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04/02/2005 Rassigna de s'imprenta - Il Giornale di Sardegna 3.2.05

Andrea Cocco Assessore alla Lingua racconta il suo impegno e i suoi progetti.

de Giorgio Mancosu

SERRAMANNA. Uno dei cardini dell'amministrazione comunale di Serramanna è stato fin dall'insediamento, il recupero e la valorizzazione della tradizione e della lingua sarda. Andrea Cocco, il più giovane assessore della giunta presieduta da Alessandro Marenghi, ci crede sino in fondo. «In questi anni ci siamo attivati in vari percorsi che oggi stanno dando i loro frutti - ammette l'assessore - abbiamo attivato uno studio storico circa la toponomastica del paese partendo addirittura dal settecento. Abbiamo recentemente visto nascere anche un libro che, curato dalle scuole medie locali, traduce in lingua sarda le novelle ed i racconti tipici della letteratura italiana».

Oggi, grazie ai contributi regionali, si sono portati avanti vari progetti comunali riguardanti la valorizzazione della cultura e della lingua sarda. Andrea Cocco, titolare dell'assessorato alla Lingua Sarda, si è ultimamente impegnato per la riscoperta dei vecchi nomi dei quartieri, dei vicoli e delle stradine del paese che oramai il tempo ha gettato quasi completamente nell'oblio. Sa perda crocada, Sant'Abrara, Funtanedda, Sa cruxi santa e altri ancora, per molti oggi non significano nulla. Eppure, per gli anziani questi nomi sono l'attuale via Dalla Chiesa, via 25 aprile, il quartiere di San Leonardo, l'attuale via Serra e così si potrebbe discorrere a lungo. «È nostra intenzione - prosegue Cocco - utilizzare i fondi della legge 26 per riscoprire questi toponimi ormai dimenticati da tutti. Confido di ottenere anche altri fondi regionali che ci serviranno per realizzare la segnaletica stradale da affiancare agli attuali indirizzi. Targhe checi riporteranno alla memoria la nostra storia passata. Anche le scuole medie locali sono state coinvolte in questo progetto di ricerca della propria origine e della lingua sarda». «Tradurre in sardo i racconti o la favola di Pinocchio - affermano alcuni genitori - può essere utile per insegnare ai nostri figli una lingua che a noi è stata quasi negata. Per qualche tempo ci era proibito l'utilizzo del nostro dialetto anche a scuola. Oggi è strano vedere che ai nostri figli viene insegnato il sardo come fosse una lingua straniera. Per noi è un buon recupero».



I TAGLI DELLA REGIONE

Se oggi i passi fatti dalle amministrazioni comunali per la salvaguardia della lingua e della cultura sarda hanno fatto passi da gigante, il futuro, potrebbe non essere cosi luminoso anche a seguito dei tagli effettuati dalla Regione in molti settori. «Il Bilancio proposto dalla giunta Soru, che dovrà essere sottoposto alla Commissione e al Consiglio regionale, comporta dei tagli incredibili - afferma Cocco - sia la legge 26 che la 17 hanno subito dei tagli che in certi capitoli raggiunge anche il 75% o la cancellazione totale del fondo. L'unico capitolo a cui non è stato fatto nessun taglio riguarda la Fondazione del Teatro lirico di Cagliari che avrà oltre dieci milioni di euro. Eppure la minoranza dei sardi che ne usufruisce è minima. Celebrazioni come Sa die de sa Sardigna invece hanno avuto ad esempio tagli stratosferici».


Articulu sinnalau dae Ivo Mugia

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