. Quel sovrintendente eletto in una anomala ed indimenticabile seduta di Consiglio Comunale, dove la minoranza di centrosinistra, approfittando della spaccatura nel Polo (Alleanza Nazionale e Forza Italia non si accordarono su un candidato unico, andando al voto separate) e di due benevoli franchi tiratori 'azzurri', riuscirono ad eleggere al vertice dell'Ente Lirico il candidato presentato da Bruno Terlizzo del PDS, dimostratosi poi più che mai abile nella gestione, tanto da raccogliere consensi e simpatie anche nello schieramento politicamente avverso. Ed infatti con lui hanno votato l'approvazione del Bilancio anche il Sindaco di Cagliari Mariano Delogu, il consigliere comunale uscente di AN Guido Cossu, rappresentante dei gestori delle sale per lo spettacolo, ed Antonello Mura, altro rappresentante per conto del Comune. Proprio l'esame dei voti chiarisce che non si tratta di una precisa divisione politica, tra i contrari il presidente Fadda, 'sponsorizzato' personalmente dal Sindaco, Olianas, esponente di Costituente sardista, e Carboni, dirigente del PSd'Az. Non è certo da oggi che la vita dell'Ente Lirico risulta travagliata: dall'elezione del suo Sovrintendente alla nomina del suo Direttore artistico, dalle 'dimissioni indotte' di Franco Ruggieri (espressione nel CdA di AN, 'uscito' per fare spazio al Sindaco in persona) all'avvicendamento non richiesto nella carica di presidente del Collegio dei Revisori dei Conti. A questo organismo di controllo (i componenti sono nominati dal Ministero del Tesoro, dalla Prefettura e dal Comune) spetta un ruolo di analisi, alla quale deve seguire un parere consultivo da proporre al CdA, parere che questa volta non è stato condiviso da quattro undicesimi del vertice dell'Ente. In particolare dal Bilancio emergono i dati che non hanno convinto i quattro consiglieri: "Un bilancio incomprensibile - hanno detto in coro - che non ci ha permesso di esercitare appieno il nostro ruolo". Trenta miliardi di soldi pubblici, dei quali almeno dodici provengono dallo Stato e nove dalla Regione: "Analizzando le cifre si riscontra subito un'anomalia - sottolinea Efisio Serrenti, consigliere regionale sardista ed ex assessore al Turismo e Spettacolo della precedente Giunta Palomba - La Sardegna è la seconda regione, dopo la Sicilia, per contributo al proprio Ente Lirico. Si traggano le debite conclusioni, soprattutto considerando il fatto che la Regione Lombardia destina cinque miliardi a 'La Scala'. Oltretutto, non è pensabile che la Regione non possa esercitare un controllo sulla gestione di un contributo di quelle dimensioni. Ricordo che anche la Corte dei Conti sollevò un'eccezione del genere. Allora, da Assessore proposi di nominare una Commissione di controllo, che potesse fare chiarezza sui conti, soprattutto in relazione alle finalità del contributo previsto dalla legge regionale 38. Incontrai, però, una decisa resistenza di tutti, compresa la Giunta regionale della quale facevo parte, ed ovviamente del Sovrintendente." Ma quali sarebbero i conti che non tornano? Si parla di contributi considerati tra le entrate, ma dei quali non si trova traccia di pezze giustificative. Opere lievitate fino al 50% tra preventivo e consuntivo: record assoluto per il "Martirio di San Sebastiano" passata da 935 milioni ad 1 miliardo 570 milioni (un 'rincaro' di 635 milioni), si difendono bene anche "Le nozze di Figaro" da 780 milioni ad 1 miliardo 200 milioni (+420) ed "Il Rigoletto" che è 'andato oltre' di 170 milioni. Ciò nonostante, al CdA è stato presentato un bilancio sano, quasi in pareggio, con appena 27 milioni di disavanzo per il 1997. Buco che, però, viene stimato in ben 2,5 miliardi per quanto riguarda il disavanzo di amministrazione, considerando cioè anche i debiti precedenti e successivi al 1997. Insomma, il vero termometro della situazione che segna rosso e che in previsione della trasformazione dell'ente in fondazione - già stabilita per legge ed operativa entro giugno - creerà qualche problema all'eventuale ingresso di privati, che si dovrebbero accollare anche gli onerosi debiti. Ma questa è un'altra pagina, seppure già aperta dal temine stabilito (8 giugno, il giorno dopo l'eventuale ballottaggio elettorale) dal Sindaco per la consegna delle proposte di candidatura di due componenti del prossimo Consiglio di Amministrazione, quelli che spettano per legge al Comune di Cagliari. 

19 maggio 1998

All'Ente Lirico non tornano i conti del bilancio bocciato dal CdA 

Il 'mistero di San Sebastiano' 

Opera record: dai 935 milioni del preventivo ai 1570 del consuntivo. Un 'rincaro' di 635 milioni 

