Forse conoscete già la storia degli Hutteriti, tirolesi in America e forse no. Ve la racconto come l’ho saputa qualche anno fa: è sicuramente una storia interessante.
Gli Hutteriti, seguaci di un cappellaio eretico, sono partiti dai boschi del Sud Tirolo nel XVI secolo, bruciati e inseguiti per mezza Europa, fino in Russia, realizzano oggi negli Stati Uniti e in Canada la loro utopia: vivere in pace.
Essi rappresentano uno dei tre gruppi di anabattisti emigrati in Noramerica nel secolo scorso, assieme ai mennoniti e agli integralisti Amish. La loro eresia consisteva in quattro punti: 1) ritenere la Bibbia come legge, presa alla lettera; 2) impartire il Battesimo agli adulti, anziché ai bambini; 3) abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione; 4) non combattere e non uccidere. E’ per seguire quest’ultimo precetto che gli Hutteriti hanno girato mezza Europa, cercando con determinazione il luogo dove realizzare la loro utopia non violenta.
Jakob Hutter, il capostipite della setta hutterita, nacque verso il 1500 nela frazione di Moos, presso San Lorenzo di Sebato, paese a un chilometro da Brunico in Val Pusteria. Dopo aver svolto un periodo di apprendistato a Praga in un laboratorio artigianale di cappelli (Hutter significa cappellaio) Jakob, che nel frattempo era diventato anabattista, tornato nella sua valle dominata dalle milizie mercenarie dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo e da quelle del principe vescovo Sebastiano Sprentz, scappò dall sua zona per nascondersi in altra zona. Riuniva i suoi compagni di fede durante la notte nella “casetta dello scoiattolo”, un capanno che sorgeva nei dintorni di Brunico.
Rifiutando la logica dell’insurrezione armata del condottiero tirolese Michael Gaismayr, che portò alla sanguinosa guerra dei contadini tirolesi del 1525, Jakob Hutter, totalmente pacifista, prese la via dell’esilio in Moravia.
Rientrò di nascosto tra la sua gente nel novembre del 1535, fu arrestato poco sopra Ponte Gardena e subito portato a Innsbruck, dove fu arso vivo, dopo un lungo martirio (febbraio 1536). Con l’uccisione di Hutter , iniziò la diaspora dei suoi seguaci.
Gli Hutteriti fuggirono in Moravia e da lì andarono in Ungheria, poi ripararono in Transilvania. Raggiunti anche lì dall’Inquisizione, dopo una sosta in Valacchia, nel 1770 emigrarono in Russia, invitati dalla zarina Caterina di Russia. Lì fondarono una colonia, a Nord-Est di Kiev e più tardi si insediarono nel distretto di Molotschna, poco sopra la penisola di Crimea.
L’incubo della coscrizione obbligatoria, però, non era finita: lo zar Alessandro II, nel 1873, ebbe bisogno di soldati e non esitò a imporre l’uso delle armi anche agli Hutteriti. Alcuni di essi, per evitare di combattere al servizio dello zar, si imbarcarono per gli Stati Uniti in cerca di terre dove poter finalmente vivere in pace.
Si insediarono nel South Dakota e nel Montana e allo scoppio della prima guerra mondiale, essendo perseguitati per la loro obiezione di coscienza anche da parte del governo americano, molti di questi “comunisti cristiani” ripararono in Canada,
, dove si trova ancora adesso una comunità di contadini che parla il dialetto tirolese e che si divide i prodotti della terra.