08/02/2005 Rassigna de s'imprenta - L’Unione Sarda 5.2.05
Al via il master che apre nuovi scenari sul futuro della cultura isolana
de Grazia Pili
Mai più una lingua sarda da museo, da esibire come reperto storico, fotografia di un passato che ormai è troppo lontano. Meglio uno strumento antico che si arrende a una macchina in grado di preparare e guardare al futuro, magari con l'aiuto dell'informatica. Un avvenire più immediato e quello ancora da costruire per formare professionalità, sia nell'ambito dell'amministrazione pubblica sia in quello scolastico, in grado di diffondere un nuovo canale e confrontarsi con altre lingue minoritarie.
"Approcci interdisciplinari nella didattica del sardo" è un master universitario che specializza nei metodi di ricerca e nelle tecniche d'insegnamento e di apprendimento più aggiornati riguardanti tutti gli aspetti della lingua sarda e la sua cultura. Per il terzo anno la facoltà di Scienze della comunicazione dell'università di Cagliari mette a disposizione il titolo accademico di secondo livello, cioè si rivolge a laureati, studiosi e soprattutto insegnanti. Dal prossimo aprile e fino a ottobre (le domande di iscrizione scadono il 1 marzo) per settanta "allievi" si apriranno le porte della specializzazione in un settore votato all'interesse per la cultura della Sardegna vista in profondità con il supporto finanziario della legge regionale 26 del 1997 per la valorizzazione della lingua e della cultura sarda. «Finora l'acquisizione di competenze nelle aree di conoscenza relative alla cultura storica e socio-antropologica e alla lingua della Sardegna è stata fortemente limitata agli studi universitari in poche discipline», ha spiegato il direttore del master Eduardo Blasco Ferrer presentando il corso, «questo invece vuoi essere un momento di specializzazione del sapere in più aree della cultura e della lingua sarda collegate per contenuti e obiettivi». Infatti il ciclo di lezioni prende in considerazione numerose materie: dalla filologia alla linguistica computazionale e quella sarda, dalla pedagogia alla dialettologia e alla storia moderna e del diritto, dalla letteratura fino al cinema senza trascurare ilinguaggi amministrativi, l'etnologia musicale sarda e l'antropologia.
«Per farlo abbiamo coinvolto un numero di docenti congrue con gli aspetti disciplinari - ha aggiunto Blasco Ferrer - che non saranno più considerati comparti stagni ma strettamente in relazione fra loro. Cercheremo di rispondere a quesiti tipo "come nasce la lingua sarda", "come può essere inserita nella tecnologia"». Il settore riguardante l'informatica sarà curato da Marco Schirru, docente del Dipartimento di Scienze pedagogiche e filosofiche dell'università di Cagliari, che preferisce considerare l'informatica non una tecnologia utile per analisi scientifiche ma uno strumento, «bisogna partire dalla visione dell'informatica come disciplina che evolve continuamente proprio come una lingua. In Rete esistono vari dizionari sardi, il nostro intento è quello di tradurre, ma soprattutto permettere l'inserimento di nuove parole che si sviluppano in questo contesto. Così si può creare una ricchezza espressiva per tutti, amministrazioni comprese. L'informatica deve essere lo strumento attraverso il quale recuperiamo la nostra identità, perché il sardo non deve restare appannaggio di poche realtà, e questo può avvenire attraverso rappresentazioni semantiche nel sistema informatico, recuperando i significati più profondi attraverso la macchina». Il master impegnerà complessivamente per 60 crediti formazione universitaria, per un totale di 1 500 ore, 367 di didattica con i docenti e 1133 di studio o impegno individuale compresi laboratori e di studi seminariali e tirocini nelle scuole e nelle istituzioni.