di Fabio Meloni 

Nessuna schiarita sul bilancio dell'Ente Lirico. Tutto tace. Nessuno si fa avanti per spiegare perché i conti non tornano, perché quattro consiglieri del CdA (il presidente Silvio Fadda, il vicepresidente Mario Carboni ed i consiglieri Dante Olianas e Paola Leoni) su undici abbiano respinto, non volendosi assumere responsabilità penali ed amministrative, il documento contabile da 30 miliardi. Uno stop che rischia di paralizzare l'attività dell'Ente, ormai avviato verso la sua trasformazione in Fondazione. Un bilancio - presentato dal Sovrintendente Mauro Meli - scivolato pesantemente sulle 'bucce' delle opere, ma non solo. La più grossa sicuramente quella che riguarda il "Martirio di San Sebastiano" di Claude Debussy in programma da 6 al 9 giugno dello scorso anno nel Teatro Comunale cagliaritano. Opera più opportunamente ribattezzata il 'mistero di San Sebastiano'. I misteri cominciano col contratto tra l'Istituzione dei Concerti e del Teatro Lirico "Giovanni Pierluigi da Palestrina" e "La Fura dels baus", rappresentata da Valentin Proczynski, che stabilisce un compenso di 935 milioni di lire italiane con 'curiose' modalità di pagamento: "Tenuto conto della preparazione per l'organizzazione e la preparazione" la somma è stata rateizzata secondo un preciso calendario. Quaranta giorni prima della messa in scena il 35% del costo (cioè 330 milioni) "in valuta ed in quote da determinarsi per trasferimento bancario, via swift, ai conti correnti che si indicheranno". E gli altri 605 milioni? Entro il 30 maggio 200 milioni, entro il 2 giugno altri 150 ed entro la prima serata altrettanti. Questi ultimi trecento milioni "parte in contanti e parte in Pesetas contanti". Insomma, l'88% del costo in anticipo, mentre per il restante 12% (105 milioni) appuntamento prima dell'ultima rappresentazione. Abilitati ad effettuare le operazioni finanziarie oltre a Valentin Proczynski (rappresentante legale de "La Fura dels baus", ovviamente residente nel Principato di Monaco), altri non meglio qualificate (nel contratto, comunque, indicate con nome e cognome) "persone di fiducia personalmente delegate". Sarà questa una delle motivazioni del rifiuto all'approvazione? Diniego, comunque, motivato con apposite dichiarazioni di voto allegate al verbale. Allegato ancora segreto, oltretutto nessun consigliere si sbilancia, intimorito dalla legge sulla Pubblica Amministrazione che li obbliga alla segretezza degli atti. E la legge sulla trasparenza degli atti pubblici che fine ha fatto? Ma il "mistero di San Sebastiano" non finisce qui. Nel consuntivo l'opera risulta essere costata ben 635 milioni in più: in totale 1 miliardo 570 milioni. Dei giustificativi di spesa, per ora, nessuna traccia. I consuntivi sono sempre un coacervo, difficile da leggere per chiunque non mastichi adeguatamente elementi di contabilità, di cifre, di capitoli di spesa, poche, invece, le voci esemplificative e la documentazione allegata. E' facile intuire che il 'rincaro' possa essere attribuito al punto 3) degli "obblighi dell'artista", che si era impegnato a fornire all'organizzazione "fatture di appoggio corrispondenti a quota a parte di spese di produzione de 'La Fura dels baus', di Ovideo TV ed altre necessarie, e di altre spese di organizzazione". Quali, in verità non è dato sapere. Ma il suddetto 'rincaro' non è stato l'unico: "Le nozze di Figaro" sono passate da 780 milioni del preventivo ad 1 miliardo 200 milioni (+420) del consuntivo, "Il Rigoletto" è 'sfuggito' di 170 milioni, qualche altra 'inezia' per il "Balletto Roland Petit" (+59), la "Madama Butterfly" (+31) ed il "Balletto di Zurigo" (+19). Ancora da quantificare, invece, il costo finale dell'opera "Le Fate", certamente di poco inferiore ai 2 miliardi. Eppure, in presenza di finanziamenti pubblici (almeno dodici provengono dallo Stato, nove dalla Regione, oltre ai soldi del Comune di Cagliari ed agli 'spiccioli' della Provincia) sarebbe giusto che il cittadino potesse avere maggior poteri di controllo sull'utilizzo dei fondi: una richiesta fu fatta dall'assessore allo spettacolo Efisio Serrenti con l'istituzione di una 'commissione di controllo'. Ora che fare? Forse il Sovrintendente potrebbe, per dare limpidezza alla sua azione, sfruttare appieno un articolo del Regolamento dell'Ente che gli consente di organizzare, per motivi eccezionali, una seduta pubblica (per esempio, aperta ai giornalisti) del Consiglio di Amministrazione, sempre che non vengono trattate "questioni che riguardino la qualità, le attitudini e la moralità delle persone". E' troppo chiedere maggiore chiarezza sui conti, soprattutto quando non sono ancora spenti gli echi delle proteste sugli emolumenti di alcuni dipendenti dell'Ente, a partire dal Sovrintendente che, appena alla prima riunione del CdA, pensò bene di aumentare il proprio stipendio da 8 a 18 milioni e trecentomila lire mensili: per un totale di quasi 220 milioni l'anno. Voci che incidono pesantemente sul disavanzo presentato in bilancio.

20 maggio 1998

Neanche durante la nuova riunione del Consiglio di Amministrazione una schiarita sui conti del 1997

L'Ente Lirico soprassiede sul bilancio

di Fabio Meloni 

Alla cappa di silenzio che grava sull'Ente Lirico non ha fatto eccezione neanche la riunione del Consiglio di Amministrazione (assente solamente Paola Leoni, impegnata a Roma, dove peraltro vive) svoltasi ieri sera e che aveva all'ordine del giorno la programmazione della stagione estiva all'Anfiteatro. Nessun accenno alla precedente riunione (se non per leggere ed approvarne il verbale), conclusasi con la bocciatura del bilancio presentato dal sovrintendente Mauro Meli, ed alle polemiche giornalistiche che ne sono seguite. Una perfetta consegna del silenzio. Imbarazzo, opportunismo, calcolo? Comunque, in un clima non troppo disteso, nessuno ha avuto l'ardire di adombrare il sospetto che l'Ente (con un bilancio non approvato entro il termine di legge, il 30 marzo) possa trovarsi in difficoltà nel proseguire l'organizzazione della sua attività futura. Si tratta di approvare anche la parcella (circa 60 milioni) del libero professionista che ha presentato il progetto dell'allestimento dell'Anfiteatro (piuttosto, in cosa si differenzierà da quello dello scorso anno?), seppure i conti dell'Ente non abbiano ricevuto il benestare della maggioranza richiesta per legge (2/3 del CdA), restando così sospeso. Intanto, dalla sede di via Sant'Alinixedda nessuna conferma alle indiscrezioni, ma tantomeno smentite sulle cifre che proprio ieri abbiamo riportato in riferimento all'opera-record, il "Martirio di San Sebastiano", oramai famosa per essere costata all'Ente 'appena' 635 milioni in più del preventivo: da 935 a 1570 milioni. Un atteggiamento troppo disinvolto da parte della maggioranza del CdA, forse confortata dalla trasversalità della sua composizione che la rende apparentemente invulnerabile. Gli schieramenti all'interno del CdA sembrano ormai ben definiti, seppure inizialmente fossero cinque i consiglieri dubbiosi sui conti dell'Ente, tanto da chiedere una riunione straordinaria del CdA per una verifica. Chiarimento mai ottenuto, se è vero che i consiglieri non sono mai entrati in possesso della documentazione richiesta. Allora - oltre ai tre 'ribelli' confermati l'11 maggio (Mario Carboni, Dante Olianas e Paola Leoni) durante la seduta sul bilancio - anche Franco Ruggieri (qualche mese dopo 'dimissionario a richiesta', per lasciare il posto al Sindaco Mariano Delogu) ed Antonello Mura, altro rappresentante della maggioranza comunale, rientrato poi nei ranghi della maggioranza del Consiglio. Si è invece aggiunto agli scettici il presidente Silvio Fadda, che ora per quaranta giorni ha ceduto lo scettro della presidenza nelle mani del vice Carboni. Proprio in quella veste il presidente 'de facto' ha inviato tutti gli atti a diverse personalità istituzionali, tra i quali Veltroni, Ciampi, Palomba e Selis, ed alle sezioni della Corte dei Conti di Roma e Cagliari, restando in attesa di sviluppi. Novità che potrebbero riguardare ben più che il semplice ritardo nell'approvazione del bilancio, già slittata di quasi due mesi, ma che potrebbero svelare il mistero sui famigerati contributi degli Enti Locali che risulterebbero nel bilancio consuntivo, ma dei quali non si trova traccia in pezze giustificative o in delibere degli Enti stessi. Insomma, come si può spiegare contabilmente l'inserimento in consuntivo di somme che non solo non risultano arrivate, ma tantomeno si possiede la certezza che siano state stanziate? Da queste ombre deriva un'amara considerazione: con quale fiducia i privati potranno entrare nella Fondazione (così è stato trasformato l'Ente) coi propri capitali (la legge istitutiva prevede un intervento di almeno il 12% del contributo statale, cioè di 1 miliardo e 400 milioni), se i conti dell'Ente Lirico dovessero restare così incerti e malandati. Oltre che avvolti nel mistero.

