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28/02/2005 Su discu nou de Aleni Ledda

"Amargura" in mùsica e cantidu

Quando qualche mese fa si trattava di scegliere la strada da intraprendere per questo nuovo lavoro, il CD "Amargura", non è stato possibile sottrarsi dall'affrontare argomenti e problematiche mondiali rappresentate dalla guerra, dallo scontro religioso ed etnico, dal coinvolgimento dei bambini nella violenza dilagante. Specularmente anche le vicende personali non potevano non rimanere coinvolte da uno sguardo emotivo così forte. Sono stati affrontati quindi temi che indagano le vicende interpersonali come l'incomunicabilità la difficoltà di sostenere rapporti e relazioni. La risposta a questi interrogativi sembrava dovesse venire da una spititualità laica e anche questi aspetti sono stati ricercati. Non è mancato il legame con la tradizione, fortissima àncora e bussola di questo cammino. Potente è stato l'apporto della lingua sarda sia nei brani originali scritti da Michele Pio Ledda, sia nelle traduzioni dall'italiano. Sovrana la musica affidata quasi interamente alla creatività di Lino Cannavacciuolo, sia per la composizione che per gli arrangiamenti. Fanno eccezione In s'ora di Mauro Palmas, Nights in white satin di Justin Hayward e Tre Madri di Fabrizio De André.

Le canzoni: 

Pesa….
In Sardo "pesa una 'oghe…" significa "intona un canto per me". Il disco si apre con questa richiesta e subito si accorda sui temi della più profonda domanda d'amore, di intimità e sensualità da una una parte e dall'altra, gli uomini in perenne movimento nella instancabile ricerca di stabilità e quiete.

Carinnius 
E' l'omaggio alla tradizione del canto femminile, ninne nanne così semplici ma così forti da poter essere incastonate all'interno di una partitura quasi sinfonica.

Palchì no torri
"Palchì no torri tempu andatu, palchì no torri tempu paldutu", sono i primi versi di una poesia gallurese del settecento. E' un regalo simbolico al grande Fabrizio de Andrè, il legame è l'amore comune per nostra terra. Il tema è quella della partita irrisolta con la vita.

Amargura 
Quando muoiono i bambini per la violenza quotidiana la parola non è consolatoria.
Dopo il silenzio però è necessario ricostruire il percorso dell'elaborazione del dolore proprio attraverso la parole. Fatti reali hanno ispirato questo brano, due bambine dalla vita spezzata in Sardegna e in Campania, insieme a loro migliaia di piccole creature senza nome e senza ricordo. 

Andu
I versi di Patrizio Trampetti tradotti da Gabriella Ledda per affrontare il delicato tema dell'incomunicabilità e della diffilcoltà delle relazioni. Una possibile via d'uscita è la fuga attraverso la realtà o almeno il sogno.


In s'ora 
E' la preghiera laica degli uomini consapevoli di attraversare la vita pieni di domande e dubbi; sicuri che se Cristo tornasse sarebbe crocifisso alle croci della quotidianità.


Sa Lughe
Il senso di questo brano scaturisce da una serie di interrogativi. Le risposte appartengono alla scoperta di una guida interiore, a "sa lughe" dentro ognuno di noi.

Canticos
Nasce dall'incontro gioioso di due culture musicali forti, la sarda e la campana.
La tradizione della tarantella e quella del ballo sardo in un confronto che fa scaturire un originale brano dal ritmo travolgente.

Nights in white satin
Il sardo vince la scomessa di possedere una grande forza espressiva e di confrontarsi alla pari con l'inglese e l'italiano.
Sa notte è il titolo in sardo di questo famosissimo brano, una notte dove si consuma tragicamente un grande amore.

Sa neghe
Di chi è la colpa quando un grandissimo amore finisce? Perché pur stando vicini non ci si incontra più? La fine di una relazione sancita dalla mancanza di comunicazione.

Tempos
La consapevolezza della difficoltà dei tempi in cui viviamo. Cosa riusciremo ad insegnare e a lasciare ai nostri figli. Nonostante le guerre, il dolore, esiste una speranza rappresentata dalla nuova utopia di un mondo senza frontiere.

Tre Madri
E' la rilettura di un brano tratto da "La buona novella" di Fabrizio De André, già tradotto ed eseguito per la raccolta tributo "Canti randagi".
Ancora una visione terrena del sacro, Maria piange e implora : "No fist'istadu fizu 'e Deus t'ia ancora a tennere pro fizu meu". "Non fossi stato figlio di Dio ti avrei ancora per figlio mio".

A segus