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20/02/2005 Cronacas altoatesinas

Proite ins'Adige Artu no istudiant?

de Maria Luisa Sotgiu

A sa Redatzione



Gli ottimi giudizi sulla scuola altoatesina emersi dal Protocollo Pisa-Ocse non devono farci dimenticare una triste realtà: nella provincia di Bolzano c’è, come abbiamo letto pochi giorni fa sui giornali di provincia, la percentuale di laureati più bassa d’Italia, ma anche uno dei maggiori tassi di abbandono scolastico. Questo il dato che emerge dall’ultimo censimento Istat che fotografa il grado d’istruzione della popolazione italiana.

Stando ai dati Istat, gli altoatesini iniziano bene. Infatti il 96,7 % di ragazzi con meno di 14 anni , nati in Alto Adige frequenta o ha frequentato le scuole elementari (in molte regioni sono state registrate percentuali inferiori), ma la maggior parte di loro decide di fermarsi una volta raggiunta la licenza media. Bolzano, infatti, risulta terza nella poco invadibile classifica degli abbandoni scolastici. Terza, a poca distanza da province come Nuoro e Oristano, dove oltre il 40 % dei ragazzi si ferma alla licenza media.

Se Bolzano col 39 % di abbandono dopo la licenza media è terzultima, la vicina Trento, con un invadibile 24,8 %, si piazza al quinto posto della graduatoria nazionale dopo l’Aquila, Terni, Perugia e Roma.

Che gli altoatesini non fossero grandi frequentatori di atenei era cosa nota da tempo, tuttavia era difficile immaginare che la nostra provincia fosse il fanalino di coda della classifica nazionale e che solamente il 5,6 % dei residenti ha un diploma o una laurea.

Nel vicino Trentino i laureati sono il 6,6 %, almeno 5.000 in più in termini assoluti. In testa alla graduatoria c’è naturalmente il Lazio dei ministeri, 10,8 %., seguito dalla Liguria, 8,4 % e dall’Emilia Romagna, 7,8 %.

La scarsa propensione degli altoatesini per lo studio universitario è nota da tempo e alle critiche che sono state fatte ai giovani bolzanini , il presidente della Provincia Autonoma, Luis Durnwalder, ha commentato così: “Sappiamo di non avere buone percentuali nei confronti di Trento (percentuale molto alta di laureati) ma da noi c’è una produzione di Pil al massimo livello, che vuol dire che c’è un ceto medio fatto di artigiani e persone attive nei settori produttivi che sanno come si lavora. Questo non vuol dire che non dobbiamo fare nulla, ma è ovvio che se ci fosse più disoccupazione la gente sarebbe più portata a studiare (sigh!). Comunque faremo un’opera di sensibilizzazione-continua il presidente-e poi sono convinto che con l’università in casa, il tasso migliorerà.” 

Siamo in attesa che migliori lo stato attuale delle cose perché abbiamo bisogno i gente che lavori , ma anche di giovani che si prendano una laurea e che girino il mondo scoprendo quante cose belle e interessanti ci sono fuori dai confini del Sudtirolo. Bolzano deve chiamare esperti dall’estero per risolvere determinati problemi. Abbiamo bisogno di una classe dirigente che non c’è. Questo è urgente da noi. I ragazzi lavorano per avere il guadagno subito, per divertirsi, per avere la morto la macchina che faccia effetto sui compagni; i diplomati appena escono dalla scuola superiore trovano immediatamente un ottimo impiego e prendono un buon stipendio. Ecco perché i ragazzi non proseguono, oltretutto nessuno li spinge a proseguire. Qui esiste il dio denaro! Questa è la rovina morale dell’Alto Adige…

Bona legidura. Tenidebos contu.



Maria Luisa Sotgiu

A segus