21 maggio 1998

Parla Adolfo Falqui, sovrintendente dell'Ente Lirico dal 1987 al 1991 

"Non è un'agenzia di spettacoli" 

"Troppo facile gestire non rispettando i preventivi, andando poi a piangere da Regione e Comune per i debiti"

di Fabio Meloni 

"E' un patrimonio di tutta la Sardegna e va salvaguardato". Questa l'opinione di Adolfo Falqui sull'Ente Lirico, in questi giorni al centro di polemiche ed accuse roventi. Il signore si che se ne intende. Infatti, l'ex politico democristiano è stato il Sovrintendente dell'Ente dal 1987 al 1991, ben prima dell'era dei Commissari: "La legge istitutiva dell'Ente - sottolinea - risale al 1967 ed affiancava l'Istituzione dei Concerti e del Teatro Lirico al Conservatorio per promuovere la cultura musicale nell'isola e produrre spettacoli, oltre all'istituzione di un'orchestra e di un coro stabili della Sardegna." Proprio sulla produzione dell'attuale gestione si incentrano buona parte delle critiche al sovrintendente Mauro Meli: "Produrre, significa realizzare in proprio. Non ordinare col semplice uso del telefono. Per fare quello basterebbe avere un ufficio di agenzia di spettacolo e non una struttura con un bilancio di quasi trenta miliardi l'anno." L'elezione di Meli - inconsueta per essere stata determinata dalla minoranza di centrosinistra, grazie alla divisione dei due partiti del Polo, ma soprattutto ai due franchi tiratori del centrodestra, poco ligi all'ordine di scuderia che indicava due candidati peninsulari da opporre ad un cagliaritano, seppure almeno vent'anni lontano dall'isola - fu salutata come l'avvento di colui che avrebbe potuto risolvere finalmente i problemi dell'Ente Lirico di Cagliari. Dalla sua, la stampa, alcuni esperti, qualche nome eccellente (Meli era reduce da un'esperienza a Ferrara nello staff del maestro Abbado), ma anche esponenti del fronte politico avverso. Quello, per intenderci, che aveva indicato ben altri candidati per ereditare il posto lasciato vacante dal commissario Giuseppe Giuliano, noto per la sue simpatie verso Alleanza Nazionale. "Si è commentato questo arrivo, come se prima non fosse mai stato fatto niente - lamenta Falqui - ma ciò è dovuto esclusivamente alla scarsa conoscenza dell'attività dell'Ente negli anni precedenti. Cagliari è sempre stata una piazza importante, ricca di produzioni. Non ci siamo fatti mancare nessun nome illustre, come quelli della Callas o Di Stefano. Cagliari è stata anche protagonista della produzione, con personale dell'Ente, dell'Aida, della sua scenografia, dei suoi costumi, delle attrezzerie. Con una ovvia e notevole ricaduta economica sul territorio." Proprio i vantaggi economici derivanti dalla presenza di un Ente Lirico furono tenuti in considerazione nella costruzione del nuovo teatro comunale, che fu concepito come una 'fabbrica': "Sono stati previsti i locali per la falegnameria, per la sartoria, per le attrezzerie. Si potrebbe così produrre non solo per l'Ente stesso, risparmiando, ma per tutte le strutture teatrali presenti in Sardegna. Sono sempre stati realizzati corsi di formazione professionali con conseguenti assunzioni, si è migliorata la situazione dei due strumenti indispensabili di un Ente che deve produrre, l'orchestra ed il coro. Creando i presupposti per l'occupazione dei giovani frequentanti il Conservatorio. Si poteva contare su più di duecento dipendenti effettivi, oggi sono appena una sessantina. L'Ente è diventato un 'porto di mare'. Il resto degli effettivi è garantito da tanta gente che viene da fuori a tempo determinato. Non ho niente contro i 'continentali', ma non possiamo dimenticare che Cagliari ha una sua tradizione musicale e che molte di quelle professionalità erano rintracciabili anche qui, pure ad un certo livello. Si potrebbero ricordare alcune audizioni non positive di musicisti o coristi, che hanno poi trovato 'alloggio' nelle Istituzioni della penisola. In questa maniera, cambiando continuamente il personale, è stato istituzionalizzato il precariato, creando sfiducia tra il personale." Fin qui le osservazioni sulla 'gestione politica' dell'Ente, ma i conti? "Non ho potuto apprezzare finora le tanto decantate capacità manageriali di Meli. E' fin troppo facile gestire non rispettando i preventivi, andando poi a piangere da Regione e Comune che intervenendo appianano i debiti. Ora, occorre una gestione oculata al fine di evitare la liquidazione." Il silenzio che sta caratterizzando la vicenda dell'Ente, comunque, non sorprende Falqui: "All'interno dell'Ente si è creato uno strano connubio tra i vari gruppi politici. Una sorta di consociativismo strisciante, per cui nessuno ha interesse a far venire alla luce le 'magagne'. Parlarne creerebbe un imbarazzo generale. Coi vecchi Consigli di Amministrazione per molto meno arrivava la Magistratura."

11 giugno 1998

Lo Stato ha decurtato il suo intervento di un miliardo: dai 13,4 del 1996 ai 12,4 del 1997 

Altre nubi sull'Ente Lirico 

Il Sindaco ha inviato una lettera di protesta a Prodi e Veltroni 

di Fabio Meloni 

Neanche la trasformazione dell'Ente Lirico in Fondazione ha procurato sogni tranquilli al suo Consiglio di Amministrazione, anzi. Formalizzato il passaggio, il Sindaco Mariano Delogu ha assunto la presidenza della Fondazione ed in attesa di nominare i due componenti del nuovo CdA che spettano al Comune di Cagliari (uno a testa spetteranno invece alla Regione ed allo Stato) ha messo mano ai contributi, verificando che lo Stato ha deciso di decurtare il suo intervento di un miliardo: dai 13,4 del 1996 ai 12,4 del 1997. Un vero dramma per i conti dell'ente che già versa in cattive acque, soprattutto dopo che nel mese di maggio il CdA ha bocciato il suo Bilancio consuntivo per il 1997, facendo sorgere forti perplessità sulla gestione dei conti da parte del Sovrintendente Mauro Meli. Il calo del contributo ha determinato, però, l'immediata reazione del Sindaco che ha inviato una lettera di protesta al presidente del Consiglio Romano Prodi ed al ministro per i beni culturali Walter Veltroni e per conoscenza anche al presidente della Giunta Regionale Federico Palomba, ai sottosegretari al Bilancio, Giorgio Macciotta, ed alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Arturo Maria Luigi Puglisi, nonché a tutti i deputati e senatori sardi. Una decurtazione in perfetta sintonia con la politica dei tagli operati dallo Stato in tutti i settori della vita pubblica, ma che il Sindaco lamenta essere stridente con la "lievitazione dei costi" dell'Ente. Ma, proprio l'improvvisa ed inspiegabile lievitazione dei costi è stato il principale motivo del deciso 'no' all'approvazione del bilancio, espressa nella seduta dell'11 maggio, da quattro componenti del CdA (Silvio Fadda, Mario Carboni, Dante Olianas e Paola Leoni). Un grave fatto di carattere amministrativo che, però, non pare abbia turbato più di tanto il cammino dell'Ente Lirico. Un bilancio di circa trenta miliardi di soldi pubblici (oltretutto, presentato con oltre quaranta giorni di ritardo rispetto alla scadenza prevista per legge) che non ha convinto tutti e che ha suscitato forti perplessità per i costi lievitati delle opere (in testa il "Martirio di San Sebastiano", passato da 935 milioni del preventivo ai 1.570 del consuntivo), per alcuni contributi istituzionali previsti, ma non certi, e per gli stessi emolumenti annui di alcuni dipendenti di punta dell'Ente Lirico (sconosciuti ai più, nonostante i solleciti): a partire dai 220 milioni del Sovrintendente Meli, ai 100 del direttore tecnico Massimo Teoldi (nel rinnovo, però, si parla di appena 35 milioni annui più il rimborso spese giornaliero di 400.000 lire per un massimo di quindici presenze mensili ed il rimborso spese di viaggio e di albergo: per un totale 'possibile' di 107 milioni annui, proprio all'insegna del risparmio), ai 50 milioni per quattro mesi della direttrice della produzione Lorenza Codignola, ai 60 del segretario artistico Giancarlo Liuzzi e manca all'appello solo lo stipendio del direttore ndi scena Cristina Venturini. Giusto anche l'osservazione prodotta dal Sindaco sul mantenimento costante del numero degli occupati della pianta organica (229 unità), per il quale necessitano circa 20 miliardi. Nota stonata il fatto che attualmente sono appena 145 i posti coperti e che troppo spesso per rimpiazzare il personale vacante, soprattutto nel caso dell'orchestra e del coro, si è costretti ad utilizzare professionisti chiamati dalla penisola e pagati profumatamente: un esempio tra tutti, quello di un 'primo corno' scritturato per 3.370.000 di lire alla settimana. Sul futuro di un'istituzione di siffatta importanza per la città di Cagliari si addensano le nubi di una situazione economica non troppo rosea, visto anche che per la Fondazione è stato previsto l'intervento decisivo del capitale privato. Ma quale azienda sarà disponibile ad affiancarsi ad un ente che giunge alla meta senza il proprio bilancio consuntivo approvato e che, addirittura, nel bilancio preventivo 1998 (peraltro, già bocciato dal Ministero) ha previsto un aumento del contributo dello Stato fino a 14 miliardi? 

10 luglio 1998

Con le quattro nomine del Consiglio di Amministrazione prende vita il nuovo Ente Lirico 

Nasce la Fondazione 

Vigono ancora le regole del 'Manuale Cencelli' 

di Fabio Meloni 

Nonostante la trasformazione dell'Ente Lirico in Fondazione, sull'Istituzione dei Concerti e del Teatro Lirico non è ancora tornato il sereno. Le nubi si addensano sin da quando si era frettolosamente tentato di far dimenticare come il bilancio consuntivo dell'Ente per il 1997 - presentato in ritardo (oltre 40 giorni rispetto alla scadenza prevista per legge) dal Sovrintendente Mauro Meli - fosse stato bocciato l'11 maggio, grazie al voto contrario di quattro consiglieri del vecchio Consiglio di Amministrazione. Un conto consuntivo di circa 30 miliardi di soldi pubblici nel quale, a detta dei quattro 'ribelli' (il presidente Silvio Fadda, il vice Mario Carboni, i consiglieri Dante Olianas e Paola Leoni), erano proprio i conti a non tornare mai (tempo fa anche l'ex assessore regionale alla Cultura Efisio Serrenti aveva chiesto l'istituzione di una Commissione di indagine sulla gestione dell'Ente): opere lievitate fino al 50% rispetto al preventivo, rendiconti richiesti inutilmente, dubbi sul reale valore commerciale di alcune opere, contributi pubblici previsti, ma ancora nell'ombra. Poi, con una 'zampata' vincente lo stesso CdA nella 'seduta flash' del 16 giugno - ancor prima era stata inutile un'altra seduta, peraltro indetta in maniera alquanto 'anomala' con una lettera firmata, ma in qualità di presidente dell'Ente (di Fadda nessuna notizia) e non della Fondazione, dal sindaco Mariano Delogu ed infatti immediatamente contestata come illegittima da alcuni consiglieri - è riuscito a scongiurare l'intervento del Commissario con l'approvazione all'unanimità (assenti però i 'ribelli') del bilancio consuntivo 1997, chiuso con un disavanzo di amministrazione pari a 3.550 milioni. Superato l'ostacolo bilancio, si è finalmente giunti alla nomina del nuovo CdA, quello della Fondazione composto da cinque elementi, compreso il Sindaco di Cagliari, presidente dello stesso: insieme a lui, due rappresentanti del Comune, uno della Regione ed uno del Governo. Si è sempre sentito dire che l'imminente superamento della 'partitocrazia' avrebbe avuto conferma nella fine della spartizione del 'sottopotere' tra i partiti. E' ancora presto. Anche la Fondazione non è sfuggita alla regola del 'Manuale Cencelli': un consigliere a Forza Italia ed uno ad Alleanza Nazionale (esattamente i due 'trombati' alle ultime Comunali Andrea Santucci e Guido Cossu), uno a Federazione Democratica (l'assessore regionale alla Cultura Benedetto Ballero) ed uno ai Democratici di Sinistra (Enrico Milesi, ex consigliere comunale PCI di Cagliari). Sono leciti i dubbi sul criterio della competenza, spesso invocata per gli enti di gestione: passi per Cossu, che in qualità di proprietario del cinema Alfieri è un imprenditore del settore, e per l'assessore Ballero, che di cultura e spettacolo per mandato istituzionale si deve pur occupare, ma attendiamo lumi sul funzionario dell'Enel Santucci e sull'ingegner-architetto Milesi. Fatte le nomine, la sinistra è insorta: "Fondazione di destra", ha urlato. Dimostrandosi troppo distratta, tanto da far finta di non sapere che Mauro Meli è stato eletto in una città amministrata dal centrodestra, ma coi voti dell'opposizione di centrosinistra e che politicamente il Sovrintendente, con forti trascorsi nelle fila anarchiche, si dichiara vicino al Ministro Walter Veltroni. Alla nomina del CdA della Fondazione, avevano fatto da prologo anche alcune polemiche, con slanci epistolari di Delogu e Ballero, verso il Governo Nazionale: oggetto il contributo statale (diminuito per il 1997 da 13,4 miliardi a 12,4) che non sarebbe sufficiente (secondo l'Assessore regionale è inferiore di almeno 7 miliardi) neanche per pagare gli stipendi del personale. In verità, assodato che per pagare gli occupati previsti dalla pianta organica dell'Ente (229 unità), sarebbero necessari circa 19 miliardi (83 milioni è il "costo medio del lavoratore negli Enti Lirici italiani"), diventa opportuno ricordare che sono appena 145 i posti coperti e che per questi sarebbero sufficienti circa 12,6 miliardi. A quanto pare lo Stato ha stabilito il contributo con calcolatrice alla mano. Ad aggravare i costi la scelta di rimpiazzare il personale vacante nell'orchestra e nel coro (ben 60 i posti liberi, in attesa di vedere dove verranno collocati i trenta assunti recentemente annunciati da Meli) con professionisti provenienti da oltremare che vengono ingaggiati con rilevanti costi di trasporto, vitto ed alloggio, oltre a cachet non certo irrilevanti: un 'primo corno', per esempio, è costato 3.300.000 lire a settimana. Ma la decurtazione, dicono gli Amministratori, poco si concilia con "la lievitazione dei costi dell'Ente". Appunto, è il virus della 'lievitazione' che incombe pesantemente sulla vita della sede di viale Sant'Alenixedda. Sono state 'contagiate' alcune opere, ma anche gli emolumenti dei dipendenti di punta dell'Ente Lirico: uno staff composto, oltre che dal Sovrintendente Meli, dal direttore tecnico Teoldi, dalla direttrice della produzione Codignola (in carica per soli quattro mesi per 50 milioni), dal segretario artistico Liuzzi e dal direttore di scena Venturini per un totale di circa mezzo miliardo di lire. Battezzato con le nomine il nuovo soggetto giuridico, resta l'ombra di una situazione economica precaria, soprattutto ora che, a partire dal luglio 1999, è previsto l'intervento decisivo del capitale privato che inciderà percentualmente anche sull'importo del contributo statale. Ecco il dilemma: quali privati potranno intervenire (la legge lo prevede pari ad almeno il 12% del contributo statale - 1,4 miliardi - pena la diminuzione dell'intervento dello Stato) se i conti dell'Ente Lirico restano avvolti da incertezza e mistero?

La rievocazione dell'elezione di Mauro Meli 

Un Sovrintendente a sorpresa 

Per capire i 'movimenti' dell'Ente Lirico potrebbe essere utile rievocare l'elezione del Sovrintendente, avvenuta in un'anomala ed indimenticabile seduta del Consiglio Comunale. La successore di Mario Carboni, allora commissario sovrintendente 'sardista' dell'Ente, nominato dal Governo come fiduciario della Regione - durò in carica appena due mesi (fu poi nominato vice presidente del CdA) - è stata decisa l'8 luglio. Dopo la presentazione di ben dodici candidature, alla seduta consiliare si arrivò con due nomi sugli altri: caduta la candidatura ufficiale di Alleanza Nazionale (il musicologo piemontese Arturo Sacchetti), il Polo si orientò (grazie anche alla mobilitazione personale di Silvio Berlusconi) sul nome del romano Enrico Stinchelli, mentre dalle fila dell'opposizione Mauro Meli, spinto soprattutto dal PDS, diventò il privilegiato (una sua precedente sponsorizzazione fatta dal PCI nel 1992 gli procurò solamente otto voti). Ed infatti, proprio il direttore di "Ferrara musica" (un'associazione che organizza la stagione concertistica del capoluogo emiliano) la spuntò di un solo voto (16 contro 15) al cospetto di un Consiglio Comunale rimaneggiato, di un Sindaco che, ligio alla sua decisione di non votare quando la competenza è dell'Assemblea, abbandonò l'aula e di due benevoli 'franchi tiratori' (uno di AN ed uno di FI) che decisero di appoggiare il 'rosso' Meli in nome di un imperioso moto di ribellione al 'diktat' del Cavaliere e della corregionalità col candidato del centrosinistra (assente dall'isola da oltre vent'anni ed oggi accusato di essere abile 'manager' di tanti professionisti di oltremare). Fulmini sui troppi assenti (almeno cinque nei banchi della maggioranza) che avevano già abbandonato l'aula convinti che si dovesse votare l'indomani (per quel fatto AN chiese le dimissioni del presidente del Consiglio Tonio Melis), recriminazioni verso il Sindaco che col suo voto avrebbe potuto invalidare il 'colpo di mano' dell'opposizione e condanna piena per quella spinta, arrivata proprio dai banchi del Polo, alla votazione in tempi brevi al fine di garantire l'elezione di Meli. Un'elezione non prevista che ha poi trovato conforto e giustificazione nella abile ed equilibristica gestione del nuovo Sovrintendente (si vedano anche le recenti dieci promozioni distribuite in ambito sindacale), tanto da aver ricevuto il decisivo appoggio nell'approvazione del bilancio consuntivo 1997 proprio dai rappresentanti del centrodestra: il Sindaco Delogu, i consiglieri Guido Cossu (ex consigliere comunale di AN) ed Antonello Mura (designato al Comune). E' rimasto impresso nella memoria dei cittadini come Meli portò subito aria di novità nell'Ente: sin dalla prima riunione del CdA pensò bene di aumentare il proprio stipendio da 8 a 18 milioni e trecentomila lire mensili, per un totale di quasi 220 milioni l'anno. (f. m.)

La lievitazione dei costi delle opere 

Il "Martirio" del bilancio 

Tra le maggiori incognite della gestione 'meliana' sicuramente le opere. O meglio i 'misteri', come quello del "Martirio di San Sebastiano" di Debussy (in scena dal 6 al 9 giugno dello scorso anno nel Teatro Comunale), che sin dal contratto emergono spontanei. Tra il "Giovanni Pierluigi da Palestrina" e "La Fura dels baus", rappresentata da Valentin Proczynski, era stato stabilito un compenso di 935 milioni di lire italiane, da pagarsi secondo un circostanziato calendario di rate: quaranta giorni prima della messa in scena il 35% del costo (330 milioni) "in valuta ed in quote da determinarsi per trasferimento bancario", entro il 30 maggio altri 200 milioni, entro il 2 giugno 150 ed entro la prima serata dell'opera altrettanti. Questi ultimi 300 milioni "parte in contanti e parte in Pesetas contanti". Veniva così anticipato l'88% del costo, per il restante 12% (105 milioni) appuntamento prima dell'ultima rappresentazione. Questo il primo atto del "Mistero di San Sebastiano", per veder il proseguo occorre arrivare al bilancio consuntivo, dove si può scoprire che l'opera è costata ben 635 milioni in più del suddetto contratto: 1 miliardo 570 milioni. Un rincaro difficilmente spiegabile, se non col punto 3) degli "obblighi dell'artista" previsti nel contratto: l'impegno a fornire all'organizzazione "fatture di appoggio corrispondenti a quota a parte di spese di produzione de 'La Fura dels baus', di Ovideo TV ed altre necessarie e di altre spese di organizzazione". Fatture che i consiglieri 'ribelli' dichiarano di non aver visto allegate al bilancio. A contrarre il virus "Il Martirio di San Sebastiano" non è rimasto solo. A tenergli compagnia "Le nozze di Figaro" con una crescita di 420 milioni (da 780 milioni del preventivo ad 1 miliardo 200 milioni del consuntivo), "Il Rigoletto", 'sfuggito' di 170 milioni, 'spiccioli' in più, ,invece, per il "Balletto Roland Petit" (+59), la "Madama Butterfly" (+31) ed il "Balletto di Zurigo" (+19). (f. m.)


in questi ultimi anni i soldi all'Ente lirico. 



interrogazione in consiglio regionale 



Consiglio Regionale della Sardegna 
XII Legislatura 
Interrogazione 
All?Onorevole Presidente della Giunta Regionale 

All?Onorevole Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione 

All?Assessore Regionale al Turismo 

Presentata dai Consiglieri Regionali: On. Cesare Corda, On. Antonello Liori, On. Gianni Locci, On. Piero Carloni, On. Mimmo Licandro, On. Mariella Pilo, On. Sergio Milia. 

Premesso che 
1. Le attivit?eatrali e dello spettacolo in genere in Sardegna sono una parte importante delle competenze di interesse dell?Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione Sport e Spettacolo, dell?Assemblea Legislativa e rappresentano un importante patrimonio culturale che abbiamo il dovere di accrescere e tutelare. La Regione Sardegna contribuisce al bilancio annuale delle entrate dell? Ente Lirico di Cagliari, risultando quale secondo ?socio? finanziatore dopo lo Stato. 

Nella nomina del Sovrintendente vi sarebbe un probabile grave vizio di procedura. 
Vediamo perch?SPAN> 
2. Il 07 agosto 2002 si tenne la prima riunione di insediamento del nuovo consiglio di amministrazione.In quella prima riunione, cos?ome prevede la legge nazionale e lo statuto, si sarebbe dovuto procedere alla verifica dei requisiti dei suoi componenti. 

3. In tutta fretta, nella stessa seduta, si fece anche la nomina del Sovrintendente, nonostante l?art. 9 dello statuto preveda che il Sovrintendente sia nominato, dal consiglio di amministrazione, nella prima seduta successiva alla sua elezione, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, dunque nella seconda riunione e non in quella di insediamento. 

4. Il consiglio si riun?enza aver convocato il rappresentante della Regione, peraltro non ancora indicato, ed in sua assenza deliber??:P> 

5. Un rappresentante del Comune non sarebbe stato in possesso dei requisiti previsti , ma partecip??la riunione , vot??r far eleggere il Sovrintendente e si dimise subito dopo. 

6. Per quanto sopra precisato ed in riferimento alla nomina del Sovrintendente, risulta evidente un grave vizio di procedura che la renderebbe nulla. Di conseguenza sarebbe illegittima ogni iniziativa presa dallo stesso in nome e per conto dell?Ente. 

7. Alcuni mesi or sono questa irregolarit?enne denunciata, anche attraverso un comunicato stampa, da un Consigliere Regionale. Successivamente, l?On. Guglielmo Rositani, Vice Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha presentato un?interrogazione urgente sostenendo le stesse cose e chiedendo che il Ministro disponesse immediatamente un?ispezione. 

8. Nonostante i debiti per oltre 12.milioni di Euro (23 miliardi di ?) accumulati dall?Ente, si ha notizia di una gestione poco oculata e ingiustificatamente dispendiosa riscontrabile anche nei Contratti troppo onerosi 

I compensi riconosciuti ad alcuni artisti sarebbero molto pi?i del prezzo pagato per le stesse prestazioni , allo stesso artista, in altre localit?taliane ed europee. 

Lo conferma 

9. Il Ministero per i Beni e le Attivit?ulturali,attraverso una nota del capo dipartimento relativa al disavanzo presunto dell?esercizio 2000 ed all?esigenza di controllo sulla gestione 2001, che tra le altre cose scrive testualmente: ? si reputa inoltre che al risultato negativo (del bilancio) abbiano contribuito iniziative eccessivamente onerose; ci si riferisce, tra le altre, alla realizzazione della IX Sinfonia di Beethoven che per la modalit?ell?esecuzione e relativo costo non trova confronto nel panorama delle fondazioni liriche, come osservato da ultimo con nota n. 739/TR16 del 29 agosto 2000, rimasta peraltro priva di riscontro?. 

La realizzazione di una nuova versione scenica intitolata ? Inno alla gioia? della Sinfonia n. 9 di Beethoven, sopra citata, ?ostata 2.267.865.000 di lire. 

10. Non si comprende la ragione per la quale per le prestazioni artistiche del ?Balletto per l?Opera ?Carmen? rappresentata il 25-27-29-31 luglio 2000, sia stato stipulato un contratto per l?importo di 330 milioni, ma dai documenti relativi ai versamenti previdenziali obbligatori (ENPALS) la somma complessiva pagata agli artisti risulta di ? 42.250.000. 

11. Sarebbe stato scritturato un corpo di ballo composto dai solisti del Teatro dell?Opera di Praga, ma dal foglio ENPALS tale balletto risulta essere Nuovo Balletto di Roma di Franca Bartolomei. 

12. Il Cachet richiesto da Sting in altre citt?uropee sarebbe di molto inferiore del prezzo pagato a Cagliari , dove ?ostato oltre 1 miliardo di lire ( 650 milioni + IVA pi?spese di viaggio,soggiorno, allestimento e varie). Da un documento in nostro possesso, il cachet richiesto dall?impresario dell?artista per uno spettacolo in Italia ?i 200 mila Euro. 

13. Non si capisce tra l?altro perch??Ente Lirico avesse assunto il ruolo di impresario di musica leggera facendo pagare un prezzo per il biglietto da 70 a 200 mila lire. Somma decisamente troppo elevata per i giovani appassionati di musica rock che non hanno potuto fruire di questo spettacolo. Operazione chiusa, tra l?altro, con un pesante passivo. 

14. Anche in altri casi le somme pagate sono state considerate troppo elevate. 

Non ritengono, l?Onorevole Presidente e gli Onorevoli Assessori , estremamente oneroso il contratto stipulato dall?Ente con il direttore musicale del teatro il cui contratto, valido fino al 30 giugno 2004, prevede un cachet di 18 milioni a recita per le opere ed i balletti; il 50% per la replica di programmi concertistici, da sommare ai 16 milioni alla settimana per ogni altra attivit?n qualit?i direttore. Inoltre, il contratto prevede che gli impegni in commissione vengano retribuiti a parte ,secondo la delibera del CDA.

15. Non si capisce la ragione per la quale in alcuni contratti stipulati con impresari e musicisti stranieri ,sia previsto il pagamento in contanti, anche per centinaia di milioni di lire. 

16. Il C.D.A. avrebbe pi?te aumentato lo?stipendio? del Sovrintendente portandolo a circa 400 milioni all?anno. 

17. Si chiede di conoscere se lo stesso Sovrintendente percepisca altri emolumenti dalla societ?olfo Degli Angeli SPA, (la Fondazione del Teatro Lirico detiene il 10% delle quote azionarie) della quale il Sovrintendente ?mministratore delegato, ed in caso affermativo a quanto ammontino. 

18. Se sia vero che gli viene corrisposto un compenso supplementare per le spese di viaggi che invece verrebbero pagate direttamente dall?amministrazione. Che altri sessanta milioni gli verrebbero versati quale rimborso degli adempimenti fiscali relativi alla sua retribuzione . 

19. Se risponde al vero che , attraverso una carta di credito con addebiti a carico dell?Ente, sarebbero state effettuate spese ? anomale? per alcune centinaia di milioni. In caso affermativo vorremmo conoscere il nome del titolare della firma e l?elenco delle spese effettuate ed a quale titolo. 

20. Se risulta che, oltre al Ministero per i Beni e le Attivit?ulturali, sui debiti di 23 miliardi della Fondazione, sia intervenuta anche la Corte dei Conti, in data 8 luglio 2002, ed avrebbe fatto rilievi sostanziali e formali sui bilanci 1999 e 2000. 

...Se corrisponda a verit?:P> 

21. Che la macchina di servizio del Sovrintendente sarebbe stata utilizzata , pi?te , chiedendo all?autista ad imbarcarsi con la macchina sul traghetto il giorno prima, per andare a prendere ?il passeggero? all?arrivo, nell? aeroporto di destinazione della penisola, il giorno successivo. 

22. Se risponda al vero che per una parte dei dipendenti sarebbe stato istituito una sorta di premio (si parla di un aumento di 350 ? al mese) non si sa bene a che titolo , mentre gli altri sarebbero stati ?precipitati?, nel girone degli esclusi, in un sorta di clima di visibile ostilit?/SPAN> 

Si chiede ancora di conoscere i criteri utilizzati dall?Ente per l?affidamento degli incarichi. 

Infatti non sembra casuale l?orientamento delle scelte che ha portato a nominare Direttore del personale, l?ex responsabile regionale della CGIL spettacolo, Direttore amministrativo un ex dirigente della CGIL; Direttore della produzione, responsabile degli allestimenti scenici, ancora due persone politicamente orientate o schierate con la Sinistra. Quasi che nel centro destra non vi siano persone serie e preparate. Dal Punto di vista di un comunista o di un ex militante di quel partito tutto ci????parire normale. Chi fa parte del Centro Destra , che ha nominato il Sovrintendente, la pensa in modo un po? diverso. 

L?arroganza 

23. Si chiede se sia accettabile che l?Ente Lirico di Cagliari abbia pubblicizzato il programma delle manifestazioni teatrali acquistando, tra l?altro, 180 pagine intere dell? UNITA?. 

24. Si vuol sapere ancora quali spazi vengano riservati agli artisti sardi gi?ffermati, molti dei quali trovano ospitalit?egli altri teatri italiani ed europei ma non in quello di Cagliari e cosa sia stato fatto per valorizzare i giovani talenti della nostra isola . 

I firmatari di questa interrogazione chiedono 

al Presidente della Giunta e all?Assessore alla Pubblica Istruzione Sport e Spettacolo, quali iniziative intendano prendere per tutelare gli interessi, non solo finanziari della Regione, ma anche per garantire il regolare e buon funzionamento di questa pubblica istituzione cos?mportante non solo per i cittadini di Cagliari ma per tutti i Sardi e per l?intera Nazione. 

Per evitare che, con una gestione preoccupante, si mettano a serio rischio centinaia di posti di lavoro. 

Se, per fare luce sulle troppe ombre che caratterizzano questa gestione, per dare risposte alle molte, preoccupanti ed imbarazzanti, domande che vengono poste, l?Onorevole Presidente della Giunta e gli Onorevoli Assessori, non ritengano opportuno istituire una commissione d?inchiesta, coinvolgendo magari in questa iniziativa Il Consiglio Regionale, Il Ministero Per i Beni e le Attivit?ulturali, la Commissione Cultura della Camera dei Deputati, Il Consiglio Comunale di Cagliari, che sono poi i maggiori finanziatori dell?Ente Lirico.






CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA
Interrogazione n. 260/A

INTERROGAZIONE NUVOLI, con richiesta di risposta scritta, sull'erogazione da parte della Regione di consistenti contributi alla Fondazione Ente Lirico di Cagliari in particolare per l'allestimento della stagione estiva 2000. 


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Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore dello spettacolo e l'Assessore del turismo per sapere se corrisponde al vero che: 

- la Regione dovrebbe, in base al piano economico presentato per l'anno 2000, erogare alla Fondazione Ente Lirico di Cagliari lire 33 miliardi di cui 14 per la sola stagione estiva e 7 per la cos?etta "isola di musica"; 

- complessivamente questa Fondazione dovrebbe incassare circa 63 miliardi di contributi, di cui 17 a carico dello Stato e 6 del Comune di Cagliari ed altri enti, oltre agli anzidetti 33 miliardi, mentre gli incassi al botteghino risultano esigui; 

- nonostante queste elargizioni ad una Fondazione certamente anomala (nessun imprenditore privato finora contribuisce alla programmazione nello spirito della legge sulla trasformazione degli enti lirici), ?candaloso il programma concertistico imminente, laddove, su ben 19 manifestazioni e 38 serate, soltanto cinque risultano i solisti italiani e nessun sardo!! Tanto da chiedersi perch?ai i nostri concertisti di talento, molti o pochi che siano, non debbano essere scritturati; 

- il Presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione abbia posto all'o.d.g. il rinnovo della carica al sovrintendente in assenza del rappresentante della Regione dimissionario e di quello del Ministero, deceduto; 

- il compenso annuale del sovrintendente ?uantitativamente simile a quello della Scala di Milano e precisamente 330 milioni di lire annui e che il primo atto deliberativo all'insediamento fu proprio il "ritocco" di queste prebende (in precedenza 100 milioni); 

- per propagandare le iniziative della Fondazione si spendono 400 milioni in pubblicit?enza vantaggi economici significativi; 

- non esiste a Cagliari vera produzione di spettacolo e di lirica che generebbe indotto culturale ed occupazionale e si porrebbe come fattore di crescita professionale e laboratorio di ricerca e formazione dei giovani artisti; 

- neanche un sardo (dico uno) riveste incarichi di rilievo nello staff del sovrintendente, ad esempio: segretario artistico, capo ufficio produzione, direttore degli allestimenti scenici, "light designer", etc. con i rispettivi segretari essi pure esterni e tutti ben remunerati; 

- la Fondazione nella ripartizione delle risorse ha avuto incredibili privilegi a danno di tutto il resto della Sardegna e di Sassari in particolare; 

- con tanto dispendio di risorse da parte della Regione per una macchina mangiasoldi, con scarsissimo rientro per l'Isola, sarebbe opportuno ridurre drasticamente i finanziamenti per dirottarli a vantaggio di altri enti e associazioni al fine di investire sulle energie culturali prevalentemente locali; 

- occorre un drastico cambiamento nella politica culturale regionale in quanto allo stato attuale soltanto le persone "bene" cagliaritane possono avvalersi degli spettacoli della Fondazione ancorch?n gran parte a carico di tutti i contribuenti sardi; 

- le lamentele perfino fra gli aspiranti all'ingresso nel coro e nell'orchestra diventano sempre pi?erose ed alimentano il sospetto di una sorta di "pulizia" quasi etnica nei confronti dei sardi. 

Per tutto quanto sopra esposto e qualora corrispondesse al vero, il sottoscritto chiede in particolare agli Assessori interrogati un'immediata inversione di rotta nella politica musicale.

Cagliari, 8 novembre 2000




LEGGE FINANZIARIA 2003 - 10 MILIONES DE EUROS A SU TREATU LIRICU 


Legge Regionale 29 aprile 2003, n. 3
>Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della
Regione
>(legge finanziaria 2003)
>Il Consiglio Regionale ha approvato
>Il Presidente della Regione promulga la seguente legge:
>
>OMISSIS
>Art.14
>Fondazione Ente lirico di Cagliari
>1. Per effetto di quanto disposto dal decreto legislativo 29 giugno 1996,
>n. 367, e successive modifiche, nella legge regionale 5 dicembre 1973, n.
>38, e successive modifiche, la dizione "Istituzione dei concerti e del
teatro
>lirico Giovanni Pierluigi da Palestrina" è sostituita da "Fondazione Teatro
>Lirico di Cagliari".
>2. All'articolo 1 della legge regionale n. 38 del 1973, e successive
modifiche,
>dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
>"1 bis. In attuazione di quanto disposto dal comma 3 dell'articolo 6 del
>decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e successive modifiche, la
Regione
>partecipa al patrimonio della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari per
l'importo
>di euro 500.000.".
>3. L'articolo 2 della legge regionale n. 38 del 1973, e successive
modifiche,
>è sostituito dal seguente:
>"Art. 2
>1. In analogia a quanto disposto dal comma 4 dell'articolo 2 della legge
>regionale 20 aprile 1993, n. 17, la liquidazione del contributo annuo alla
>Fondazione Teatro Lirico di Cagliari è disposta per quote quadrimestrali
>anticipate.
>2. La Fondazione trasmette all'Assessorato competente la documentazione
prevista
>dal decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e successive modifiche.".
>
>4. L'articolo 3 della legge regionale n. 38 del 1973, e successive
modifiche,
>è abrogato.
>5. All'articolo 4 della legge regionale n. 38 del 1973, e successive
modifiche,
>dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
>"4 bis. Il contributo annuo alla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari è
determinato
>in misura non inferiore allo stanziamento a carico del Ministero per i beni
>e le attività culturali, previsto dal Fondo unico per lo spettacolo. Per
>l'anno 2003 tale contributo è determinato in euro 10.200.000 (UPB S11.069
>- Cap. 11314).".
>6. L'articolo 63 della legge regionale 24 febbraio 1987, n. 6, è abrogato.



ATTUALE COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO DI CAGLIARI 

fonte:http://www.teatroliricodicagliari.it/teatro/organigramma/

Dirigenza


Maurizio Pietrantonio: Sovrintendente
Massimo Biscardi: Direttore artistico
Gérard Korsten: Direttore musicale



Soci


Stato Italiano
Regione Autonoma della Sardegna
Comune di Cagliari

Comune di San Gavino Monreale
Comune di Tempio Pausania
Consorzio del Comprensorio di Portorotondo

Fondazione Banco di Sardegna
Tiscali s.p.a.



Consiglio di Amministrazione


Emilio Floris: Presidente, Sindaco di Cagliari
Felice Contu: Vicepresidente, Rappresentante della Regione Autonoma della Sardegna
Antonello Arru: Rappresentante della Fondazione Banco di Sardegna
Guido Cossu: Rappresentante del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Mario Floris: Rappresentante della Regione Autonoma della Sardegna
Maurizio Pietrantonio: Sovrintendente
Maurizio Porcelli: Rappresentante del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Giorgio Rocca: Rappresentante del Comune di Cagliari



Collegio dei Revisori dei conti


Alessio Ventura: Presidente
Antonio Mameli
Sergio Vacca

Salvatore Sanna: Segretario generale



Quadri


Enrico Di Maira: Maestro del Coro
Vincenzo Caldo: Direttore amministrativo
Marco Maimeri: Direttore di produzione
Paolo Calanchini: Direttore degli allestimenti scenici
Antioco Usala: Direttore del personale



A segus